Afghanistan, arriva Trump e si scambiano prigionieri

L’Afghanistan dei talebani appare collocato in un limbo mediatico, ma operazioni di spessore internazionale saltuariamente affiorano. Martedì 21 gennaio il singolare Governo dei talebani, non riconosciuto da nessuna nazione, ha comunicato, con entusiasmo, che gli Stati Uniti hanno liberato un detenuto afghano scambiandolo con prigionieri statunitensi, sottolineando che le trattative svoltesi sono state lunghe e che la mediazione del Qatar ha avuto un ruolo rilevante alla conclusione dell’accordo. Una situazione che si risolve, forse non causalmente, il giorno dopo dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Le autorità talebane hanno, inoltre, sottolineato di avere buoni rapporti con The Donald e sono intenzionate a mantenerli. Tuttavia da parte del presidente americano non è mai trapelata nessuna vicinanza con gli oscuri fondamentalisti islamici, i Taleb (studenti). Ma questo è forse un dettaglio irrilevante.

Ma a luglio 2024, in un incontro organizzato dall’Onu in Qatar, i rappresentanti americani e afghani hanno aperto un dialogo finalizzato allo scambio di due americani, detenuti in Afghanistan, con un afgano recluso in California. Una trattativa lunga che ha trovato sorte positiva il giorno dopo che Trump è diventato presidente.

In questo scenario Amir Khan Muttaqi, ministro degli Esteri afghano, in carica dal 7 settembre 2021 (ricordiamo che ad agosto ci fu la penosa ritirata degli Stati Uniti e dei suoi alleati dall’Afghanistan, con l’insediamento talebano), ha tenuto a dichiarare in una enfasi di protagonismo, che Khan Mohammed, identificato come un combattente afghano e detenuto in una prigione americana dove stava scontando l’ergastolo comminato in California, con l’accusa di narcoterrorismo, è stato rilasciato, tornando nel proprio Paese, in cambio della liberazione di due cittadini statunitensi. Secondo una nota del Dipartimento di Giustizia americano pubblicata nel 2009, Mohammed, era stato arrestato nel 2008 nella provincia di Nangarhar, nell’Afghanistan orientale.

Anche se Washington non ha espresso comunicazioni ufficiali, i media americani hanno riconosciuto nei due prigionieri statunitensi, Ryan Corbett, detenuto in Afghanistan dal 2022, e William McKenty. La famiglia Corbett, tramite un comunicato stampa ha manifestato piena gratitudine verso l’Amministrazione del presidente uscente Joe Biden, ma anche verso l’equipe di Donald Trump. Ricordo che nel febbraio 2020 gli Stati Uniti, presieduti dal repubblicano Trump, firmarono l’accordo di Doha, in Qatar. La convenzione aprì la strada al ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan dopo quasi vent’anni di presenza. L’anno successivo, i talebani si impadronirono del Paese, ma sconfissero con l’appoggio dalla comunità internazionale, le milizie dell’Isis-Khorasan, la versione asiatica dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Dall’agosto 2021 il Partito repubblicano degli Stati Uniti non si esime dal criticare il caotico ritiro degli americani dall’Afghanistan, soprattutto perché insanguinato da un attentatore suicida all’aeroporto di Kabul che ha ucciso 13 soldati americani e decine di civili afghani.

È indubbio che l’artefice del penoso ritiro americano sia stato Joe Biden, che è stato, ed è regolarmente, accusato di avere adottato uno scriteriato e imbarazzante ​​processo di ritiro dall’Afghanistan senza imporre condizionamenti ai talebani; tra questi vincoli il primo sarebbe dovuto essere un “cessate il fuoco” tra fondamentalisti islamici talebani ed il Governo di Kabul organizzato dagli Usa, che dopo poco è crollato sotto l’impeto degli estremisti islamici. Da allora, agosto 2021, decine di stranieri sono stati arrestati in Afghanistan, utilizzati, come in Iran, come “ostaggi di Stato”. Ora sul piatto dei negoziati risulta esserci un prigioniero detenuto a Guantanámo, Mohammed Rahim, accusato dalla Cia di essere un ex collaboratore dell’ex capo di Al Qaida Osama bin Laden. Questa forse è una delle mediazioni più complesse ma probabilmente troverà una soluzione voluta da quel Trump così apprezzato anche dai talebani.

Aggiornato il 23 gennaio 2025 alle ore 14:25