
Donald Trump si è regalato un bel comizio. La ricorrenza, i suoi primi (secondi) 100 giorni da presidente degli Stati Uniti. E dopo la “presidenza peggiore della storia”, ovvero quella di Joe Biden, il tycoon ha deciso di usare un palco nel Michigan, lo Stato dell’automotive americana, per questa quasi-estensione della sua campagna elettorale. Il secondo mandato, la “rivoluzione del buon senso”. Davanti a una folla galvanizzata, il presidente ha rivendicato “il cambiamento più profondo della storia” portato a Washington, approfittando dell’occasione per lanciare un nuovo attacco frontale contro Joe Biden, definito ancora una volta “il peggior presidente della storia”, e contro i democratici lunatici, accusati di “truccare le elezioni” e di volere “un altro mio impeachment”. Nel cuore del suo intervento, Trump ha rilanciato la promessa di un’“età dell’oro” per gli Stati Uniti, con un focus martellante sul tema che più ha alimentato il suo consenso: l’immigrazione. Secondo il presidente, gli ingressi di migranti irregolari dal confine sud sarebbero “crollati del 99,9 per cento: solo tre persone sono entrate”, ha dichiarato con enfasi, definendo il dato come una prova del successo delle sue politiche di sicurezza. “Congratulazioni America. Se non avessimo vinto le elezioni, i democratici avrebbero consentito l’invasione di 30-40 milioni di illegali, molti dei quali criminali”, ha insistito, puntando il dito contro la magistratura, colpevole – a suo dire – di frenare l’azione dell’Esecutivo. “Nulla fermerà la mia missione di rendere l’America di nuovo sicura”, ha assicurato al pubblico.
Dal confine con il Messico, Trump ha poi spostato l’attenzione sull’economia, rivendicando i suoi interventi su dazi, inflazione e politica monetaria. Senza mai nominarlo esplicitamente, ha indirizzato le sue critiche a Jerome Powell, presidente della Federal Reserve Bank: “L’inflazione è praticamente in calo. C’è una persona alla Fed che non sta facendo un buon lavoro”, ha detto, per poi aggiungere: “Sui tassi, ne so più di lui”, sottolineando di essere consapevole che non dovrebbe attaccare pubblicamente il capo della banca centrale. Nel passaggio dedicato alla politica commerciale, Trump ha ribadito la necessità delle tariffe per proteggere l’economia americana: “Siamo stati abusati” sul piano commerciale “da amici e nemici”, ha spiegato, difendendo i dazi e annunciando progressi nei colloqui con Pechino: “Alla fine un accordo equo con la Cina ci sarà. Pechino vuole fare un accordo, noi vogliamo fare un accordo”. Parole pronunciate anche per rafforzare l’asse con Elon Musk, che il presidente ha definito “un vero americano. È incredibile. Ci ha veramente aiutato”.
Tra le altre promesse rilanciate durante i 90’ di comizio, Trump ha garantito un nuovo taglio delle tasse in arrivo nei prossimi mesi, ha accennato al ripristino del Columbus Day come giornata ufficiale per la comunità italiana, e ha ribadito il suo obiettivo di lungo termine: vedere astronauti americani piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte. Una narrazione tutta proiettata verso il futuro, mentre la macchina elettorale già lavora alla riconferma definitiva del tycoon alla guida degli Stati Uniti.
Aggiornato il 30 aprile 2025 alle ore 15:27