Trump sta con il Marocco

Nel 2025 si celebrano 50 anni dall’inizio della divisione del Sahara occidentale, un conflitto che continua a essere uno dei più complessi e longevi nella geopolitica dell’Africa settentrionale. La questione risale agli anni Settanta, quando il Marocco rivendicò la sovranità sulla regione, a seguito della fine del dominio coloniale spagnolo. Un’anniversario che ha anche il sapore di un bilancio, non solo sulla condizione della regione, ma sulla posizione internazionale del Marocco e sul suo ruolo crescente nella stabilità geopolitica della zona. Nel 1975, con la storica Marcia Verde, il Marocco mobilitò circa 350mila cittadini per rivendicare il Sahara occidentale, consolidando il suo controllo su un territorio che, fino a poco prima, era sotto la sovranità coloniale spagnola. Questo momento segnò un punto di svolta decisivo nella storia del Paese, dando inizio a un processo di consolidamento della sovranità marocchina che, però, ha incontrato la resistenza del Fronte Polisario.

Il Sahara occidentale è così diventato un terreno di scontro tra il Marocco e il Polisario, con il primo che mantiene il controllo sul territorio e il secondo che continua la sua lotta per l’autodeterminazione. A complicare ulteriormente la questione, l’Algeria ha preso una posizione di supporto al Polisario, sia diplomaticamente che militarmente, alimentando una frattura che da decenni coinvolge diversi attori regionali. Nel 2020, l’amministrazione di Donald Trump riconobbe ufficialmente la sovranità del Marocco sul Sahara occidentale, una mossa diplomatica che segnò un cambiamento nelle politiche statunitensi sulla questione. A distanza di cinque anni, anche sotto la presidenza di Joe Biden, la posizione americana non è mutata: il segretario di Stato Marco Rubio ha ribadito che la sovranità del Marocco sul Sahara è un principio solido, sostenendo il piano di autonomia per la regione come l’unica base per una soluzione duratura e giusta del conflitto.

Questo anniversario, quindi, non segna solo un importante capitolo storico, ma accentua anche il sostegno all'autonomia sotto la sovranità marocchina e coloro che richiedono l’indipendenza totale per il popolo sahrawi. Il riconoscimento da parte degli Stati Uniti, seppur significativo, non risolve la questione, ma consolida la posizione del Marocco sulla scena internazionale. È interessante sottolineare che la mossa di Trump e il successivo supporto di Biden al riconoscimento della sovranità marocchina sono legati agli Accordi di Abramo, firmati nel 2020. Questi accordi, che hanno normalizzato le relazioni tra Israele e diversi Paesi arabi, hanno visto il Marocco come uno degli attori principali. L’inclusione del Marocco tra i firmatari è stata vista come una parte integrante di una strategia geopolitica più ampia, che ha dato al Marocco una posizione privilegiata nella nuova configurazione politica del Medio Oriente e dell’Africa del Nord. Il riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara occidentale da parte degli Stati Uniti è quindi un’estensione degli Accordi di Abramo, un’opportunità per rafforzare la cooperazione tra Marocco, Israele e gli Stati Uniti in numerosi ambiti strategici, tra cui la sicurezza e lo sviluppo economico.

Un altro aspetto che contribuisce a consolidare la posizione del Marocco nella regione è il suo crescente ruolo tecnologico e industriale, che sta facendo del Regno un attore chiave per i Paesi del Sahel e dell’Africa subsahariana. Con investimenti strategici in settori come le energie rinnovabili, la tecnologia e le infrastrutture, il Marocco sta acquisendo una posizione dominante nel continente. La creazione di alleanze economiche e la collaborazione con paesi come la Mauritania e il Mali, che sono sempre più dipendenti dalle capacità di innovazione marocchina, dimostrano quanto il Regno sia diventato un partner cruciale nella stabilizzazione della regione.

Il Marocco, con il suo forte investimento in tecnologia e sicurezza, sta infatti estendendo la sua influenza anche nelle aree più vulnerabili e strategiche dell’Africa, specialmente nel Sahel, dove il terrorismo e le sfide legate alla governance sono quotidiani. Le competenze marocchine nella gestione delle risorse naturali e nella sicurezza informatica lo pongono come interlocutore privilegiato per molti Paesi che lottano per mantenere l’ordine in un contesto di crescente instabilità. In questo scenario, il riconoscimento da parte degli Stati Uniti assume un’importanza fondamentale, non solo perché offre una legittimazione internazionale alla sovranità marocchina, ma anche perché rafforza la posizione del Marocco come attore fondamentale nella stabilità dell’Africa settentrionale. Sebbene la situazione del Sahara Occidentale rimanga irrisolta, il riconoscimento Usa funge da conferma del nuovo ordine geopolitico che vede il Marocco come un partner strategico non solo per gli Stati Uniti, ma per l’intero Occidente.

Questo anniversario, dunque, non è solo una riflessione storica sulla divisione del Sahara, ma anche una testimonianza di come il Marocco abbia saputo adattarsi alle sfide geopolitiche e usare a proprio favore le nuove dinamiche regionali e globali. Con il sostegno internazionale che si consolida e con la sua crescente influenza tecnologica, economica e politica, il Regno sembra essere pronto a giocare un ruolo sempre più centrale nelle questioni del Maghreb e oltre. Le Nazioni unite, intanto, continuano a spingere per una soluzione pacifica, ma con l’evidente supporto degli Stati Uniti e la crescente rilevanza del Marocco nel contesto regionale, l’idea di un Sahara sotto il controllo marocchino appare sempre più solida. Il futuro del Sahara occidentale resta incerto, ma il riconoscimento della sovranità marocchina e il rafforzamento del ruolo del Marocco nella regione rendono la soluzione della questione meno lontana che mai.

Aggiornato il 10 aprile 2025 alle ore 15:23