Seul, la Corte suprema conferma la destituzione di Yoon Suk-yeol

Yoon Suk-yeol è stato destituito dal suo incarico. Lo ha deciso la Corte suprema sudcoreana confermando l’impeachment del presidente. La sentenza dei giudici costituzionali, votata all’unanimità dopo il dibattimento più lungo della storia dell’istituzione, comporta la decadenza immediata del leader. “Con la presente pronunciamo la seguente sentenza, con l’accordo unanime di tutti i giudici: destituiamo il convenuto presidente Yoon”, ha affermato oggi il giudice capo facente funzione Moon Hyung-bae. La Corte costituzionale della Corea del Sud ha affermato che la dichiarazione di legge marziale fatta dal presidente “ha violato” la Costituzione del Paese. Yoon “non si è limitato a dichiarare la legge marziale, ma ha continuato a commettere atti che hanno violato la Costituzione e la legge, tra cui la mobilitazione delle forze militari e di polizia per ostacolare l’esercizio dell’autorità dell’Assemblea nazionale”, ha aggiunto il tribunale. Intanto, il presidente deposto della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol si è scusato pubblicamente. “Sono veramente dispiaciuto e addolorato per non essere stato all’altezza delle vostre aspettative”, ha affermato in una breve dichiarazione rilasciata dopo il verdetto.

Il partito di Yoon Suk-yeol ha dichiarato di “accettare solennemente” la decisione della Corte costituzionale sudcoreana. “È deplorevole, ma il Partito del potere popolare accetta solennemente e rispetta umilmente la decisione della Corte costituzionale. Ci scusiamo sinceramente con il popolo”, ha affermato l’esponente del Ppp e parlamentare Kwon Young-se. Dal canto suo, il leader dell’opposizione sudcoreana, Lee Jae-myung, ha accolto con favore l’impeachment del presidente Yoon Suk-yeol da parte della Corte costituzionale, accusandolo di “minacciare il popolo e la democrazia”.  “Yoon ha distrutto la Costituzione e minacciato il popolo e la democrazia con le pistole e i coltelli che il popolo gli aveva affidato”, ha detto Lee dopo la sentenza. Il leader dell’opposizione ora è il favorito nella corsa alle elezioni presidenziali sudcoreane anticipate, previste entro 60 giorni.

Frattanto, si sono registrate manifestazioni contrastanti in tutto il Paese. Lacrime di gioia e lacrime di rabbia. “Assolutamente inaccettabile” e “finalmente giustizia è fatta”. In poche ore le piazze di Seul si sono riempite con manifestazioni spontanee opposte, in favore o contro il deposto presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, dopo il verdetto della Corte suprema che ha confermato l’impeachment e lo ha destituito ufficialmente dalla carica. Le folle hanno atteso in piazza il verdetto in diretta su maxischermi e sono poi esplosi i sentimenti collettivi antitetici. Il verdetto dell’alta corte “segnala il crollo totale della società coreana”, ha affermato una donna di 60 anni, partigiana dell’ex presidente che in dicembre tentò per alcune ore di imporre la legge marziale. “Siamo governati dall’opposizione”, aggiunge, citata dalla Bbc. “Il popolo deve sollevarsi per reclamare democrazia e libertà in questo Paese. Non perdonerò mai i giudici, che sono chiaramente corrotti”. Durante la lettura della sentenza – rileva un giornalista della Bbc che era fra la gente – si levavano sospiri, poi urla e imprecazioni e una donna ha gridato: “Bugiardo! I giudici sono tutti dei bugiardi!”. Immagini riprese dall’emittente mostrano sostenitori di Yoon scoppiare in pianto dirotto. Un video della piazza anti-Yoon invece mostra l’urlo collettivo da stadio in segno di giubilo alla pronuncia della sentenza. La gente inizia ad abbracciarsi, a piangere, a ballare e a fare i girotondi. “Il futuro sarà Ok”, si legge su un cartello in inglese esibito da una ragazza.

Aggiornato il 04 aprile 2025 alle ore 12:43