Non fatevi ingannare: l’Autorità Palestinese non ha sospeso i pagamenti ai terroristi

Il presidente dell’Autorità Palestinese (Ap) Mahmoud Abbas ha sospeso i pagamenti ai terroristi palestinesi e alle loro famiglie? O sta solo cercando di ingannare gli americani per convincerli a riprendere l’erogazione degli aiuti finanziari all’Ap?

Il 10 febbraio, la piattaforma digitale americana di notizie Axios ha riportato che “Abbas ha emesso un decreto che revoca il sistema di pagamenti alle famiglie dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane o alle famiglie dei palestinesi uccisi o feriti durante gli attacchi contro gli israeliani”.

Il programma di sostegno finanziario è noto come “Pay for Slay” (“Pagare per uccidere”).

I funzionari dell’Autorità Palestinese hanno detto ad Axios che sperano che la decisione di Abbas migliorerà i rapporti con l’amministrazione Trump e con il Congresso e porterà alla ripresa degli aiuti finanziari erogati dagli Stati Uniti all’Ap.

Nel 2018, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump firmò il Taylor Force Act, una legge che subordina la fornitura di aiuti economici americani alla cessazione dei benefici erogati dall’Autorità Palestinese, tramite il “Fondo per i Martiri”, ai terroristi o alle famiglie dei terroristi deceduti.

Ma Abbas non ha posto fine al programma “Pay for Slay”, si è limitato a cambiarne il nome, con l’obiettivo di ingannare e fuorviare gli Stati Uniti e gli altri Paesi donatori occidentali.

La mossa di Abbas non è un cambio di rotta politica. Non è altro che una manovra subdola finalizzata ad attrarre più finanziamenti internazionali.

L’Ap ha detto chiaramente che sta apportando questa modifica non perché ritiene sbagliato finanziare il terrorismo, ma perché ha bisogno dei soldi americani. La versione araba del decreto afferma esplicitamente che l’obiettivo principale è “ripristinare i programmi di aiuti internazionali sospesi negli anni passati, di cui abbiamo bisogno per attuare programmi di sviluppo e ripresa economica”.

“Abbas sostiene di aver posto fine al programma ‘Pay for Slay’, ma si tratta semplicemente di un rebranding”, ha affermato il Misgav Institute for National Security and Zionist Strategy,“I terroristi e le loro famiglie continueranno a ricevere pagamenti, solo tramite una ‘fondazione’ sotto il controllo di Abbas invece che tramite un ministero. La nuova fondazione resta legata all’Autorità Palestinese, il che la rende una mossa fuorviante, non una vera riforma. L’Ap deve davvero porre fine ai pagamenti e all’incitamento al terrorismo, e non cercare di nasconderlo”.

Le notizie sulla presunta cancellazione dei sussidi economici ai terroristi si basavano su un “decreto presidenziale” emesso da Abbas il 10 febbraio scorso: “Il presidente Mahmoud Abbas (...) ha emanato una legge-decisione per annullare gli articoli delle leggi e dei regolamenti relativi al sistema di pagamento dei sussidi economici alle famiglie dei prigionieri, dei martiri e dei feriti (...) trasferendo il programma informatizzato di assistenza in denaro, il suo database e le sue assegnazioni finanziarie, locali e internazionali dal Ministero dello Sviluppo sociale alla Fondazione nazionale palestinese per l’Emancipazione economica”.

“Tutte le famiglie che hanno beneficiato di precedenti leggi, normative e regolamenti sono soggette agli stessi standard applicati senza discriminazioni a tutte le famiglie che beneficiano di programmi di protezione e assistenza sociale”.

