
La situazione che viviamo la definirei neoimperialista. Imperialismo fu un termine e un concetto tra fine Ottocento e inizio del Novecento che, secondo un celebre testo, determinava l’estrema fase del capitalismo. Un errore, e l’errore va attribuito al Vladimir Ilic Uljanov ossia Lenin. Un errore, il capitalismo si potenziò addirittura annientando il comunismo. Ma oggi? Oggi eventualmente stiamo in una fase estrema, interna soprattutto ma non soltanto al capitalismo. La definirei neoimperialista. I Paesi capitalisti, meglio dire, tecnologicamente, militarmente, commercialmente avanzati tendono ancora a predare, capiscono che la predazione è sul finire, vi è un’insorgenza nazionalista mondiale, cercano – o attraverso alleanze o anche atti di forza – di stabilire vantaggi, lo fanno gli Stati Uniti con la Groenlandia, con l’Ucraina da cui esigono 500 miliardi di terre rare. La Cina ancora non compiutamente con Taiwan e soprattutto con le Isole Cook, stabilisce un accordo strategico: lo esige la Russia con l’Ucraina, eccetera. Esempi minimi, in Africa, Cina e Russia troneggiano con la forza o con accordi.
Dopo ci sarà la fase robotico-intelligente e avverrà quello che accenno da tempo, uno scombussolamento radicale dell’economia mondiale. Adesso, il problema consiste nell’agire di Russia, Cina e Stati Uniti, in specie: sono in condizioni di svolgere questo operare neoimperialista senza la guerra? Il punto decisivo, essenziale. Se attraversiamo, scavalchiamo, superiamo questa fase predatoria e daziaria, a suo modo una predazione neoimperialista senza guerra, attingeremo alla società robotica intelligente e vi sarà un’espansione produttiva strabiliante con effetti – inutile ripetere, ne scrivo da tempo – comunque problematici ma anche portentosi e sconvolgenti. Ma occorre una valutazione specifica. Se la fase neoimperialista susciterà guerra, specialmente tra Cina e Stati Uniti, ne vedremo di orrende. L’America è prepotentemente, potentemente intestata a dominare il periodo neoimperialista, ma anche la Cina e anche la Russia. Se riescono a convivere e in qualche modo supereremo questa fase, attingeremo alla fase robotica, complessa ma con enormi possibilità. Se andrà diversamente, ripeto, ci sarà una specie di fine del mondo.
In questo ambito l’Europa non esiste. Perché i rapporti con l’Africa sono rovinosi anche demograficamente, lo stesso con i Paesi mussulmani. Del resto in Africa, Cina e Russia padroneggiano. La Germania aveva tentato di attuare la forza europea con la Russia (Nord Stream 2) ma l’avversione americana e di Paesi europei, Paesi baltici, Polonia, ha posto fine al progetto. La Germania, in crisi, non importa e l’Europa addirittura forse perde gli Stati Uniti. In questa fase neoimperialista nella quale l’egoismo diventa famelico, data l’asperità competitiva, l’Europa dovrebbe farsi valere culturalmente, esteticamente, oltre che economicamente. Può sembrare irrealistico, ma alla sostanza questa turbolente, gigantistica tregenda non lascerà orma se non vi è arte e cultura. Una guerra economica, egemonica priva di civiltà. E anche se riteniamo di salvare i valori occidentali di libertà e democrazia, occorre che abbiano qualificazione, livello, e non siano copertura degli “affari”. In tale ambito, accennavo, l’Europa può e deve farsi valere. L’economicismo è strumentale alla cultura e all’arte, non scadiamo nel primato dell’affarismo nudo, desertico.
Ciò detto, è discutibile salvarci nel periodo intermedio neoimperilista con la tenzone daziaria-predatoria? Ciò non salverà tutti! E l’Europa rischia enormemente. Occorre avere consapevolezza che l’Europa rischia enormemente. E non ha amici. E non è amica di se stessa. Può regredire a un nazionalismo debole, anche se necessitato. Forse Paesi esterni vogliono smembrare l’Europa? La fase neoimperialista dobbiamo analizzarla non ideologicamente ma soprattutto nel suo svolgimento oggettivo. Valutando effetti ed efficacia delle strategie. E, in quanto europei, percepire chi realmente ci danneggia e intende sminuirci. È cambiato qualcosa nella situazione mondiale rispetto alla fine della Seconda guerra mondiale e del Sistema sovietico? Gli Stati Uniti sono più deboli e cercano di salvare se stessi a tutti i costi? L’Europa è presso che superflua nel gigantismo odierno, isolandola? È un peso per gli Stati Uniti? Ciascuno inizi a considerare.
Aggiornato il 07 marzo 2025 alle ore 13:10