
Pechino ha intenzione di dialogare sui dazi. Dopo l’annuncio di Donald Trump sulla loro riduzione, la Cina si dice disposta ad avviare i colloqui commerciali con gli Stati Uniti. Ieri, il tycoon, parlando con i giornalisti alla Casa Bianca a proposito dei dazi cinesi, ha detto che “alla fine ridurrà i dazi sulla Cina ma non a zero. Il 145 per cento è molto alto, e non sarà sempre così alto. Non sarà nemmeno lontanamente così alto. Scenderà sostanzialmente, ma non sarà a zero”. Sulla questione è intervenuto il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun: “La Cina ha sottolineato fin dall’inizio che non ci sono vincitori nelle guerre tariffarie e commerciali”. Guo Jiakun ha rimarcato sottolineando che “la porta per i colloqui è spalancata”. “Non vogliamo una guerra commerciale, ma non ne abbiamo paura”, ha replicato Guo alla domanda sull’eventuale coinvolgimento di Pechino in negoziati con gli Usa sul commercio, dopo che la Casa Bianca ha affermato che gli Stati Uniti stavano “preparando il terreno per un accordo” con la Cina. La posizione di Pechino sulla guerra tariffaria avviata da Trump “è molto chiara: se gli Stati Uniti vogliono davvero risolvere i problemi attraverso il dialogo e il negoziato, dovrebbero smettere di minacciare e ricattare e avviare un dialogo con la Cina basato su uguaglianza, rispetto e reciproco vantaggio”, ha concluso il portavoce.
Intanto, il presidente Xi Jinping, incontrando l’omologo azero Ilham Aliyev, in visita a Pechino, ha parlato proprio della contesa sui dazi. “Le guerre tariffarie e commerciali – ha detto Xi Jinping – minano i diritti e gli interessi legittimi di tutti i Paesi, danneggiano il sistema commerciale multilaterale e hanno un impatto sull’ordine economico mondiale”. Xi, secondo i media statali, ha affermato che la Cina è disposta a collaborare con l’Azerbaigian “per tutelare il sistema internazionale con l’Onu al centro e l’ordine basato sul diritto internazionale” allo scopo di “proteggere con decisione i rispettivi diritti e interessi legittimi e di difendere l’equità e la giustizia internazionale”.
Xi, impegnato in un’ampia campagna diplomatica presso i partner cinesi per rafforzare il fronte contro i dazi di Donald Trump, ha annunciato con Aliyev, nei colloqui avuti nella Grande sala del popolo di Pechino, l’istituzione di “un partenariato strategico globale” bilaterale. Il leader cinese ha ribadito il sostegno all’Azerbaigian “nel salvaguardare la sua sovranità nazionale, l’indipendenza e l’integrità territoriale e nel continuare a seguire un percorso di sviluppo che si adatti alle sue condizioni nazionali”. Xi ha chiesto di “ottimizzare la progettazione di alto livello, di rafforzare l’allineamento delle strategie di sviluppo e di migliorare i meccanismi di cooperazione”, sfruttando il potenziale della Belt and Road Initiative (Bri), la Nuova Via della Seta, “per conseguire uno sviluppo di alta qualità”. Aliyev, nel resoconto del network statale Cctv, ha replicato che “la parte azera aderisce con fermezza al principio della Unica Cina, insiste sul fatto che Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese e sostiene tutti gli sforzi compiuti dal Governo cinese per raggiungere la riunificazione nazionale”. Inoltre, c’è anche la disponibilità ad “approfondire la costruzione di un partenariato strategico globale, ad espandere la cooperazione in vari settori” quali la Bri, l’economia digitale, l’energia verde, la scienza e la tecnologia. I due capi di Stato hanno firmato la “Dichiarazione congiunta sulla creazione di un partenariato strategico globale” e hanno assistito alla firma di 20 documenti di cooperazione tra cui quelli sulla costruzione della Bri, sullo sviluppo verde e dell’economia digitale.
Aggiornato il 23 aprile 2025 alle ore 13:12