La guerra commerciale tra Usa e Canada: impatti e risposte strategiche di Ottawa

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Canada, che fino a poco tempo fa sembrava un’ipotesi remota, è ormai diventata una realtà concreta. Con l’intensificarsi delle tensioni tra i due Paesi, il conflitto sta avendo ripercussioni significative sul commercio bilaterale e sulla vita quotidiana dei cittadini. Le perdite commerciali sono evidenti e le imprese di entrambi i Paesi iniziano a subire gli effetti di un conflitto che potrebbe durare a lungo. Le prime avvisaglie di questa guerra commerciale sono già visibili. Gli imprenditori americani e canadesi stanno registrando perdite economiche e aumenti significativi nei costi operativi. Il commercio tra i due Paesi, storicamente forte e reciprocamente vantaggioso, sta subendo gravi contraccolpi a causa delle politiche protezionistiche introdotte dal Presidente Trump.

I dazi sulle merci canadesi e le ritorsioni applicate dal Canada stanno creando un effetto domino che incide non solo sulle imprese, ma anche sulla vita quotidiana dei cittadini. Le famiglie americane, ad esempio, stanno già facendo i conti con l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e dei prodotti importati dal Canada, come il legname e i metalli. Per la prima volta, i politici americani si trovano di fronte alla necessità di bilanciare gli interessi dei loro elettori con quelli delle imprese, e la sfida di presentare un “conto” che venga pagato dai canadesi è molto più complessa di quanto si potesse immaginare. Le perdite sono tangibili, e la domanda che si pongono in molti è: quanto durerà questa situazione, e quali saranno le ripercussioni sul lungo periodo? Il Canada, dal canto suo, è consapevole di trovarsi di fronte a una sfida complessa che potrebbe mettere in discussione la sua identità, il suo futuro e la sua cultura. La storica amicizia tra i due Paesi, che ha caratterizzato per decenni le relazioni transfrontaliere, rischia di essere messa in crisi dalle minacce del Presidente Trump. Il governo canadese ha adottato una strategia di diversificazione dei mercati, in particolare nel settore energetico. Il premier dell’Ontario, Doug Ford, ha già lanciato segnali di fermezza, dichiarando che il Canada è pronto a prendere misure drastiche per fermare la politica commerciale americana, incluso il taglio delle forniture energetiche destinate alle imprese e alle famiglie americane. Questa posizione rappresenta una chiara intenzione di sfidare l’amministrazione Donald Trump, mettendo sul piatto uno dei principali settori economici su cui gli Stati Uniti dipendono: l’energia. Il governo di Justin Trudeau, inoltre, sta guardando con crescente interesse alla cooperazione energetica con la Germania, in particolare al mercato del gas naturale liquefatto (Gnl). L’acquisto di Gnl canadese da parte della Germania rappresenta una doppia opportunità: da un lato, permette all’Europa di ridurre la sua dipendenza dalle forniture energetiche russe, dall’altro, consente al Canada di affermarsi come fornitore strategico per il continente europeo.

Questo cambiamento potrebbe avere un impatto significativo sulle dinamiche geopolitiche, spostando i flussi energetici globali e riducendo la vulnerabilità dell’Europa alle politiche di approvvigionamento russo. Investire in una strategia energetica sostenibile implica non solo l’espansione della produzione di Gnl, ma anche l’adozione di nuove regolamentazioni e l’introduzione di politiche che promuovano l’innovazione tecnologica in Europa. In questo contesto, il Canada ha la possibilità di giocare un ruolo cruciale nell’accelerare la transizione ecologica europea, facendo leva sulle proprie risorse naturali e rafforzando la propria posizione sul mercato energetico internazionale. Le risposte canadesi, tra cui la diversificazione dei mercati e la cooperazione energetica con l’Europa, mostrano una volontà di non dipendere esclusivamente dagli Stati Uniti per il commercio e le risorse energetiche. Il Canada sta cercando di sfruttare le opportunità offerte dalla cooperazione internazionale per non solo proteggere i propri interessi, ma anche per contribuire alla stabilità energetica globale. Tale sinergia potrebbe estendersi anche ai minerali e alle terre rare. Una pianificazione economica che consentirebbe di far sviluppare le imprese del Canada settentrionale, generando nuove opportunità commerciali anche per le comunità indigene della zona Artica.

Aggiornato il 10 marzo 2025 alle ore 14:04