Il graffio patriota della liberaldemocrazia europea

Graffiare, culturalmente graffiare: imperativo categorico di necessità nelle opinioni.

Prima di graffiare culturalmente sulle ingiustizie, vorrei graffiare su quei veli che non consentono all’opinione pubblica di vedere la realtà geopolitica odierna, nelle sue tragiche nonché dialettiche complessità in divenire.

Nacque così l’esigenza di addivenire ad una videorubrica che è stata sin da subito denominata “Il Graffio di Trisolino”, per i lettori audiovisivi che navigano sul sito della nostra testata L’Opinione: un onere giornalistico di attivismo, verità, libertà e giustizia, nonché un piacere umano di tipo comunicativo.

Il primo videograffio, pubblicato a un mese esatto dal terribile pogrom antisemita del 7 ottobre 2023, lo girai a Via del Portico d’Ottavia a Roma, nel cuore dell’antico ghetto ebraico della capitale italiana, e lo intitolai Contro Hamas, non a caso. In quella occasione ho ribadito ciò che non mi stanco mai di ripetere, ossia che abbiamo fortemente bisogno di politiche militari, securitarie e di difesa allineate al livello europeo, con un esercito europeo che potremmo già avveniristicamente definire federale, sperando che i tempi realizzativi non siano eccessivamente lunghi. Vorrei che a divenire pioniera in questa sfida fosse la nostra patria italeuropea. L’Italia europea è sensibile alla mission della liberaldemocrazia in Medioriente, attraverso una datata vicinanza a Israele, proprio per il potenziale di liberalismo che in quei contesti geopolitici così difficili e illiberali il popolo ebraico fattosi bene o male Stato potrebbe garantire. Da una seria e matura liberaldemocrazia israeliana in Medioriente trarrebbero beneficio sia gli abitanti di quelle stesse terre, sia la nostra Europa mediterranea per curare al meglio gli interessi occidentali in tema di sicurezza, commercio estero, approvvigionamento energetico, diritti umani e in particolare in tema di libertà autodeterminativa delle donne nel mondo.

Detto questo, nel primo video del Graffio di Trisolino del 7 novembre 2023, prima dell’aggravarsi della lunga e logorante guerra a cui stiamo assistendo ormai da troppo tempo, ho ritenuto che sarebbe meglio che Israele agisse via terra, individuando le basi di Hamas affinché non si addivenisse a tragici e inumani bombardamenti sui civili inermi, sugli innocenti, come in effetti poi è avvenuto. Ci avevo visto bene, a quanto pare, quando auspicavo che si agisse via terra per i motivi umanitari anzidetti. Il fatto che Hamas si sia radicata peggio di una mafia, con bunker sotto agli ospedali e all’interno dei luoghi quotidiani dei poveri civili inermi, ci porta a pensare che i geoterroristi di Hamas e i loro gruppi amici terroristi e nazislamisti siano davvero feroci, ma ci porta a pensare anche a quanto sia radicato quel fenomeno in seno alla società araba della Striscia di Gaza. Purtuttavia, radicato o meno, gli attacchi a quel fenomeno vanno fatti via terra in modo mirato, sui miliziani di Hamas e sui suoi alleati libanesi di Hezbollah, e mai sui civili. Stiamo assistendo a scene terribili, ad un eccidio di donne, uomini, bambini innocenti, e tutto questo non può essere tollerato da una comunità internazionale civile e liberale.

Occorre sconfiggere Hamas, non martoriare una terra che in quel modo, tra l’altro, nutrirà solo sangue e odio verso il deviato riflesso pseudo-occidentale dato loro da Netanyahu, il quale, alla prova dei fatti, di Occidente liberale poco se ne intende. Esiste un Medioriente con una florida Israele liberaldemocratica e garantista, ma quell’Israele non è l’Israele di Netanyahu. Spero che il popolo ebraico israeliano riesca e fargli succedere un altro presidente con una mentalità davvero liberale sul piano globale, un diverso presidente con metodi differenti e divergenti, liberali.

Essere liberali significa rispettare le donne, rispettare la laicità degli ordinamenti giuridici, significa detestare il terrorismo e amare le libertà socioeconomiche, rendendo queste ultime accessibili a tutti. Essere liberali sul piano globale significa coltivare lotte antitetiche al fondamentalismo nazislamista, ma coltivare anche strategie che tutelino gli innocenti e la vita dei popoli e delle minoranze. Viva l’Israele liberaldemocratica che vogliamo sostenere contro Hamas, ma contro Hamas, non contro i palestinesi. Stop alle bombe disumane e assassine. Stop al radicalismo di Netanyahu.

Il governo italiano, come a tutti noto ed evidente dalle dichiarazioni pubbliche, si ritrova a dover curare gli interessi dei cittadini italiani, a dover bilanciare e contemperare vari princìpi in ballo, dalla sicurezza geopolitica dei nostri territori alla pace da riconquistare. Il tutto senza mai svendere i nostri valori fondanti di democrazia e libertà. La vicinanza al popolo ebraico è quindi fondamentale e, secondo me, la lotta ai terrorismi geopolitici dei nazislamisti è l’abc della nostra tenuta securitaria come popolo libero, ma nello stesso tempo è fondamentale il sostegno ai civili inermi sterminati a Gaza.

