La guerra di Macron? Agli ultras

In attesa di mostrare i muscoli alla Russia, Emmanuel Macron se la prende con i nemici interni. Perché una guerra a qualcuno prima o poi la si dovrà pur fare, no? L’Eliseo ha incaricato il Ministero dellInterno di fare pulizia negli stadi di calcio. Il ministro Bruno Retailleau ha nel mirino nove gruppi del tifo organizzato francese di Ligue 1 e Ligue 2, con l’obiettivo di scioglierne almeno cinque: la Brigade Loire (Nantes), les Offenders (Strasburgo), la Légion X (Paris Fc), Magics Fans e Green Angels (Saint-Etienne). Agli ultrà si contestano violenza contro le forze dell’ordine, distruzione di spazi pubblici, cori omofobi o razzisti e partecipazione a manifestazioni proibite, ha fatto sapere una fonte del ministero a France Info. Accuse, da verificare, che dovrebbero, tuttavia incontrare un sostegno unanime alla necessità di fare un po’ di pulizia nelle “curve”. C’è invece chi non la pensa così, al di là dello stesso tifo organizzato che ha già messo per iscritto, come vedremo, dubbi e perplessità.

Qualche voce non allineata del mondo politico, pensa, infatti, che la stigmatizzazione del tifoso di calcio sia il viatico migliore per “ottenere notorietà” o addirittura “comprare popolarità”. È il grande classico di chiunque arrivi al vertice del ministero degli interni, dice al canale pubblico Sacha Houlié, eletto all’Assemblèe nationale proprio tra le fila del partito di Macron (Renaissance), ma oggi appartenente al gruppo misto, e coautore nel 2020 di un rapporto sul tifo organizzato. Secondo l’ex macroniano molte cose non quadrano a livello di tempistica. “Non capisco”, dice a France Info, la “situazione si è calmata, con molti meno fatti gravi. Siamo lontani dagli incidenti ripetuti, e tuttavia stiamo ricorrendo a vecchie ricette la cui inefficacia non è più in dubbio. Non ha senso”.

La “calma” di cui parla Houlié è attribuibile alla circolare del 2019 dell’allora ministro dell’interno Christophe Castaner, che aveva raccomandato alle prefetture che la norma doveva essere quella di organizzare e supervisionare gli spostamenti dei tifosi, piuttosto che proibirli. Una strategia applicata con successo a Lens, Saint-Etienne, e soprattutto a Marsiglia, dove si è riusciti a gestire partite, anche a livello europeo, a rischio tumulti. La situazione si era ulteriormente calmata dal punto di vista legislativo con l’applicazione di diverse raccomandazioni della relazione parlamentare del maggio 2020 (allentamento dei divieti amministrativi negli stadi, non cumulo dei divieti amministrativi e dei divieti giudiziari negli stadi, strumenti nelle mani dei prefetti).

Ciò nonostante, ecco l’inatteso cambio di marcia. La ferita che ancora brucia è stata la figuraccia della Finale di Champions League allo Stade de France nel 2022. Una vicenda, però, secondo gli oppositori del metodo Retailleau, che sarebbe stata strumentalizzata da arte, facendo passare i tifosi per i teppisti, quando invece si è trattato di un fallimento organizzativo della Francia e dell’Uefa. Ecco spiegato, dunque, i divieti alle trasferte. Ma qui non si tratta di vietare, ma di organizzare in sicurezza gli spostamenti. Al ministero non sentono ragione. L’imperativo è passare all’azione, e smantellare tutto. Con il rischio, però, di mettere tutti nel calderone: gruppi ultrà storici, teppisti neonazisti, cani sciolti che vogliono scontri.

Il tifo organizzato, naturalmente, ha reagito con un comunicato stampa, tramite l’Association nationale des supporters, firmato da 129 associazioni, in cui si denunciano i “piani pericolosi” di scioglimento dei Magic Fans, Green Angels e Loire Brigade. “Siamo profondamente preoccupati per l’imminente attuazione di queste misure – scrivono – che non solo mettono a repentaglio i gruppi impegnati nel dialogo, ma minacciano anche l’essenza stessa del tifo in Francia”. Dopo aver “condannato fermamente e inequivocabilmente la violenza e i comportamenti discriminatori”, gli ultrà denunciano la mancanza di dialogo con il ministero dell’Interno per diversi mesi “su un argomento così serio”, che evidenzia una “mancanza di rispetto” verso il tifo organizzato. Secondo i firmatari, lo scioglimento dei gruppi da parte del ministero, avrebbe “conseguenze disastrose”, poiché rischierebbe di riaccendere le tensioni e di aumentare gli incidenti, privando il campo di interlocutori legittimi e responsabili”.

La scorsa settimana, 3.200 persone hanno manifestato a Saint-Etienne per esprimere sostegno alla tifoseria locale, compresi i gruppi che sono minacciati di scioglimento. “Per 33 anni – ha dichiarato un portavoce dei Green Angels – siamo stati seri interlocutori di Saint-Etienne, delle autorità pubbliche e di varie associazioni della nostra città. Per 33 anni abbiamo organizzato viaggi ed eventi su larga scala che sono riconosciuti in quasi tutta Europa. E oggi abbiamo un ministro degli Interni che vuole tracciare una linea su questi 33 anni di storia”. E che ha subito risposto con un comunicato stampa, affermando che Magic Fans e i Green Angels, così come la Legion X del Paris Fc, sono gruppi di tifosi violenti, responsabili di alcuni degli incidenti più gravi e violenti che siano mai verificati”. Dall’inizio della stagione, secondo il ministero 64 partite “sono state caratterizzate da gravi incidenti”, che hanno causato 627 arresti, una cifra in aumento del 41 per cento rispetto alla scorsa stagione.

Aggiornato il 08 aprile 2025 alle ore 12:34