Tornano i raid in Libano, Bibi ci ripensa su Sharvit

Si torna a sparare in Libano. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato, stamattina, di aver condotto un raid mirato in un sobborgo meridionale di Beirut, contro un nucleo operativo di Hezbollah. È il secondo attacco del genere dopo il cessate il fuoco di novembre. L’esercito dello Stato ebraico ha specificato che l’obiettivo era un leader della milizia filo-iraniana, che è stato ucciso nel distretto di Dahieh. “L’attacco ha preso di mira un terrorista di Hezbollah che guidava gli agenti di Hamas e li aveva aiutati a pianificare un importante e imminente attacco terroristico contro i civili israeliani”, si legge in una dichiarazione congiunta delle Idf con il servizio di sicurezza interna Shin Bet, in cui è stato aggiunto che si è “agito per eliminare e scongiurare la minaccia”. È quindi arrivato il secondo raid in cinque giorni, dopo diversi mesi di tregua seguiti all’entrata in vigore del cessate il fuoco. Venerdì scorso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che lo Stato ebraico colpirà “qualsiasi parte del Libano contro qualsiasi minaccia”, dopo il lancio di razzi da parte di Hezbollah verso il nord di Israele.

Il presidente del Libano, Joseph Aoun, ha condannato oggi l’attacco lanciato nella notte dall’esercito israeliano alla periferia sud di Beirut e ha invitato gli alleati del Paese a sostenere il suo “diritto alla piena sovranità”. Per il capo di Stato “la persistenza di Israele nella sua aggressione ci impone di raddoppiare i nostri sforzi per mobilitare gli amici del Libano in tutto il mondo affinché sostengano il nostro diritto alla piena sovranità”, ha affermato Aoun in un comunicato stampa. Il presidente ha definito l’attacco un “pericoloso avvertimento” sulle intenzioni israeliane nei confronti del Libano.

Nel frattempo, sul fronte interno, non sembrano terminare i grattacapi per Bibi. Il primo ministro israeliano ha annullato la nomina annunciata circa 24 ore prima del nuovo capo del servizio di sicurezza interna del Paese, lo Shin Bet. Secondo il Times of Israel, ieri mattina il suo ufficio aveva fatto sapere che il premier aveva scelto l’ex comandante della Marina, Eli Sharvit, come prossimo direttore dell’agenzia in sostituzione di Ronen Bar. Ma con un comunicato diffuso in giornata, lo staff di Netanyahu ha affermato che “il primo ministro ha ringraziato il vice ammiraglio Sharvit per la sua disponibilità a servire, ma lo ha informato che dopo un’ulteriore riflessione, intende intervistare altri candidati”. Questo repentino cambio di rotta del premier è dovuto principalmente ai malumori interni alla sua stessa maggioranza, visto che il nome di Sharvit ha fatto storcere il naso a diversi alleati del primo ministro, a causa della supposta partecipazione dell’alto ufficiale alle massicce proteste scoppiate nel 2023 contro i piani del governo di riformare la magistratura.

Sharvit si era inoltre espresso pubblicamente a favore di un accordo territoriale sulle acque con il Libano nel 2022, a cui Netanyahu, allora leader dellopposizione, si era opposto, e all’inizio di quest’anno aveva scritto un articolo di opinione in cui criticava il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per le sue politiche sul clima.

Aggiornato il 01 aprile 2025 alle ore 15:41