
Oggi e domani possono già recarsi alle urne i rumeni residenti all’estero. È cominciato il voto per le Elezioni presidenziali rumene, in vista del ballottaggio di domenica 18 maggio. Come previsto, i rumeni della diaspora hanno due giorni per recarsi alle urne nei consolati e nei seggi predisposti dalle ambasciate. Le operazioni si svolgono dalle 7 alle 21 ora locale, a seconda del Paese. I primi a esprimere la propria preferenza sono stati i cittadini rumeni residenti a Auckland, in Nuova Zelanda. Grande attenzione per il voto in Italia, dove vive una delle comunità rumene più numerose al mondo: come già al primo turno, sono 161 i seggi aperti nel territorio dello Stivale.
L’esito del secondo turno potrebbe dipendere in larga parte proprio dalla diaspora, che rappresenta oltre 5,7 milioni di persone – quasi un quinto della popolazione nazionale – e ha fatto registrare una partecipazione record lo scorso 4 maggio. A contendersi la presidenza saranno George Simion, leader di destra conservatore e fondatore del partito Aur (Alleanza per l’unione dei romeni), e Nicușor Dan, sindaco di Bucarest e indipendente di area centrista moderata. Al primo turno, Simion si è imposto con il 40,9 per cento, mentre Dan ha ottenuto il 20,9 per cento, superando di misura il candidato governativo Crin Antonescu. Il voto estero potrebbe rivelarsi cruciale. Simion ha dominato tra gli espatriati, raccogliendo il 60 per cento delle preferenze nella diaspora e oltre il 70 per cento in Italia, Germania e Spagna. Un vantaggio che potrebbe rivelarsi decisivo in un confronto che i sondaggi descrivono come sul filo: gli ultimi rilevamenti danno i due candidati attorno al 48-52 per cento, con margini minimi e un alto numero di indecisi.
Nel dibattito televisivo andato in onda nei giorni scorsi, Dan ha ribadito la vocazione europeista e istituzionale del Paese, mentre Simion ha rilanciato un’agenda nazionalista, non chiusa verso Europa e Nato ma comunque critica verso tali istituzioni. La televisione nazionale TVR ha programmato un secondo confronto con Dan per questa sera e uno con Simion domani, a meno di 48 ore dall’apertura dei seggi in patria. Il voto del 4 maggio ha certificato la forza crescente dell’Aur, partito sovranista che cavalca il rilancio dell’identità rumena e il malcontento sociale. Ma per molti rumeni – soprattutto nei centri urbani e nella diaspora – il ballottaggio si è trasformato in un vero referendum sul futuro geopolitico della Romania, divisa tra l’adesione convinta al progetto europeo e u rilancio dei valori identitari.
Nel frattempo, George Simion ha fatto tappa a Bruxelles, dove ha incontrato i vertici del gruppo Ecr (Conservatori e riformisti europei), di cui è vicepresidente. “Ho fatto il mio in bocca al lupo e quello del gruppo Ecr, a George Simion, in quanto Simion è anche il vicepresidente del Ecr Party. Simion è una persona intelligente e fortemente innamorato della Romania ma non è un estremista come lo si vuole dipingere nel tentativo di demonizzarlo. Simion è un atlantista, è un europeista come lo è Ecr, ovvero difende l’idea di un Ue confederale”, ha dichiarato Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo, al termine dell’incontro.
Aggiornato il 16 maggio 2025 alle ore 15:28