Weber: “Unità europea in Meloni e Tajani”

“L’Ue rappresenta il 22 per cento del Pil mondiale, gli Stati Uniti il 25 per cento. Siamo potenti”. Ha esordito così il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber sulle colonne del Corriere della Sera. “Siamo un continente enorme. Possiamo difendere i nostri interessi nel mondo di domani basandoci su relazioni solide e sul libero scambio”, ha aggiunto il politico tedesco nell’intervista di oggi. “Nessuno di noi, Germania, Francia, Italia – ha aggiunto – è abbastanza grande da difendere i propri interessi da solo, dobbiamo stare uniti e questo è lo spirito che vedo nel governo italiano” con Giorgia Meloni e Antonio Tajani. E ancora “I dazi imposti dagli Stati Uniti sono dannosi per tutti”, ha proseguito Weber. Il messaggio del leader del Ppe per il Paese a stelle e strisce è: fermatevi. L’idea, quella di portare Washington al tavolo dei negoziati. Il “come”, è il rapporto che lega l’Esecutivo italiano e la Casa Bianca.

“La reazione europea è equilibrata, in modo da non innescare un’escalation come quella che sta avvenendo tra Stati Uniti e Cina. Noi siamo responsabili. Ma l’Europa non può essere messa sotto pressione dall’amministrazione statunitense. Chiediamo il rispetto di dialogare nel merito”, ha spiegato Weber, secondo cui “tutti i canali che abbiamo sono utili in questo momento. Ritengo positivo che Meloni si rechi a Washington e abbia colloqui con Trump”. Il governo italiano con “Meloni e Tajani si sta muovendo con spirito europeo e coordinandosi a livello europeo. Meloni ha colloqui con la presidente Ursula von der Leyen”. Ecco come viene creata una posizione europea comune. E c’è qualcuno che nel frattempo, magari all’Eliseo, si mangia la bombetta.

VON DER LEYEN: PRONTI A TASSARE LE BIG TECH

E c’è pur sempre un piano B. L’Unione europea si prepara a introdurre “una tassa sui ricavi pubblicitari digitali” qualora i negoziati con Washington dovessero naufragare. È quanto dichiarato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista al Financial Times, all’indomani della sospensione temporanea dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Nel corso della tregua di 90 giorni concordata con l’amministrazione Trump, Bruxelles tenterà di costruire un’intesa “pienamente equilibrata”, senza arretrare sui propri principi normativi in materia digitale. Von der Leyen ha chiarito che non verranno toccate le fondamenta del pacchetto Dsa-Dma né l’impianto dell’Iva comunitaria: “Questi aspetti non rientrano nel negoziato perché sono decisioni sovrane”, ha puntualizzato, mettendo un punto fermo sulle richieste americane di revisione del quadro regolatorio europeo.

Nel frattempo, la Francia suona l’allarme. “La sospensione parziale dei dazi statunitensi per 90 giorni è un segnale e una porta aperta al negoziato. Ma questa pausa resta fragile”, scrive il presidente Emmanuel Macron in un lungo intervento su X. Il capo dellEliseo rivendica l’unità europea nella difesa degli interessi comuni: “Con la Commissione e nell’unità europea, il nostro obiettivo resta semplice: negoziare per eliminare queste tariffe ingiuste e ottenere un accordo equilibrato, senza asimmetrie”. Macron non nasconde la sua preoccupazione per il quadro economico: “Fragile, perché i dazi del 25 per cento su acciaio, alluminio e automobili e quelli del 10 per cento su tutti gli altri prodotti sono ancora in vigore. Rappresentano 52 miliardi di euro per l’Unione europea! Fragile, perché questa pausa di 90 giorni significa 90 giorni di incertezza per tutte le nostre attività, su entrambe le sponde dell’Atlantico e oltre”.

Il presidente francese sottolinea la necessità di un fronte comune e reattivo: “La Francia è pronta. Anche l’Europa deve esserlo. Restiamo lucidi, uniti e difendiamo con fermezza i nostri interessi. Proprio ieri ero con imprenditori e industriali molto preoccupati. I dazi americani colpiscono le loro aziende dritto al cuore”. E ancora: “Abbiamo ragione a lottare: qui sono in gioco i posti di lavoro e le vite dei nostri territori. Insieme agli europei faremo tutto per proteggere le nostre imprese e i nostri settori, tutto per affermare la nostra sovranità economica, tutto per garantire il futuro dei nostri posti di lavoro”, ha concluso Macron il suo intervento social.

Aggiornato il 11 aprile 2025 alle ore 14:13