
Avete mai letto la Ladra di libri? Un racconto struggente sui bimbi di una cittadina tedesca ai tempi del nazismo, rimasti vittime innocenti di un bombardamento alleato su insediamenti civili. Così fu per Dresda e per centinaia di città tedesche rase al suolo per costringere Adolf Hitler alla resa, quando era chiaro che “anche” lui, come Hamas, non aveva in nessuna considerazione le sofferenze del suo stesso popolo, perché il suo unico obiettivo era l’impossibile vittoria. Esattamente come oggi accade con Hamas che, per statuto, non vuole nessuno Stato ebraico convivente, ma soltanto la cancellazione di Israele dalla carta geografica mediorientale, per una Palestina senza gli ebrei, che si estenda dal fiume al mare. Ora, nessuno che, da un anno e mezzo a questa parte, dica la “verità su Gaza”! Ovvero: il popolo palestinese, che ha appoggiato senza riserve la guerra di Hamas contro e per la distruzione totale di Israele, è da considerare colpevole o innocente, in merito a questa sua scelta? È, in fondo, la stessa domanda che gli storici si pongono nei confronti del popolo tedesco e della Germania hitleriana, in cui decine di milioni di persone si sono riconosciute nell’odio antiebraico, ossessivamente predicato dal suo Capo supremo. E, oggi, va ancora peggio, se possibile, per tutti quegli Stati che, in sede Onu, hanno dichiarato di voler riconoscere un non meglio specificato “Stato della Palestina” (quale? Quello, ormai impossibile, individuato dalla risoluzione Onu numero 181/47?). Ora, partendo da questo stesso riconoscimento, significa dire che Hamas, legittimo (?) titolare del potere, ha dichiarato formalmente guerra il 7 Ottobre 2023 allo Stato di Israele, una potenza con un potere di fuoco da terra, cielo e mare migliaia di volte superiore a quello palestinese.
Chi degli arabi ha contrastato questa scelta? Chi di loro, ha controllato quello che i miliziani di Hamas andavano facendo con le decine e decine di miliardi di dollari di donazioni erogati dai Paesi petroliferi del Golfo? Guardiamo le cose dal punto di vista militare, versando con assoluto dolore e sincerità tutte e lacrime del mondo per i piccini e per tutti gli altri innocenti rimasti sotto le macerie dei bombardamenti israeliani. Chiediamoci, in particolare: ma quando Hamas, spalleggiato dall’Iran e pienamente inserito nell’Asse della Resistenza, per cui “Israele delenda est”, costruiva centinaia di chilometri di tunnel, che correvano sotto insediamenti abitativi, scuole e ospedali, ammassando in quei locali sotterranei migliaia di tonnellate di armi, missili e munizioni, che cosa si proponeva di fare? Sapeva, o no, che la reazione spietata di Israele alla dichiarazione di guerra del 7 Ottobre avrebbe distrutto Gaza e procurato decine di migliaia di vittime tra i gazawi? È questo che voleva il gruppo fondamentalista? Richiamare l’attenzione del mondo sulla questione palestinese, ben sapendo che l’overreaction di Israele avrebbe creato tutte le premesse per ridurre Gaza a un ammasso di macerie, condannando alla fame e alla sete milioni di persone? Se tu, nemico mortale di Israele, poni al centro di tutto la totale distruzione del tuo avversario, senza alcuna mediazione, in base al detto “mors tua, vita mea”, perché poi speri di non esserne ricambiato, visto che tu conosci bene, perché lo applichi “dentro” e “fuori” la tua società islamica, il principio biblico “occhio-per-occhio” della vendetta priva di pietas? Di più: quel tuo intercettare sotto la minaccia delle armi tutti gli aiuti umanitari (cibo e medicine) che arrivano nella Striscia, per rivenderle al mercato nero, vuol dire che stai facendo la cosa giusta o, ancora una volta, stai sfruttando le immense sofferenze del tuo popolo a fini politici, per delegittimare internazionalmente il tuo nemico giurato?
Poiché Hamas non risponderà mai, allora le domande giuste vanno poste alla comunità internazionale e al suo “doppio standard”, nel giudicare le responsabilità storiche e le colpe di questa terribile, ennesima guerra israelo-palestinese. Ricordando all’Occidente, innanzitutto, che quando i bombardamenti alleati russo-occidentali rasero al suolo Raqqa, la capitale dello Stato Islamico, così come tutti gli altri centri siro-irakeni sotto il controllo dei fondamentalisti, tutti voltarono lo sguardo da un’altra parte. Giusto così: se il mondo libero avesse lasciato fare, i seguaci del Califfo Nero avrebbero procurato altri immensi lutti alla comunità occidentale, e non solo. Quindi, se lo standard wokist e pacifista, a proposito dell’invasione dell’Ucraina, è di suggerire a Kiev la resa onorevole, in considerazione di un nemico aggressore molto più forte e numeroso, lo stesso metro di misura avrebbe dovuto essere applicato fin dall’8 Ottobre 2023 a Gaza, e ripetuto come un mantra infinite volte. Ovvero, si doveva dire, anzi gridare che, per mettere immediatamente fine alla guerra (da lui stesso voluta!), Hamas avrebbe dovuto consegnare, fin dai primi giorni dell’intervento israeliano, armi, tunnel e ostaggi a un’Autorità terza e neutrale, in cambio di un salvacondotto per i suoi militanti. Eppure, incredibilmente, dai college euro-americani, alle cancellerie di tutto il mondo, non si è udita una sola voce che abbia invitato i veri responsabili di questa ennesima guerra luttuosa a mettere immediatamente fine alle sofferenze del popolo gazawi!
Allora, poiché i fatti storici, duri a morire, sono quelli citati e non altri, la conclusione amara e drammatica spinge a dire che tutti i media occidentali sono stati, e continuano a esserlo, più o meno inconsciamente, strumenti della propaganda anti-israeliana e, in fondo, antisemita! Prefigurando così un vero e proprio Olocausto immateriale, attraverso la condanna dell’operato di un governo israeliano chiamato a una guerra atroce di sopravvivenza, suo malgrado, che provoca immense distruzioni materiali “fuori” da Israele, e morali “dentro” la sua stessa società. Ma quale è ed era l’alternativa all’eradicazione di Hamas dalla Striscia? Nessuno che si interroghi, obiettivamente, su che cosa avrebbe dovuto fare Israele per sopravvivere all’accerchiamento mortale delle milizie filo iraniane dell’Asse della Resistenza, che nei decenni hanno perseverato nello stillicidio quotidiano del lancio di razzi e missili su insediamenti civili in territorio israeliano.
Ecco: che cosa accadrebbe se lo stesso scenario riguardasse Parigi, Berlino, Londra, Roma? Quanto ci avremmo messo noi a varare una rappresaglia che mettesse fine a quel martirio, estirpando lo scorpione islamico dai suoi rifugi del sottosuolo (in Libano, come a Gaza e in Yemen), dove aveva concentrato tutto il suo apparato militare e i suoi arsenali di missili? Ora, si prende in giro Donald Trump per la sua postura joke su “Resort Gaza”, ma nessuno ancora una volta guarda lontano come fa lui, pur nella sua eccentricità: i palestinesi saranno un popolo veramente libero solo e soltanto se la loro economia sarà un giorno florida. Se invece le cose rimarranno come sono, allora sarà solo un omicidio-suicidio, e arabi e occidentali ne saranno solidalmente responsabili.
Aggiornato il 21 maggio 2025 alle ore 10:06