Le “no-go zones” di Stoccarda interdette agli ebrei

La negazione rimane prioritaria riguardo alla mancanza di libertà per la comunità ebraica tedesca sempre più sparuta.

La città di Stoccarda, sede del colosso automobilistico Mercedes-Benz, è disseminata di zone vietate agli ebrei a causa degli eventi pro-Hamas. Il consiglio direttivo della comunità ebraica di Württemberg, la Regione in cui si trova Stoccarda, ha pubblicato di recente un avviso sconcertante sul suo sito web: “Gentili signore e signori, cari membri della comunità! Come al solito, sopra troverete una panoramica delle manifestazioni anti-Israele organizzate a Stoccarda questo fine settimana. Vi consigliamo di evitare queste aree negli orari indicati”. Il comunicato fa riferimento a un elenco di zone di Stoccarda “interdette” agli ebrei. Il riconoscimento delle “no-go zones” nelle città europee non dovrebbe sorprendere gli osservatori seri del crescente antisemitismo palestinese, islamista e di sinistra. Dopotutto, a marzo dello scorso anno, Robin Simcox, il commissario anti-estremismo dell’allora governo conservatore britannico, ha affermato che Londra è diventata una “no-go zone per gli ebrei” durante le marce del fine settimana organizzate a favore dei palestinesi (e di Hamas).

Sebbene vi sia un certo livello di onestà intellettuale nel dibattito conservatore britannico sul crollo della sicurezza per gli ebrei, la negazione rimane prioritaria per quanto riguarda la mancanza di libertà per la comunità ebraica tedesca sempre più sparuta. Sia il Regno Unito che la Repubblica federale tedesca hanno assunto un remissivo atteggiamento di acquiescenza nei confronti dei movimenti di massa islamisti e di un feroce antisemitismo che costellano le loro città e i loro Paesi. Il giornalista e scrittore tedesco Henryk M. Broder ha attirato per la prima volta l’attenzione sulla situazione riprovevole verificatasi a Stoccarda nel suo articolo del 4 gennaio scorso, titolato “Stoccarda: aree interdette agli ebrei”, pubblicato sul suo sito web The Axis of Good. Broder schernisce il burocrate anti-Israele Michael Blume, incaricato di contrastare l’odio per gli ebrei nel Land della Germania sudoccidentale di cui la città è capoluogo. “Di per sé, questo sarebbe un caso per il commissario per l’antisemitismo del Baden-Württemberg, un uomo dotato di molte virtù, soprattutto quella di auto-elogiarsi. Se prendesse sul serio il proprio lavoro, potrebbe avvolgersi in una bandiera israeliana e prendere parte alle manifestazioni. E tenere in mano un cartello con su scritto: Liberate gli ostaggi!”.

Ad Amburgo, due tribunali tedeschi hanno sentenziato che Blume può essere definito antisemita a causa dei suoi aspri attacchi contro gli ebrei tedeschi e l’eroe nazionale israeliano Orde Wingate. Blume fa di tutto per rendere l’Islam politico socialmente e politicamente accettato in Germania. Barbara Traub, presidente della comunità ebraica del Württemberg, ha detto ai suoi membri di non lasciarsi “provocare” dalle manifestazioni di protesta anti-Israele. Purtroppo, Traub e molti altri leader e membri della comunità hanno adottato un approccio di vile servilismo nei confronti del moderno Stato tedesco. Uno scrittore ebreo tedesco ha sintetizzato questa condizione con un motteggio: due ebrei sono incarcerati in un campo di concentramento. Uno dice: “Shlomo, ecco un uomo delle SS. Chiedigli cosa hanno intenzione di fare con noi”. E Shlomo risponde: “Non provocarlo, Moishe; il tedesco potrebbe arrabbiarsi”. Traub, la quale non ha voluto pubblicamente esortare il sindaco di Stoccarda, Frank Noppera cancellare un annuncio a favore di un gruppo pro-Hamas e pro-Samidoun dal sito web della città (con tanto di modalità per fare una donazione alla Ong), mostra una servile lealtà nei confronti del governo tedesco, forse motivata da un evidente conflitto di interessi: le comunità ebraiche dipendono dal Governo federale e da quello dei singoli Länder per i loro bilanci.

La Germania ha messo al bando sia Hamas che Samidoun, legata all’organizzazione terroristica Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp). Quasi 17 anni fa, Daniel Pipes, presidente del Middle East Forum, ha previsto correttamente a una conferenza organizzata dal governo israeliano sulla lotta all’antisemitismo che gli ebrei europei avrebbero dovuto far fronte alle stesse terribili condizioni che affrontano gli ebrei che vivono nei Paesi musulmani, vale a dire, l’aumento dell’antisemitismo islamico e la persecuzione. La maggior parte degli “ebrei nel mondo islamico”, per usare la famosa espressione di Bernard Lewis, è sfuggita all’oppressione del Medio Oriente controllato dai musulmani e si è unita alla rinascita di Israele. Gli ebrei europei seguiranno il loro esempio?

(*) Tratto dal Middle East Forum Observer

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 08 gennaio 2025 alle ore 09:44