L’India ha chiuso più di 8mila account X

Svegliarsi la mattina e non essere sui radar social. È quello che è successo a oltre 8mila account di X, bloccati dal governo indiano nel pieno di un’escalation militare senza precedenti negli ultimi ventanni. Tra questi, figurano anche testate giornalistiche internazionali. A renderlo noto è la stessa società di Elon Musk, che riferisce di aver ottemperato “con riluttanza” alla richiesta, bollata come una misura di “censura” in piena violazione della libertà di espressione. L’ordine di Nuova Delhi arriva in un contesto già esposto nei giorni scorsi: nelle ultime ore le autorità indiane avevano chiesto il bando di figure politiche, celebrità e media pakistani presenti online nel Paese. “Il governo indiano ha ordinato a X di bloccare più di 8mila account in India, altrimenti dovrà affrontare potenziali sanzioni tra cui multe salate e la reclusione dei dipendenti locali dell’azienda”, ha dichiarato la piattaforma in un comunicato. X non ha rivelato i dettagli sugli account colpiti, ma ha confermato che tra questi vi sono utenti di alto profilo e testate estere.

L’annuncio di X arriva all’indomani della chiusura, da parte di Meta, di una delle pagine Instagram più seguite dalla comunità musulmana indiana, su richiesta diretta delle autorità. Un provvedimento che si inserisce in una campagna più ampia di controllo dei flussi informativi in rete. “Nella maggior parte dei casi il governo indiano non ha segnalato i post che a suo dire violano le leggi del Paese né ha fornito giustificazioni per molti resoconti”, denuncia ancora X, che ha accettato il blocco solo per garantire la permanenza del servizio nel Paese. “Non è una decisione facile da prendere, ma è fondamentale che la piattaforma resti accessibile in India”, ha spiegato l’azienda. Le restrizioni, ha aggiunto, “equivalgono a censura di contenuti esistenti e futuri” e sono “contrarie al diritto fondamentale alla libertà di espressione”.

Nel frattempo, il clima al confine tra India e Pakistan resta teso. Nella notte, una serie di attacchi con droni e missili ha colpito diversi settori lungo la linea di confine, spingendo Nuova Delhi ad alzare al massimo il livello di allerta in Jammu, Kashmir, Punjab, Haryana, Rajasthan e Gujarat – unico stato con un confine terrestre e marittimo condiviso con il Pakistan. Il Ministero dellAviazione civile ha disposto la chiusura “in modo precauzionale” di 24 aeroporti nel nord-ovest del Paese, mentre un blackout ha interessato nove distretti del Punjab, comprese le città di Amritsar e Chandigarh. Oscuramento totale anche in tutto il territorio del Jammu e Kashmir, dove le scuole sono chiuse e l’attività amministrativa è sospesa.

Il chief minister dello Stato, Omar Abdullah, ha lasciato Srinagar per raggiungere la zona di Jammu, teatro dell’attacco notturno, che – secondo l’esercito indiano – “è stato neutralizzato”. Nei territori di confine sono scattate misure di emergenza. I governi locali hanno rafforzato i pattugliamenti lungo la Linea di Controllo (LoC), predisposto piani di evacuazione per la popolazione civile e annullato tutti i permessi per il personale di sicurezza e sanitario. In Punjab, così come in Kashmir, le scuole e le università – pubbliche e private – resteranno chiuse almeno per i prossimi tre giorni.

Aggiornato il 09 maggio 2025 alle ore 17:29