In realtà, Abbas sta dicendo che i pagamenti non saranno più effettuati dal governo dell’Ap, ma da una nuova Ong gestita da un Consiglio di amministrazione da lui nominato. La mossa mira a evitare di essere direttamente accusati dagli Usa di mantenere questo programma con il pretesto che i sussidi provengono ora da privati e non dal governo dell’Autorità Palestinese. Il decreto si limita a ‘ristrutturare’ il sistema di pagamento in modo che i suoi beneficiari ricevano gli stessi benefici dalla Fondazione nazionale palestinese per l’Emancipazione economica.

“L’Autorità Palestinese ha sospeso i pagamenti ai terroristi imprigionati?” ha scritto Itamar Marcus, fondatore e direttore di Palestinian Media Watch (Pmw), che ha avuto un ruolo chiave nello smascheramento del programma “Pay for Slay”.

“No. L’Ap non ha smesso di pagare i terroristi reclusi nelle carceri, ma a causa delle pressioni degli Stati Uniti, erogherà i sussidi da un conto destinato ai beneficiari dell’assistenza sociale. Secondo diverse fonti dell’Ap/Fatah, gli stipendi rimarranno molto alti, identici a quelli di prima, ma secondo un’altra interpretazione della legge, saranno basati sulle esigenze dell’assistenza sociale. La legge sembra intenzionalmente ambigua.

“La differenza tra i pagamenti per terrorismo effettuati dall’Autorità Palestinese agli assassini e i sussidi sociali erogati alle persone bisognose è sconcertante”.

“L’Autorità Palestinese attualmente premia i terroristi in carcere con una cifra compresa tra 1.400 e 12.000 shekel [da 350 a 3.000 euro] al mese, a seconda della durata della loro detenzione. I sussidi sociali erogati dall’Ap in base alle necessità finanziarie variano da 250 a 600 shekel al mese [dai 60 ai 150 euro].”

Mentre diversi media internazionali continuano a sostenere che Abbas ha sospeso i pagamenti ai terroristi, Monir al-Jaghoub, un alto funzionario della fazione Fatah al governo dell’Ap (guidata da Abbas), ha negato tali affermazioni. In un’intervista al canale televisivo saudita Al-Hadath, al-Jaghoub ha dichiarato: “Queste notizie sono false. Il presidente Abbas non ha smesso di pagare gli stipendi a nessuno. Ha emanato una legge che demanda a un altro ente il pagamento degli stipendi. Invece di essere pagati dalla Commissione per i prigionieri palestinesi, i prigionieri saranno d’ora in poi pagati dal sistema di assistenza sociale. Gli importi rimarranno invariati”.

L’editorialista palestinese Dalal Iriqat ha scritto: “Il decreto potrebbe servire a ristrutturare il meccanismo per fornire sostegno ai prigionieri e alle famiglie dei martiri in modo da ridurre la pressione finanziaria e politica sull’Autorità palestinese. (...) Invece di erogare direttamente gli stanziamenti, i prigionieri rilasciati saranno inclusi in programmi di ‘potenziamento economico’, un passo che potrebbe essere un tentativo di aggirare le misure israeliane...”. Iriqat si riferisce alla legge israeliana approvata nel 2018 per detrarre l’importo che l’Ap paga ai terroristi dalle tasse e dai dazi che Israele riscuote per conto dell’Autorità Palestinese.

La realtà è che Abbas non ha sospeso i pagamenti ai terroristi e alle loro famiglie, e non lo farà mai. Sa che se lo facesse, il suo popolo si ribellerebbe contro di lui, lo denuncerebbe come traditore e cercherebbe di ucciderlo.

È tempo di ricordare al mondo ciò che Abbas stesso ha detto in passato: “Se ci rimanesse un solo centesimo lo spenderemmo per le famiglie dei martiri e dei prigionieri. Consideriamo i martiri e i prigionieri stelle nel cielo del popolo palestinese e della lotta. Apprezziamo e rispettiamo questo gruppo di persone. A nostro avviso, stanno spianando la strada per la liberazione della Palestina per il bene delle generazioni future”.

(*) Tratto dal Gatestone Institute

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 25 marzo 2025 alle ore 12:14