Nel mondo (diviso) si celebra il V-Day

L’Occidente si prepara a celebrare la ricorrenza della fine della Seconda Guerra mondiale. Nel suo 80° anniversario. In particolare, Francia e Inghilterra si aprono oggi le celebrazioni ufficiali, mentre a Parigi il presidente Emmanuel Macron presiederà l’evento centrale in diretta televisiva, a partire dalle 17, con una cerimonia solenne all’Arco di Trionfo e sugli Champs-Élysées. L’omaggio al generale Charles de Gaulle, con la deposizione di una corona floreale ai piedi della sua statua in Place Clemenceau, aprirà le commemorazioni. 25 minuti dopo, inizierà la cerimonia militare sotto l’Arc de Triomphe, seguita da un intervento del presidente sui valori dell’8 maggio 1945. Un minuto di silenzio e l’esecuzione della Marsigliese chiuderanno l’omaggio, alla presenza di 300 musicisti delle forze armate di Stati Uniti e Regno Unito.

‘‘La guerra è vinta! Ecco la vittoria! È la vittoria delle Nazioni unite ed è la vittoria della Francia! Il nemico tedesco ha appena capitolato davanti agli eserciti alleati dell’ovest e dell’est”, dichiarò de Gaulle l’8 maggio del 1945, in uno dei discorsi più emblematici della storia francese contemporanea. Cinque anni prima, il 18 giugno 1940, dai microfoni di Radio Londra, lo stesso generale aveva lanciato il celebre appello alla resistenza contro l’occupazione nazista. Secondo un sondaggio Toluna/Harris Interactive per Mission Libération, quattro francesi su cinque si dichiarano ancora ‘‘interessati’’ alla memoria della guerra. Un dato significativo in un contesto di progressiva scomparsa dei testimoni diretti. Ieri, Macron ha reso omaggio a Lili Keller-Rosenberg, 92 anni, sopravvissuta alla Shoah e da decenni impegnata a trasmettere la memoria dei crimini nazifascisti nelle scuole. Domani, 9 maggio, sarà invece il turno del 75° anniversario della Dichiarazione Schuman, atto fondativo del progetto europeo, che diede vita alla Ceca – la Comunità europea del carbone e dellacciaio – per impedire il ripetersi di guerre fra potenze continentali.

Anche nel Regno Unito, le celebrazioni per il V-Day assumono un profilo politico e simbolico rilevante. In coincidenza con l’annuncio di un accordo commerciale con gli Stati Uniti, il premier Keir Starmer ha voluto sottolineare, nel suo discorso, l’importanza della relazione transatlantica: “indispensabile” sia per la sicurezza nazionale che per lo sviluppo economico. Il VE Day, che nel Regno Unito segna ufficialmente la fine della guerra in Europa, è stato celebrato con due minuti di silenzio nazionale e una liturgia solenne all’Abbazia di Westminster. Starmer, ricordando il nonno reduce di guerra, ha ribadito l’impegno del Paese verso “gli ultimi veterani superstiti e tutti coloro senza il cui coraggio non avremmo mai potuto godere della libertà che abbiamo oggi”. Ha infine accennato all’intesa commerciale con Washington, la cui ufficializzazione è attesa nelle prossime ore da Downing Street e dalla Casa Bianca.

PUTIN FESTEGGIA LA SUA VITTORIA CON XI JINPING

Mentre l’Occidente celebra la memoria della vittoria sull’Asse, a Mosca Vladimir Putin accoglie Xi Jinping per riaffermare un’alleanza sempre più stretta tra Russia e Cina. Il presidente cinese, in apertura del vertice bilaterale, ha evocato la necessità di un’azione comune contro le derive unilaterali della geopolitica globale. “Di fronte alla controcorrente internazionale dell’unilateralismo e del bullismo egemonico, la Cina lavorerà con la Russia per assumersi le responsabilità speciali delle principali potenze mondiali”, ha dichiarato Xi, in un chiaro – ma mai esplicito – riferimento agli Stati Uniti. Ha poi ricordato il contributo congiunto delle due Nazioni durante il secondo conflitto mondiale: “Più di 80 anni fa, i popoli della Cina e della Russia combatterono fianco a fianco sui fronti asiatico ed europeo della Seconda Guerra mondiale e insieme difesero la pace e la giustizia in tutto il mondo”.

Domani, il leader cinese parteciperà alla parata militare sulla Piazza Rossa, uno degli appuntamenti centrali del calendario simbolico del Cremlino. Inoltre, anche due leader europei sono stati invitati da Mosca per le celebrazioni del Giorno della Vittoria: il presidente della Serbia Aleksandar Vučić e il primo ministro slovacco Robert Fico. “Siamo molto preoccupati e prendiamo molto sul serio i viaggi aerei di tutte le persone e specialmente dei capi di Stato. Le recenti ripetute interruzioni del segnale Gps nel nostro spazio aereo pongono rischi che non possiamo non considerare”. Lo ha affermato il presidente lituano, Gitanas Nauseda, commentando la mancata concessione dello spazio aereo lituano al presidente serbo, Aleksandar Vučić, e al primo ministro slovacco, Robert Fico, in vista della loro visita a Mosca. Alla fine dello scorso febbraio, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente, Marius Cesnulevicius, aveva rivelato che i disturbi e le interruzioni del segnale Gps, che nell’ultimo anno ha provocato seri grattacapi alle autorità di volo lituane, sono parte di una strategia di guerra ibrida guidata da Mosca. E quindi, l’aereo dei due leader ha dovuto fare il giro lungo, passando dall’Azerbaigian. I due, comunque, sono arrivati a Mosca ieri sera in tempo per le celebrazioni.

Aggiornato il 08 maggio 2025 alle ore 13:24