I drusi in Israele: aiutate i fratelli in Siria

Benjamin Netanyahu ha avuto un colloquio con lo sceicco Muwafaq Tarif, guida spirituale della comunità drusa in Israele, all’indomani dell’escalation di violenze in Siria, dove recenti attacchi hanno causato oltre cento vittime tra i drusi. Secondo una nota dell’ufficio del premier, “lo sceicco Tarif ha ringraziato il premier per la sua direttiva di agire con determinazione per proteggere i drusi in Siria negli ultimi giorni, incluso l’attacco della scorsa notte al complesso del palazzo presidenziale a Damasco”. Un’azione che, secondo il leader religioso, “ha trasmesso un chiaro messaggio di deterrenza al regime siriano riguardo all’impegno di Israele verso la comunità drusa in Siria”.

Il confronto tra Netanyahu e lo sceicco giunge in un momento di forte tensione interna, in particolare dopo la manifestazione della sera precedente nel nord del Paese, dove centinaia di cittadini drusi, tra cui numerosi riservisti delle Forze di difesa israeliane, hanno bloccato strade e incroci per chiedere un intervento deciso da parte dello Stato ebraico. “Netanyahu ha detto allo sceicco di aspettarsi che la comunità drusa rispetti la legge in Israele, come fa normalmente, e che non agisca in alcun modo contro altri cittadini o contro le forze di sicurezza”, ha precisato il comunicato, ribadendo che “Israele è uno Stato di diritto e che tutti devono rispettarlo, poiché si tratta di una condizione fondamentale e non negoziabile”. La protesta, esplosa nella notte tra giovedì e venerdì, ha coinvolto anche la residenza privata del primo ministro a Cesarea, dove i manifestanti hanno denunciato l’inazione del governo: “Avevano detto che avrebbero protetto i fratelli drusi, ma questo non si è concretizzato”, hanno dichiarato a Ynet. A livello militare, le autorità israeliane hanno confermato un raid nella capitale siriana. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha dichiarato l’esercito su Telegram, in quello che appare come un chiaro avvertimento rivolto a Damasco. Il ministro della Difesa Israel Katz ha rafforzato il messaggio, dichiarando: “Quando il leader siriano Ahmed al-Sharaaal-Jolani – si sveglia la mattina e vede i risultati dell’attacco dei caccia dell’aeronautica militare israeliana, capisce che Israele è determinato a impedire che venga fatto del male ai drusi in Siria”.

Katz ha aggiunto che “è suo dovere proteggere i drusi nella periferia di Damasco dagli attacchi dei rivoltosi jihadisti e consentire alle centinaia di migliaia di drusi di Sweida e Jabal al-Druze di difendersi da sole, senza inviare forze jihadiste nei villaggi”, sottolineando come “è nostro dovere proteggere i drusi in Siria da qualsiasi danno, per il bene dei nostri fratelli drusi in Israele, per la loro lealtà verso lo Stato e per il loro immenso contributo alla sicurezza di Israele”.

E nelle stesse ore, è esploso un nuovo caso internazionale. Un gruppo di attivisti della Freedom Flotilla Coalition, impegnato nell’organizzazione di una missione umanitaria diretta verso Gaza, avrebbe denunciato di essere stato colpito da droni israeliani in acque internazionali al largo di Malta. “Alle 00:23 ora maltese, la Conscience, una nave della Freedom Flotilla Coalition, è stata attaccata direttamente in acque internazionali”, ha dichiarato il gruppo. “I droni armati hanno attaccato due volte la parte anteriore di un’imbarcazione civile disarmata, causando un incendio e una profonda breccia nello scafo”. Secondo la stessa fonte, l’attacco avrebbe avuto come obiettivo il generatore della nave, lasciandola priva di alimentazione e a rischio affondamento. La dichiarazione non riporta vittime. In risposta al segnale di emergenza, un’imbarcazione è stata inviata da Cipro, mentre le autorità italiane avrebbero disposto l’invio di un mezzo navale sul luogo dell’incidente. A bordo della nave vi sarebbero attivisti provenienti da 21 Paesi.

Aggiornato il 02 maggio 2025 alle ore 15:28