La deterrenza atomica, “c’est moi!”

Nucleare mon amour. Come fa l’Unione europea a diventare una potenza atomica senza essere necessariamente gli Stati Uniti dEuropa (la cui unica, autentica legittimità geopolitica si sarebbe fondata proprio sulla presenza di almeno 5.000-6.000 testate nucleari nel suo territorio, operazione che, prima di Mosca e Pechino, sarebbe stata boicottata da Washington, tutt’altro che entusiasta dall’idea di avere competitor militare, altro che allargamento della Nato a est)? La partaccia di Donald Trump a Volodymyr Zelensky, che lascerebbe intendere non solo un disimpegno americano in Ucraina, ma soprattutto una rottura storica della sua alleanza con l’Europa, ha convinto Emmanuel Macron ad accelerare i tempi per rilanciare una proposta già espressa lo scorso aprile: una Difesa europea che, come tale, dovrebbe dotarsi anche di armi atomiche. Quali? Quelle francesi, ça va sans dire, visto che è proprio l’Esagono l’unico Paese Ue a possedere testate nucleari (l’altro, in Europa, è la Gran Bretagna, per un totale di poco più di 500 testate tra Parigi e Londra, secondo l’Arms control association).

In queste ore i giornali francesi rilanciano il progetto del parapluie nucleaire, che verrebbe esteso agli altri 26 Stati membri. E che è stato sollecitato, in quello che sembra un gioco delle parti ben concertato, dal prossimo cancelliere tedesco Friedrich Merz, che a 2 giorni dalle elezioni dello scorso 23 febbraio aveva chiesto l’apertura di un confronto per capire se sia possibile “una condivisione del nucleare o almeno di una sicurezza nucleare” che possa tutelare anche la Germania. Nel fine settimana, Macron si è detto disponibile ad avviare una discussionestrategica”, nel momento in cui “i nostri colleghi europei vogliono fare passi avanti verso l’autonomia (dagli Usa, ndr.) e la capacità di dissuasione”. Rientrato dal Portogallo, sabato sera il presidente francese non ha arretrato di un millimetro. Anzi, l’esclusiva sulle armi nucleari all’interno dei 27 lo ha convinto a ribadire che “siamo noi ad avere un scudo nucleare, non loro, che non possono più dipendere dalla deterrenza nucleare americana”. Macron non ha avuto alcuna remora a spiegare cosa rappresenterebbe per il suo Paese la costruzione di una Difesa Ue con armi atomiche. Invocando “un dialogo strategico” con tutti i Paesi che non hanno armi nucleari, il presidente ha ammesso, parlando con i giornalisti, che “questo renderebbe la Francia più forte”. Più chiaro di così. La deterrenza atomica, cest moi!

“Credo sia arrivato il momento di un risveglio strategico – ha aggiunto – perché in tutti i Paesi c’è turbamento e incertezza circa il sostegno americano a lungo termine”. Tutto l’arco costituzionale transalpino coglie la grande occasione, unEuropa a trazione francese, e si schiera con l’Eliseo. “La Francia ha un ruolo immenso da svolgere perché è l’unica potenza dell’Unione europea dotata di armi nucleari e perché ha una potente industria della difesa”, afferma l’eurodeputato socialdemocratico Raphaël Glucksmann. “Stiamo cambiando epoca”, scrive su X l’ex primo ministro ed ex commissario europeo, Michel Barnier, che, senza menzionare il nucleare, auspica la creazione di un “Consiglio di sicurezza europeo”. A remare contro, tuttavia, non ci sono solo gli estremi. Va bene Jean-Luc Mélenchon che ritiene “necessario opporsi alla difesa europea”; va bene Marine Le Pen che ribadisce che la deterrenza nucleare nazionale “deve restare francese” e quindi “non va condivisa”.

A raffreddare gli entusiasmi, però, sono anche ambienti di governo. Come il ministro delle Forze armate, Sébastien Lecornu, che parlando a France Info usa le stesse parole di Le Pen: la dissuasion “è francese e resterà francese”. O il ministro incaricato dell’Industria e dell’Energia, Marc Ferracci, che precisa a Europe 1 e CNews che “discutere il modo in cui la deterrenza nucleare opera su scala europea non mette in alcun modo in discussione la sovranità francese. La decisione di usare le armi nucleari rimarrà francese. Dobbiamo essere molto chiari. Gli interessi della Francia non si fermano ai confini francesi. Chi decida di usare le armi nucleari rimane il capo delle forze armate, vale a dire il presidente della Repubblica francese”.

Aggiornato il 03 marzo 2025 alle ore 09:47