Una pulizia etnica che i governi insabbiano e di cui nessuno osa parlare
Nell’Unione europea, la Svezia registra il dato più alto per episodi di stupro. Quando i ricercatori hanno tentato di capire la causa dell’ondata di violenze sessuali nel Paese, hanno scoperto che “gli immigrati di prima e seconda generazione costituiscono la maggior parte degli autori degli stupri commessi”. Più della metà degli immigrati autori di reati sessuali proviene dal Medio Oriente e dall’Africa. Dallo studio è emerso che a Malmö, la più grande “città musulmana” della Svezia e d’Europa, dove un quarto della popolazione è musulmana, il 71 per cento degli stupri perseguiti penalmente è stato commesso da migranti. Le autorità hanno cercato di incriminare la responsabile della ricerca per aver diffuso quelle percentuali. I numeri delle aggressioni sessuali in Svezia sono aumentati notevolmente dopo l’emergenza migranti, passando da circa 16mila casi nel 2015 a oltre 23mila nel 2023. Un precedente sondaggio della televisione svedese Svt realizzato dopo la crisi migratoria aveva rilevato che il 58 per cento degli stupratori condannati era costituito da immigrati e che l’80 per cento degli autori delle violenze commesse nei confronti di donne sconosciute erano migranti.
Ipotizzando che questi numeri siano validi per la popolazione generale, i musulmani si sono resi responsabili di circa 40mila aggressioni sessuali, in un Paese di soli 10 milioni di abitanti, che sono equivalenti al numero di stupri che presumibilmente hanno avuto luogo durante la guerra nella ex Jugoslavia. Un parlamentare dell’Ue ha osservato che “la Svezia è al secondo posto per immigrazione musulmana e per aggressioni sessuali in Europa”. Un sondaggio ha rilevato che una donna svedese su dieci ha dichiarato di essere stata vittima di stupro. Nel Regno Unito, gli stupri sono più che raddoppiati, passando da più di 16mila casi a oltre 36mila durante la crisi dei migranti musulmani. Oggi sono oltre 67mila, registrando un aumento di più di 50mila episodi ossia oltre il 300 per cento. In Gran Bretagna, una donna su dieci ha dichiarato di essere stata stuprata. Nello stesso periodo la popolazione musulmana è aumentata di oltre un milione di persone.
In Irlanda, le aggressioni sessuali sono aumentate del 50 per cento dal 2012 al 2022. Nello stesso periodo, la popolazione musulmana presente nel Paese è aumentata del 60 per cento. Gli stessi dati statistici dell’Ue ammettono che “dal 2015 si registra un aumento” delle aggressioni sessuali in tutti i Paesi dell’Unione europea. Ma non tutti gli Stati membri dell’Ue sono uguali. Quelli dell’Europa occidentale avrebbero alcuni dei tassi di violenza sessuale più elevati, mentre i Paesi dell’Europa orientale registrano alcuni dei tassi più bassi.
In Germania, l’8 per cento delle donne ha dichiarato di essere stata violentata, nella vicina Polonia lo ha fatto soltanto il 3 per cento. In Germania vivono milioni di musulmani, in Polonia decine di migliaia. Nel 2021, la Germania ha dovuto fare i conti con il fatto che gli immigrati erano responsabili di oltre il 13 per cento delle aggressioni sessuali, nonostante essi costituissero più del 2 per cento della popolazione. Al culmine della cristi migratoria, 1.200 donne vennero aggredite a Colonia durante la notte di Capodanno. La stragrande maggioranza delle persone arrestate erano migranti arabi musulmani provenienti dal Nordafrica. Prima della crisi migratoria, la Germania ha registrato 7mila casi di stupro. Nel 2023, i numeri sono saliti a più di 12mila episodi.
Gli stereotipi culturali sugli europei hanno poco a che fare con i numeri distintivi. Nella Grecia “dal temperamento focoso”, meno del 4 per cento delle donne ha dichiarato di essere stata stuprata, ma nei Paesi Bassi, più “algidi”, quasi il 14 per cento delle donne lo ha fatto. L’unico fattore determinante è l’Islam. I Paesi Bassi hanno una popolazione musulmana del 5 per cento, mentre la Grecia ne ha meno del 2 per cento. Per comprendere l’entità del problema, le Nazioni dell’Europa occidentale intervennero nella ex Jugoslavia in seguito a segnalazioni di decine di migliaia di stupri, e considerarono ciò una pulizia etnica. In quelle stesse Nazioni, i musulmani ne hanno perpetrati molti di più.
