Fiume di arresti in Turchia per il 1 maggio

Mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan firma accordi commerciali per circa un miliardo di dollari, in Italia, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Istanbul il malcontento continua ad essere combattuto con arresti fiume. Le autorità turche hanno infatti fermato 76 persone, accusate di aver pianificato manifestazioni non autorizzate in occasione della festa del lavoro, in programma per domani, con l’aggravante – secondo l’accusa – di aver incitato la popolazione ad atti di violenza contro le forze di sicurezza, impiegando pietre e bastoni. L’operazione, coordinata dalla procura della metropoli sul Bosforo, ha individuato in totale 84 sospetti: si tratta per lo più di attivisti legati alla sinistra extraparlamentare, sindacalisti e membri di organizzazioni di sinistra radicale classificate da Ankara come “terroristiche”. Mentre la maggior parte dei presunti responsabili è già stata fermata, le autorità turche stanno proseguendo con i blitz per catturare gli altri otto ricercati. A riferirlo è il quotidiano Habertürk.

La stretta sul dissenso in Turchia, non fa quasi più notizia. Da quando Erdoğan è salito al potere, la prefettura di Istanbul vieta tassativamente ogni celebrazione e manifestazione per il 1 maggio. E da quando Erdoğan è al potere, l’opposizione – ma anche “semplici lavoratori – sfidano regolarmente il divieto delle forze dell’ordine a piazza Taksim. I tentativi di raggiungere la piazza si trasformano puntualmente in scontri con la polizia governativa. A questo clima di tensione si sommano gli arresti compiuti nei giorni scorsi nell’ambito delle proteste contro la detenzione del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, figura centrale dell’opposizione e potenziale sfidante di Erdoğan alle prossime elezioni presidenziali. Quasi 50 persone sono finite in manette dopo aver manifestato contro l’arresto del primo cittadino, accusato genericamente di “corruzione”. İmamoğlu è stato arrestato il 19 marzo scorso e detenuto dal 25, proprio mentre il suo partito, il Chp, si apprestava a ufficializzare la sua candidatura contro l’attuale presidente.

Aggiornato il 30 aprile 2025 alle ore 09:46