Il (quasi) suicidio della Grosse Koalition

Martedì mattina, esattamente alle dieci e cinque, l’intera Europa comunitaria ha tremato quando la presidente del Bundestag, Julia Klöckner, ha letto con un malcelato imbarazzo il responso del voto sul nuovo Governo della Germania. Un voto inaspettato che non ha raggiunto il necessario quorum, con ben 18 franchi tiratori della maggioranza che hanno letteralmente impallinato il cancelliere designato, il leader della Cdu-Csu, Friedrich Merz. Dopodiché, in attesa di una seconda votazione, che non era scontato dovesse avvenire lo stesso giorno, per oltre 6 ore in moltissimi sono rimasti col fiato sospeso (una seconda bocciatura avrebbe creato le condizioni per un ritorno alle urne, con probabili esisti disastrosi per la già precaria stabilità del quadro europeo e di quello internazionale), prima che finalmente si giungesse a un esito positivo per il nascente Esecutivo basato sulla cosiddetta Grosse Koalition tra cristiano-democratici e socialdemocratici. Ora, sebbene parecchi osservatori hanno teorizzato che la pattuglia dei citati franchi tiratori avesse voluto solo mandare un segnale per, eventualmente, ottenere qualcosa, un fatto è certo: per la prima volta dal 1949 un Governo e il suo cancelliere sono stati bocciati al primo voto parlamentare.

Tuttavia, per loro fortuna, si è trattato solo di una sorta di tentato suicidio politico dei partiti tradizionali, che si aggiunge all’inopinata e politicamente inopportuna iniziativa dei servizi segreti tedeschi di dichiarare il più grande partito di opposizione, Alternative für Deutschland, “un’organizzazione di estrema destra non compatibile con l’ordine democratico libero”. Ebbene, dal momento che non è pensabile cancellare il consenso della seconda forza politica del Paese, con oltre 10 milioni di consensi, data peraltro in forte, ulteriore crescita, se c’è un modo per mandarla nella stanza dei bottoni è quello di demonizzarla, evocando i fantasmi del nazismo, analogamente a ciò che sta tentando da tempo, con pessimi risultati, la sinistra italiana, sventolando in ogni occasione la sempre più sbiadita bandiera dell’antifascismo. D’altro canto, se un domani Afd dovesse democraticamente conquistare il Governo federale, così come sta ampiamente dimostrando l’esperienza del primo Esecutivo italiano guidato da un partito di destra, non ci sarebbe alcuna invasione delle cavallette, dato che lo stretto e complesso sentiero della realtà del mondo circostante costringerebbe i nuovi occupanti del palazzo a mitigare i loro eventuali progetti rivoluzionari. Ne sa qualcosa quel simpaticone di Donald Trump che, crollato nei sondaggi con una rapidità senza precedenti negli States, sta Obtorto collo ridimensionando i suoi bollenti spiriti della prima ora.

Aggiornato il 07 maggio 2025 alle ore 09:59