
Blatte, scarafaggi, coleotteri, topi, pesciolini d’argento, formiche. La formazione tipo del degrado. I beetles sono tornati, ma non sono quelli che pensate voi. Gli ospedali inglesi sono già in stato di guerra, senza che le bombe di Vladimir Putin li abbiamo minimamente sfiorati. Gli edifici fatiscenti della sanità d’Oltremanica devono fare i conti con perdite fognarie, illuminazione difettosa, servizi igienici impraticabili e soffitti pericolanti. Una manna per insetti, parassiti e roditori. Secondo l’inchiesta del sindacato Unison, un membro ospedaliero su sei afferma di aver visto parassiti di ogni genere all’interno dei propri edifici negli ultimi 12 mesi. In particolare, i pesciolini d’argento prosperano in condizioni di umidità, mentre blatte e parassiti possono trasmettere malattie come escherichia coli e salmonella.
Lo studio condotto dal sindacato in tutto il Regno Unito su quasi 9.000 operatori sanitari dipinge un quadro preoccupante del complesso residenziale del servizio sanitario nazionale: il 17 per cento del personale interpellato non ritiene che il proprio edificio sia sicuro. Più del 50 per cento dei dipendenti del NHS afferma di aver visto secchi che raccoglievano l’acqua che perdeva nei loro edifici lavorativi nell’ultimo anno, mentre quasi un quarto (23 per cento) ha assistito a perdite fognarie. Oltre un quarto poi (28 per cento) afferma che i bagni pubblici nei loro ospedali sono stati fuori servizio per lunghi periodi; tre dipendenti su 10 segnalano bagni del personale rotti. Il deterioramento è ovunque. La metà degli intervistati parla di ascensori costantemente fuori servizio, il 27 per cento lamenta un’illuminazione difettosa e uno su cinque avverte di soffitti che crollano.
I risultati arrivano nei giorni in cui spopola in rete un video di un topolino che se la spassa per i reparti dell’ospedale di Kent. In un altro nel Wirral, il personale ha affermato che le infestazioni di mosche e i topi morti avevano costretto ad annullare molti interventi chirurgici. Un membro anonimo del personale che lavora nel nord-ovest dell'Inghilterra ha detto a Unison che c’erano scatole di esche per parassiti sparse in tutto il suo ospedale, ma questo non aveva impedito ai topi di entrare in una stanza che conservava strumenti e forniture sterili. L’operatore sanitario ha aggiunto che una perdita da un tubo di scarico aveva causato un cattivo odore nell'area circostante per oltre un anno. Un’infermiera di un ospedale scozzese ha raccontato di soffitti crollati e che i secchi d’acqua che raccoglievano l'acqua piovana che perdeva erano un pericolo costante di inciampo. Ma che questi erano un problema minore rispetto alle normali perdite fognarie. Molti edifici sono infestati dai coleotteri. Un lavoratore responsabile della pulizia e della gestione delle attrezzature mediche nell’Inghilterra orientale ha detto al sindacato di aver visto escrementi di topo sul pavimento e sulle scrivanie della reception, nelle sale relax del personale e persino nel deposito degli strumenti sterili.
Un quadro a dir poco preoccupante, commenta Unison. Il sistema sanitario nazionale, afferma la responsabile sanitaria del sindacato, Helga Pile, “sta cadendo a pezzi”, con i dipendenti a costretti quotidianamente a “schivare i topi, scavalcare le fogne o stare attento alle piastrelle del soffitto che cadono”. L’ultima cosa “che i pazienti o il personale vogliono – osserva – è che parassiti, scarafaggi e altre cose sgradevoli si aggirino nei reparti. I parassiti portatori di malattie possono mettere a rischio la salute delle persone”. La sanità inglese, osserva, ormai “una reliquia dickensiana in rovina”. Servono soldi subito per accelerare gli investimenti e riparare i danni causati da negligenze e scelte politiche ben definite. Il personale del National health service lavora in condizioni sempre più inaccettabili. Sempre più pazienti muoiono nelle ambulanze in attesa di essere ricoverati negli ospedali, dopo agonie che possono durare anche più di 12 ore. Un intervistato su sette ha dichiarato di aver atteso fuori dai pronto soccorso per 12 ore o più. E più della metà ha subito ritardi di oltre sei ore. Quasi l’80 per cento dei paramedici e dei tecnici di emergenza sanitaria affermano di aver dovuto assistere, nel 2024, i pazienti sul retro delle ambulanze perché bloccati fuori dai pronto soccorso. Quasi la metà (47 per cento) dichiara di aver trascorso “quasi ogni turno” a fornire assistenza ai paziente nel parcheggio dell’ospedale, in attesa di essere trasferiti al pronto soccorso. Secondo gli operatori, il fatto di attendere più di 30’ nelle ambulanze compromette la privacy e la dignità dei pazienti. In queste condizioni, gli infermieri sotto pressione e temono per la loro salute mentale e quasi il 40 per cento sta prendendo in considerazione l’idea di abbandonare la professione.
Il governo laburista, da par suo, ha pensato bene di offrire loro un aumento dello stipendio non superiore al 2,8 per cento. Proposta “ridicola”, secondo la segretaria generale di Unison, Christina McAnea, che come tale non incoraggerebbe il personale esperto a rimanere nell’Nhs, né sarebbe sufficiente a convincere a reclutare nuovo personale.
Aggiornato il 11 aprile 2025 alle ore 09:32