L’Europa deve prepararsi a difendersi

Il piano di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’Ucraina deve ancora essere reso pubblico, ma è già abbondantemente chiaro che si aspetta che l’Europa svolga un ruolo molto più incisivo nella futura sicurezza del continente e nella lotta contro l’aggressione russa. Con gli Stati Uniti che ora cercano di ridimensionare i propri impegni transatlantici in un momento in cui la Russia sta abbracciando un programma espansionistico, i leader europei devono adattarsi urgentemente alle nuove realtà geopolitiche e dare priorità alla sicurezza. L’amministrazione Trump si è mossa rapidamente per sottolineare le sue aspettative riguardo a un ruolo europeo accresciuto nella difesa del continente. Pochi giorni dopo il suo insediamento, Trump ha utilizzato un’apparizione al World economic forum per ribadire il suo appello ai membri europei della Nato ad aumentare la spesa per la difesa al 5 per cento del Pil.

Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha poi parlato a lungo del ritorno di un mondo multipolare e di come questo plasmerà la futura politica di sicurezza degli Stati Uniti nei confronti dell’Europa. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Mike Waltz, ha anche indicato che gli Stati Uniti si aspettano che l’Europa si assuma una maggiore responsabilità per prevenire ulteriori aggressioni russe contro l’Ucraina e garantire una pace praticabile. “Penso che un principio di fondo sia che gli europei devono governare questo conflitto in futuro. Il presidente Trump ha intenzione di porvi fine. E poi, per quanto riguarda le garanzie di sicurezza, saranno gli europei a decidere”, ha detto al programma Meet the Press della Nbc. Il messaggio più forte finora è arrivato dal segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth. “La salvaguardia della sicurezza europea deve essere un imperativo per i membri europei della Nato” ha detto il 12 febbraio nel corso della riunione degli alleati occidentali dell’Ucraina svolta a Bruxelles. “L’Europa deve fornire all’Ucraina la stragrande maggioranza dei futuri aiuti letali e non letali”.

La nuova amministrazione statunitense non è la prima a considerare un allontanamento strategico dall’Europa. Questo processo è in corso sin dalla fine della guerra fredda, ed è rimasto l’obiettivo a lungo termine dei politici di Washington anche dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, nel febbraio 2022. Sebbene il messaggio di Trump sulla questione della sicurezza europea sia stato – come di consueto – particolarmente diretto, la sua posizione è in realtà assolutamente in linea con una tendenza di lunga data della politica estera degli Stati Uniti. Man mano che le nuove relazioni transatlantiche in materia di sicurezza prenderanno forma, i Paesi europei dovranno impegnarsi molto di più per finanziare la sicurezza del continente. Ciò comprenderà la fornitura della maggior parte del sostegno militare all’Ucraina. Tuttavia, l’industria europea della difesa non è ancora in grado di affrontare questa sfida, e persino nei tre anni trascorsi, ossia dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina, ha fatto registrare progressi limitati nella produzione di armamenti. Le carenze principali riguardano elementi essenziali come: sistemi di difesa aerea, munizioni guidate di precisione, sistemi di lancio di razzi multipli e veicoli corazzati da combattimento di fanteria.

Una soluzione pratica alle attuali carenze potrebbe essere che i Paesi europei si procurino più armi, munizioni ed equipaggiamento per lo sforzo bellico ucraino direttamente dagli Stati Uniti. Nondimeno, ciò innescherebbe un intenso dibattito in tutto il continente tra coloro che sostengono gli interessi economici e di sicurezza a lungo termine dell’Europa e quanti danno priorità alla necessità più immediata di sostenere l’Ucraina. È un dato di fatto che l’acquisto di maggiori quantità di armi statunitensi aiuterebbe sicuramente a rafforzare i legami di sicurezza transatlantici. Ciò costituirebbe un forte incentivo per gli Stati Uniti a mantenere un elevato livello di impegno con i partner europei nel settore della difesa. Infatti, i Paesi europei stanno già acquistando di più dal settore della difesa degli Stati Uniti. L’aumento della spesa europea è stato un fattore chiave dell’incremento delle vendite di armi statunitensi nel 2024. Il settore ha registrato un fatturato complessivo di 318,7 miliardi di dollari. Del resto, i Paesi europei hanno cercato di ricostituire le scorte inviate in Ucraina, preparandosi – al contempo – a un probabile ulteriore periodo di instabilità internazionale.

La retorica mutevole che si registra nelle capitali europee negli ultimi mesi suggerisce che i leader europei siano ben consapevoli delle minacce che incombono sull’Europa e della necessità di dedicare molte più risorse al compito di armarsi. Tuttavia, il crescente dibattito sulla necessità di una maggiore autonomia del settore della difesa europeo deve ancora essere accompagnato da aumenti nella spesa militare e nella produzione di armi. In effetti, un nuovo rapporto dell’International institute for strategic studies indica che la spesa militare russa è attualmente superiore a quella di tutti i Paesi europei messi insieme, se calcolata in termini di parità di potere d’acquisto.

Man mano che le relazioni di sicurezza transatlantiche si evolveranno nei prossimi mesi, l’Europa dovrà affrontare una crescente pressione per salvaguardare la fragile sicurezza del continente in modo molto più deciso. L’Ue sta già preparando piani per incoraggiare una maggiore spesa per la difesa tra i Paesi membri, mentre i funzionari di Bruxelles si adattano alle mutevoli realtà geopolitiche. In ogni caso, la vera prova della determinazione dell’Europa a difendersi sarà in Ucraina. I funzionari statunitensi stanno ora segnalando in modo inequivocabile che l’invasione della Russia è principalmente una questione di sicurezza europea. La risposta dell’Europa a ciò rivelerà molto sul futuro ruolo del continente in un mondo sempre più multipolare.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza

Aggiornato il 13 febbraio 2025 alle ore 10:18