
Oramai, è assodato il fatto che viviamo un bizzarro periodo storico, in cui la dissonanza cognitiva raggiunge degli apici inimmaginabili e ahimè senza alcuna soluzione di continuità. In particolar modo, mi riferisco a ciò che sta accadendo politicamente nei confronti del nuovo leader siriano Ahmad al-Shara’. Infatti, da un lato si continua, giustamente, a commemorare le vittime militari dell’attentato di Nasiriya, in cui morirono 19 militari italiani e dall’altro lato si legittima e esalta il sedicente “liberatore” del regime di Bashar al-Assad, legittimandone la leadership. Perciò, non si finisce mai di sorprendersi per la sfrontatezza utilizzata nell’applicare due pesi e due misure, come ad esempio sta dimostrando l’Unione europea nella recente decisione di sospendere le sanzioni contro la Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Infatti, non si può non evidenziare l’accoglienza internazionale riservata ad Ahmad al-Shara’, noto come Abu Muhammad al-Jolani, leader del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), sottolineando come questo rappresenti un cambio di rotta nella politica occidentale nei confronti della Siria. Invero, sebbene il celebre giornalista e scrittore Ugo Ojetti usava affermare, come ricordava il suo stesso discepolo Indro Montanelli, che gli italiani sono un popolo di contemporanei senza memoria storica, non si può esimersi dal rimanere sbigottiti per il fatto che gli italiani non si indignino di fronte ad una condotta di legittimazione da parte delle Istituzioni italiane del criminale Abu Muhammad al-Jolani, l’integralista islamico che partecipò in modo attivo all’attentato avvenuto il 12 novembre 2003, durante la guerra in Iraq nella città di Nasiriya contro le forze armate italiane partecipanti alla missione militare denominata “Operazione antica Babilonia”, che causò una strage con 28 morti (di cui 19 militari italiani). Pertanto, volente o nolente, proprio a causa della succitata memoria storica alquanto labile degli italiani, è necessario ricordare il “curriculum vitae” del suddetto criminale. Abu Muhammad al-Jolani fu un combattente terrorista molto attivo in Iraq per combattere le truppe statunitensi dopo l’invasione dell’Iraq del 2003 e in breve tempo si distinse per la sua efferatezza come componente dell’esercito di Al Qaida, al punto da diventare uno stretto collaboratore del giordano Abu Musab al-Zarqawi, il leader del gruppo noto come Al Qaida in Iraq. In seguito, a causa del decesso di al-Zarqawi, il quale fu ucciso nel 2006 in un’operazione aerea statunitense, al-Shara’ abbandonò l’Iraq, per stabilirsi per un breve periodo in Libano, in cui diede il suo supporto logistico al gruppo militante Jund al-Sham, ideologicamente molto vicino ad Al Qaida. Altresì, di seguito, riporto un riassunto schematico di questa mia narrazione dei vergognosi fatti accaduti, che hanno legittimato politicamente un criminale che ha ucciso 19 nostri connazionali militari, impegnati in una missione di pace nel 2003 in Iraq:
1) Cambio di regime: la sospensione delle sanzioni manifesta una legittimazione dell’ascesa di un leader legato a un gruppo che ha storicamente compiuto atti di terrorismo e violenza.
2) Politica Ue: l’Unione europea ha ignobilmente accolto positivamente questa transizione, malgrado il passato di al-Jolani e le sue attuali azioni violente.
3) Violazioni dei diritti umani: sussiste un incremento di atrocità, inclusi omicidi di civili alawiti da parte delle forze legate a al-Jolani, e senza alcuna coerenza della risposta dell’Occidente di fronte a tali eventi.
4) Ipocrisia: sussiste un atteggiamento bipolare nella condanna delle violenze, con il fatto che le critiche da parte dell’Europa sono rivolte solo agli “elementi pro-Assad”, anziché affrontare le responsabilità del nuovo regime.
Al postutto, da questa analisi si sollevano questioni cruciali sulla stabilità politica nella regione, sui diritti umani e sulla responsabilità delle nazioni nel mantenere la pace e la sicurezza a livello internazionale. Inoltre, si evidenzia una dinamica complessa in cui le scelte politiche possono avere conseguenze drammatiche per le popolazioni civili.
Aggiornato il 11 marzo 2025 alle ore 09:48