L’Italia in modo pubblico, trasparente, equilibrato e chiaro si trova nelle vesti di promotrice di iniziative solidali come quella simbolica ed efficace di accogliere alcuni bambini orfani di Gaza. L’Italia con una ritrovata sicurezza culturale è quel Paese che attraverso continui moniti mediatici invita Israele a non eccedere, rappresentando così a Netanyahu la vera via alla liberaldemocrazia possibile in Medioriente. Ricordiamo sempre le nostre radici europee di tipo giudaico-cristiane e umaniste. Noi italeuropei siamo un perno che rielabora i radicalismi occidentalisti statunitensi e che non li passa in Oriente e Medioriente così come essi arrivano dall’America, ma li rielabora, talvolta li ammorbidisce, e sicuramente li contempera con la fame del Sud del mondo mediterraneo.

Ripercorro ancora i miei videograffi che, tra i vari temi trattati, sono spesso tornati ad occuparsi della lotta ad Hamas e della garanzia dei diritti umani in Medioriente.

A ottobre 2024, in un mio video per “Il Graffio di Trisolino” sul sito della nostra testata L’Opinione, ho esortato il ministro degli esteri e vicepremier Tajani a far rispettare la sicurezza dei nostri militari italiani impegnati nella missione Unifil dell’Onu in Libano, dato che alcuni rischi di attacchi per loro sono arrivati per mano degli stessi israeliani. Girando il video dall’alto della terrazza del Duomo di Milano, la città dove Silvio Berlusconi fondò Forza Italia, auspicavo che il ministro forzista Antonio Tajani – successore del Cavaliere – si affrettasse a sostenere soluzioni diplomatiche per ristabilire la sicurezza dei nostri militari italiani impegnati nel contingente italiano Unifil in Libano. Ora dobbiamo rivedere il contenuto delle clausole di ingaggio militare, poiché dobbiamo essere capaci di difenderci ma anche capaci di non farci attaccare da nessuno, soprattutto quando l’obiettivo comune è quello di sconfiggere Hezbollah, alleata libanese di Hamas. La difesa dei nostri valori liberaldemocratici nel nuovo Occidente libertario che vogliamo passa anche da un impegno istituzionale, militante, urgente, costante. Serve curare e attrezzare o, se ancora non vi sia, edificare un Occidente demolibertario che sappia dimostrare con lo spirito e con la carne viva delle nostre abilità ciò che possiamo fare, oltre i recinti dei nazislamismi iraniani e afghani, oltre i fondamentalismi putiniani, oltre le mafie geopolitiche di Hamas che occupa e corrompe la Striscia di Gaza, e di Hezbollah che occupa e corrode il Libano.

A chi mi chiede quanto pesa la vita umana rispondo che la vita è vita, vale in sé, ovunque e per tutti, e ogni vita umana vale incommensurabilmente di più di milioni di euro o di dollari, e così via. Lo dico da uomo, lo dico da umanista, lo dico anche da cristiano. Chi siamo noi per giudicare se vale di più la vita degli ebrei d’Israele, specchio della vita degli ebrei in diaspora in ogni angolo del mondo, da un lato, o dall’altro lato la vita dei palestinesi innocenti che muoiono sotto i bombardamenti di Benjamin Netanyahu.

La vita degli innocenti è vita che vale parimenti. Non è una questione di tifoserie, di destra o di sinistra, ma di sperimentazioni nazionali di tipo globale, in questa èra di post-globalizzazioni e di policentricità geopolitiche. Serve tutelare la laica sacralità delle vite umane sui territori. Stiamo provando a farlo con l’Ucraina, e dobbiamo farlo anche con i civili fratelli ebrei contro ogni antisemitismo. Dobbiamo farlo pure con i fratelli civili innocenti di Gaza dialogando con il troppo estremo Netanyahu.

Gestire e orientare le nostre scelte di liberalcoraggiosi sulla scacchiera globale attuale richiede a tratti sintesi, a tratti valutazioni complesse. Sicuramente siamo chiamati dalle necessità incombenti a progredire con il giusto peso e con i tempi adeguati, mai stagnanti ma mai troppo affrettati, sulla cresta sommersa ed emersa di ogni scelta. Siamo chiamati a seguire vocazioni perseguendo valori, autenticamente, figli del nostro tempo ma mai arresti al secolo corrente.

Durante l’ottocentesco Congresso di Vienna si diceva conservare progredendo. Io dico che occorre innescare dinamiche libertarie vitali nel conservatorismo italeuropeo odierno, affinché esso si evolva e parli con parabole riformiste di libertà geopolitiche e di giustizia giusta, senza escludere nessuno, e senza mai scadere nel mero formalismo del politicamente corretto.

Sono un liberalpatriota che propone alla politica di guardare alle sfide globali del nostro tempo in modo inedito, innovatore e pionieristico. L’Italia nazionale può. L’Italia europea deve.

Aggiornato il 08 gennaio 2025 alle ore 13:43