Solo i misfatti delle bande di adescamento di musulmani pakistani operanti nel Regno Unito hanno superato il migliaio di ragazze vittime nella città di Telford, con una popolazione di 153mila abitanti. A Rotherham, il numero stimato è stato fissato a 1.400 su una popolazione di un quarto di milione. E questi sono soltanto frammenti di una crisi più ampia. Gli stupri annuali nel Regno Unito sono aumentati di 50mila rispetto a prima della crisi dei migranti musulmani. Da allora sono state commesse più di 330mila violenze sessuali. Sebbene sia difficile stimare quali sarebbero stati i numeri se non ci fosse stato l’arrivo in massa di tanti migranti, occorre rilevare che la popolazione del Regno Unito è aumentata del 6 per cento da allora e il 60 per cento di questa impennata è da attribuire ai migranti.
La popolazione autoctona non è cresciuta in maniera tale da poter giustificare anche una piccola percentuale di un aumento degli stupri. Anzi, di fatto, è diminuita, secondo le statistiche. Un aumento del 300 per cento degli stupri non può essere giustificato dalla popolazione autoctona. E quel 300 per cento equivale a centinaia di migliaia di donne stuprate nel Regno Unito in meno di un decennio. Sono oltre dieci volte superiori agli stupri che sarebbero stati perpetrati nella ex Jugoslavia. Superano persino le stime dell’Onu dei 100-250mila stupri compiuti in Ruanda. E questo solo nel Regno Unito.
In Germania, le violenze sessuali compiute dopo la crisi migratoria sono ammontate a circa 27mila. E se i migranti sono responsabili di almeno il 10 per cento delle aggressioni complessive, si tratta di oltre un migliaio di violenze sessuali all’anno compiute da parte degli immigrati. Dopo le aggressioni di Capodanno a Colonia, in Germania, sono state registrate più di 500 denunce di aggressioni a sfondo sessuale. Le percentuali degli stupri in Germania sono raddoppiate dalla fine degli anni Novanta e, con la crescita negativa della popolazione autoctona, tale aumento è molto probabilmente dovuto alla popolazione migrante. Si tratterebbe di decine di migliaia di aggressioni sessuali attribuibili al cambiamento demografico del mondo musulmano. Questi esempi, che riguardano solo alcuni Paesi europei, mostrano la grave portata della crisi.
In un Paese europeo dopo l’altro, i governi hanno insabbiato, respinto, messo a tacere e ignorato questi numeri. Ricercatori, attivisti e giornalisti sono stati perseguiti per aver semplicemente menzionato quella che non è semplicemente un’ondata di criminalità, ma una campagna di pulizia etnica. I perpetratori musulmani hanno ripetutamente giustificato le loro azioni adducendo diversità di culture. Imam e leader della comunità hanno accampato delle scuse per loro, sostenendo che gli episodi erano bugie “islamofobe”. I responsabili hanno schernito le loro vittime relativamente alla razza e alla religione come nei processi per crimini di guerra nella ex Jugoslavia, ma in luogo di tali processi l’Europa si è arresa e ha iniziato a compiacere i colpevoli e a coprire i loro crimini.
Dopo una serie di stupri, la Norvegia ha cercato di “educare” i migranti musulmani a un comportamento accettabile nei confronti delle donne, da allora però il numero delle aggressioni sarebbe aumentato. La polizia britannica ha risposto alle bande di adescamento musulmane minacciando le vittime e i loro genitori per contrastare “l’islamofobia”. La Svezia ha minacciato di perseguire penalmente i ricercatori che illustravano la portata delle aggressioni sessuali compiute dai migranti perché tali dati erano considerati “sensibili” e, pertanto, non dovevano essere pubblicati.
L’Europa è stata sottoposta a una pulizia etnica da parte di migranti musulmani e dei loro apologeti politici di dimensione maggiore rispetto a quella attuata nella ex Jugoslavia o in Ruanda. Il crimine è orribile e l’insabbiamento è ben peggiore. Alla notizia degli stupri di massa commessi nella ex Jugoslavia, l’Europa è andata in guerra, ma se c’è pulizia etnica nel Regno Unito, in Francia, in Belgio, in Svezia, in Norvegia e in Germania, si tace.
(*) Tratto da FrontPage Magazine
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
Aggiornato il 15 gennaio 2025 alle ore 10:05