Israele e Hamas hanno finalmente trovato un’intesa. La tregua, attesa da tutta la comunità internazionale, sembra ormai cosa fatta. Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sarà annunciato probabilmente nel pomeriggio, dopo la breve ma intensa crisi di governo avvenuta tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che non approva i termini del patto con i terroristi. La notizia è stata dapprima anticipata dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, e successivamente ufficializzata dalla Casa Bianca. “Abbiamo un accordo per gli ostaggi in Medio Oriente. Saranno rilasciati a breve,” ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth, lasciando intendere che la diplomazia, questa volta anche grazie a lui, ha fatto bingo. Il Qatar, protagonista instancabile in questa partita ad alta tensione, ha avuto un ruolo centrale. Il primo ministro dell’emirato, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani, ha spiegato che un team congiunto di Stati Uniti, Qatar ed Egitto monitorerà l’applicazione della tregua, con una base operativa non a Gaza, ma strategicamente collocata al Cairo. Secondo fonti egiziane riportate da Al Arabi, l’esercito israeliano ha iniziato il ritiro dal corridoio di Filadelfia, un segnale concreto rispetto alla voglia di entrambe le parti di far finalmente tornare gli ostaggi nelle grinfie di Hamas a casa.
Come riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, il premier qatarino ha lavorato fianco a fianco con i negoziatori di Hamas e la delegazione israeliana per limare gli ultimi dettagli. Non è stato un percorso in discesa, ma alla fine è arrivato il sospirato annuncio della tregua, accolta con un cauto ottimismo. Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, non ha nascosto le difficoltà. Sia quelle incontrate in questi giorni, sia quelle relative ai termini della tregua: “È un accordo difficile e doloroso per Israele,” ha ammesso in un’intervista, spiegando che la prima fase prevede il rilascio di tre ostaggi israeliani in cambio della liberazione di 100 detenuti palestinesi. “Nei 42 giorni previsti per questa fase, saranno liberati 34 ostaggi, su un totale di 98 ancora prigionieri. È un compromesso amaro, ma necessario per riportare a casa i nostri cittadini”, ha aggiunto, sottolineando che tra i detenuti ci sono anche “criminali pericolosi”, che però verranno dirottati in Qatar.
Negli Stati Uniti, il presidente uscente Joe Biden ha sottolineato l’importanza di una rara collaborazione tra amministrazioni, quella attuale e quella che si insedierà il 20 gennaio. “Abbiamo giocato di squadra. Sapevo che l’accordo sarebbe stato implementato dal team successivo, quindi ho chiesto al mio gabinetto di collaborare strettamente con l’amministrazione entrante per inviare un messaggio chiaro e univoco,” ha spiegato l’inquilino della Casa Bianca. Biden ha attribuito il successo dell’intesa a una combinazione di fattori: le pressioni su Hamas, il cessate il fuoco in Libano e un calo dell’influenza iraniana. “È stato un lavoro duro, ma ne è valsa la pena,” ha concluso. Trump, da parte sua, ha rivendicato il merito dell’intesa, legandola alla sua recente vittoria elettorale. “Questo epico accordo è stato possibile solo grazie alla nostra storica vittoria di novembre,” ha scritto su Truth, ricordando che il piano era stato abbozzato già a maggio 2024 e approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite. Ma la pace definitiva, è ancora un miraggio.
Aggiornato il 16 gennaio 2025 alle ore 13:53