Il degrado (con suicidi) della sanità francese

Violenze mortali, mobbing, omicidio involontario e mancata assistenza alla persona in situazione di pericolo: non è cortissima la lista delle denunce che è piovuta sulla testa del ministro del Lavoro, della Salute e della solidarietà, Catherine Vautrin, del ministro dell’Istruzione superiore, Elisabeth Borne, e del ministro delegato per la Salute e l’accesso all’Assistenza sanitaria, Yannick Neuder. La denuncia, come appreso da BFMTV da una fonte giudiziaria, è stata depositata alla Corte di giustizia della Repubblica francese in rappresentanza di 19 persone che hanno sporto querela. I ministri dovranno rispondere in tribunale dei suicidi in serie che sono avvenuti in questi anni in ambito ospedaliero, causati, secondo i querelanti, da condizioni di lavoro sempre più degradate negli ospedali francesi. Secondo la denuncia tre strutture ospedaliere, situate nel Basso Reno, nell’Hérault e negli Yvelines, “stanno vivendo un’ondata di suicidi particolarmente preoccupante, senza che venga adottata alcuna misura”, provocando “una negazione istituzionaledei fatti.

Quali? Nel gennaio 2023, un infermiere di 54 anni si impicca nel suo posto di lavoro, presso l’istituto sanitario pubblico Alsace Nord a Brumath, lasciando due lettere, una delle quali destinata all’Ispettorato del lavoro, riferiscono Le Monde e France Inter. Il 3 giugno 2024 si toglie la vita un’infermiera del Centro ospedaliero di Béziers (Hérault), dopo 4 anni di inutili tentativi di sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti sulle sue sofferenze al lavoro. In una lettera, la donna “dà la colpa alla dirigenza e afferma che il suo suicidio dovrebbe proteggere altre infermiere dal provare ciò che ha provato lei”, ha detto il marito in un intervista, riferendosi al burnout e alla depressione. A non reggere alle pressioni, si fa notare, non è solo il personale paramedico, ma anche chi è più alto nelle gerarchie sanitarie. A settembre 2023, il responsabile del pronto soccorso del Gruppo ospedaliero territoriale Yvelines Nord (Ght) si uccide con una sedazione nel suo ufficio. In una denuncia depositata, ad agosto e settembre 2023, aveva rivelato di aver ha lavorato per 37 giorni consecutivi lavorando sia di giorno che di notte, e anche per 5 fine settimana consecutivi con le guardie dello Smur. E il 38esimo giorno si è suicidato. Secondo l’agenzia France Presse, l’Assistance publiqueHôpitaux de Paris (AP-HP) è oggetto di una denuncia per “molestie morali istituzionali”, pratiche che secondo i parenti delle vittime possono appunto portare al suicidio.

In una sintesi della denuncia che ha potuto consultare BFMTV si legge che “il settore ospedaliero attraversa da molti anni una forte crisi, aggravatasi intorno al 2012-2013, che, nonostante numerosi segnali d’allarme particolarmente preoccupanti, tra cui i suicidi, non è mai stata superata, anzi, è il contrario”. Si parla anche di un “modo di funzionamento istituzionale totalmente degradato, a prescindere dal costo umano”, di ripetuti casi di “gestione totalitaria e iniqua”, di “lavoro forzato al di fuori di qualsiasi quadro normativo”, di requisizione del personale come parte di un “meccanismo di controllo per organizzare illegalmente il superlavoro” e di “minacce”. Al netto delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari, che sono ulteriormente peggiorate dall'inizio della pandemia Covid, di fronte “all’impunità organizzata contro gli autori degli atti”, la denuncia solleva la questione dell’intenzionalità e della responsabilità penale dei ministri, poiché “gli allarmi lanciati individualmente o a livello sistematico vengono completamente ignorati”.

Gli avvocati chiedono l’applicazione della cosiddetta “giurisprudenza France Télécom”, in riferimento alla condanna di due ex dirigenti del gruppo (divenuto Orange nel 2013) da parte della Corte d’appello di Parigi nel settembre 2022 proprio per molestie morali istituzionali (tra il 2008 e il 2009, si sono suicidati 35 dipendenti dell’azienda). La giurisprudenza France Télécom deve essere applicata ai ministri come a qualsiasi dirigente aziendale, in nome del principio di uguaglianza davanti alla legge, soprattutto quando si verificano simili attacchi all’integrità della persona”, ha detto l’avvocato Christelle Mazza a France Presse. Qualsiasi dirigente d’azienda, ha spiegato, “che attuasse politiche di ristrutturazione così massicce e ripetute come quelle adottate nel sistema ospedaliero pubblico, con simili conseguenze sulle condizioni di lavoro, verrebbe condannato e l’azienda chiusa”. Secondo Mazza, le azioni volte ad attuare consapevolmente “una politica aziendale che miri a degradare le condizioni di lavoro di tutti o di parte dei dipendenti al fine di ottenere una riduzione del personale o di raggiungere qualsiasi altro obiettivo, sia gestionale, economico o finanziario, o che abbia come effetto tale degradazione”, possono caratterizzare una situazione di molestia morale.

Aggiornato il 17 aprile 2025 alle ore 09:23