Guerra in Ucraina, la settimana decisiva

C’è la volontà di concludere. Tutto dipenderebbe da Vladimir Putin, secondo il vicepremier Antonio Tajani. “La palla è nel campo della Russia. In ogni caso quella dei due presidenti faccia a faccia è un’immagine forte sotto vari punti di vista. Trasmette l’idea della centralità di Roma e dell’universalità della Chiesa”, ha aggiunto il ministro degli Esteri intervistato da Il Messaggero, commentando l’incontro avvenuto fra Volodymyr Zelensky e Donald Trump durante i funerali di Papa Francesco. Secondo il titolare della Farnesina, “in più, sotto l’aspetto organizzativo, la Capitale ha dimostrato di avere un’efficienza straordinaria e se n’è accorto tutto il mondo”, sottolineando il riconoscimento internazionale ricevuto da Roma per la sua capacità logistica.

Guardando al versante transatlantico, Tajani si dice “ottimista” circa il summit tra Donald Trump e Ursula von der Leyen sull’Ucraina. “Sono convinto che si farà. Roma sarebbe una ottima scelta. Quando ci sarà l’incontro non lo so. Stiamo lavorando”, ha dichiarato, lasciando intendere che i preparativi sono ancora in corso. Sul tema dei dazi commerciali, il ministro osserva: “Ritengo che ci sia anche Oltreoceano la consapevolezza che convenga avere un buon rapporto con l’Europa. Trump ha ragione sul fatto che in materia di difesa e sicurezza il nostro continente debba fare di più. Ma alzare i dazi, se si vuole che l’Europa spenda di più per il settore militare, è una contraddizione”. Quanto alla possibile adesione di Kiev alla Nato, Tajani si allinea alla posizione americana: “Mi pare che il percorso da avviare sia quello dell’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. In quanto tempo possa verificarsi questo ingresso, non lo so. Noi faremo di tutto per questa adesione”.

Nel corso dell’intervista al quotidiano romano, Tajani si sofferma anche sul prossimo congresso del Partito popolare europeo, in programma a Valencia: “Il Ppe è il partito che dà stabilità al nostro continente. Una rivoluzione istituzionale è necessaria, e serve per far compiere alla Ue passi in avanti per dare risposte concrete ai cittadini. Io lancerò una serie di messaggi: fine dell’unanimità, unificare le figure del presidente della commissione e del Consiglio europeo, elezione diretta del presidente Ue, più potere di iniziativa legislativa al parlamento comunitario. E ancora: meno regole e meno burocrazia, nuova politica ambientale, favorendo la crescita”.

Parallelamente, sul fronte diplomatico, il Ministero degli Esteri russo ha reso noto in un comunicato che il ministro Serghei Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale è stata ribadita “l’importanza di consolidare i presupposti che stanno emergendo per avviare negoziatisullUcraina, “con l’obiettivo di concordare su un percorso affidabile verso una pace sostenibile a lungo termine”. Intervistato dal quotidiano brasiliano O Globo e citato dalla Tass, il titolare degli Esteri del Cremlino ha precisato che “il riconoscimento internazionale del possesso russo della Crimea, di Sebastopoli, della repubblica di Donetsk, della repubblica di Lugansk, delle regioni di Kherson e di Zaporizhzhia è imperativo”, evidenziando ancora una volta come Mosca consideri imprescindibile l’annessione dei territori occupati per qualsiasi accordo di pace.

E anche il segretario di Stato Usa ha ribadito come al centro di ogni negoziato sia imprescindibile una sorte di compromesso. “Non esiste una soluzione militare” alla guerra in Ucraina, ha detto a Nbc. “L’unica soluzione è un accordo negoziato in cui entrambe le parti dovranno rinunciare a qualcosa che affermano di volere e dovranno dare qualcosa che non vorrebbero dare”. Solo in questo modo si può mettere “fine a una guerra e questo è quello che stiamo cercando di fare”, ha spiegato Marco Rubio. Il titolare degli Esteri Usa ha sottolineato che “per mettere fine a questa guerra, ci saranno cose che la Russia vuole e non avrà, e ci saranno cose che l’Ucraina vuole e non avrà”, aggiungendo: “Questa settimana cercheremo di determinare se tutte la Russia e l’Ucraina vogliono veramente la pace e quanto sono ancora vicine o lontane dopo circa 90 giorni di tentativi. È complicato, se fosse stata una guerra facile da far finire sarebbe stata finita da molto tempo fa, ma al momento l’unico che può portare le due parti insieme per mettere fine alla guerra è Donald Trump”.

Aggiornato il 28 aprile 2025 alle ore 15:02