Il decennale accordo tra Rosneft e Reliance Industries Limited
L’Occidente, con l’Unione europea in prima linea, continua nella sua miope e autolesionistica strategia di rafforzare lo scontro politico (in modo diretto) e militare (in modo indiretto) con la Russia, riguardo alla guerra in Ucraina. La succitata e reiterata ottusità è confermata dall’aumento delle sanzioni economiche nei confronti della Russia e in questi giorni anche dall’accelerazione del tentativo di creare un unico sistema di difesa europea, motivata non per difendersi in generale da potenziali nemici e per ridurne di conseguenza gli ingenti costi (con il contributo di ciascuna nazione che compone l’Ue), ma per difendersi esclusivamente dall’ipotetico “pericolo russo”. Mentre prosegue questa grottesca pantomima di giustificare l’invio di armi a Volodymyr Zelensky per finanziare la resistenza ucraina, che sembra essere più un suicidio per il povero popolo ucraino (oramai esasperato e ridotto allo stremo) che uno strumento di difesa territoriale, il terrorismo mediatico di certa stampa, degna di essere definita più pennivendola che giornalistica, avalla tale condotta e la Russia non fa altro che rafforzare la propria economia, utilizzando il bisogno altrui di approvvigionamento energetico come merce di scambio tanto economico quanto politico.
Infatti, la Russia, possedendo ingenti risorse energetiche, utilizza questa sua posizione di forza come strumento per tessere nuove alleanze, con cui rafforzare la sua posizione geopolitica e aumentare la sua autonomia economica nei confronti dell’Occidente, a scapito soprattutto dell’Unione europea e quindi anche dell’Italia. Quanto finora esposto si riferisce anche e soprattutto all’accordo decennale tra Rosneft, ossia il gigante petrolifero russo, e Reliance Industries Limited, la più grande raffineria privata indiana, un’intesa che va oltre il semplice commercio. Pertanto, ciò rappresenta un elemento strategico in un panorama geopolitico in evoluzione. Con l’Occidente che cerca di isolare la Russia attraverso sanzioni economiche senza precedenti e Mosca che sta riallineando i suoi flussi energetici verso mercati più aperti, come quello indiano. L’accordo, che prevede lo scambio di 500mila barili di petrolio al giorno a prezzi agevolati, consolida un’alleanza con implicazioni economiche e strategiche, capaci di ridefinire gli equilibri globali. L’energia rappresenta da sempre uno strumento centrale della politica internazionale, tant’è che l’accordo tra Rosneft e Reliance dimostra come le risorse naturali possano fungere da leva geopolitica.
In sostanza, si può riassumere il concetto espresso con il seguente schema:
1) per la Russia, costituisce uno strumento per rispondere alle sanzioni occidentali sia cercando mercati alternativi sia sfruttando la domanda di Paesi come l’India, la quale è alquanto dipendente dalle importazioni di petrolio;
2) per l’India, è un modo per assicurarsi risorse fondamentali a prezzi scontati, rafforzando la propria sicurezza energetica in un contesto globale instabile.
Perciò, il suesposto accordo non si limita a interessi economici, perché la Russia utilizza l’energia come strumento per consolidare alternative relazioni geopolitiche. L’India, da parte sua, inserisce tale accordo nel progetto (già in essere) di costituire un sistema commerciale e finanziario multilaterale delle nazioni emergenti, come ad esempio i Brics, sfruttando l’opportunità di rafforzare la propria posizione globale.
In sostanza, l’accordo in oggetto rappresenta una sorta di “baratto moderno” (petrolio contro tecnologia), che oltre a non essere a senso unico, si potrebbe riassumere nel seguente modo:
1) l’India beneficia di un accesso privilegiato al petrolio russo;
2) la Russia ottiene un incremento delle importazioni di tecnologie indiane, fondamentali per sostenere la propria economia sotto pressione.
Questa dinamica bilanciata rappresenta una forma di scambio, trasformando l’India da semplice importatore a partner strategico. In sostanza, si tratta di un rapporto rafforzato che potrebbe estendersi ad altri ambiti, come la cooperazione militare e la rappresentanza nei fori internazionali, aumentando l’autonomia dell’India rispetto all’Occidente. Per ciò che concerne l’impatto sul sistema multipolare, l’India emerge come un’attrice chiave nel nuovo ordine mondiale. La sua scelta di mantenere rapporti stretti con Mosca, nonostante le pressioni occidentali, riflette una strategia di neutralità attiva, che:
1) protegge i suoi interessi nazionali senza schierarsi apertamente;
2) rafforza la sua immagine di potenza emergente indipendente.
D’altra parte, l’accordo evidenzia la frammentazione dell’ordine globale. Le sanzioni occidentali hanno spinto la Russia a creare un sistema economico parallelo, rafforzando le relazioni con potenze non occidentali come India e Cina, sfidando l’egemonia occidentale. A livello regionale, l’accordo rafforza l’India come leader tra i Paesi emergenti e in Asia, Nuova Delhi si pone come contrappeso alla Cina, sfruttando i rapporti con Mosca per consolidare la propria influenza.
Ciò garantisce all’India un vantaggio strategico nel rispondere a sfide come:
1) la transizione energetica;
2) l’instabilità geopolitica regionale.
Al postutto, l’accordo Rosneft-Reliance rappresenta un esempio di come l’energia possa ridefinire gli equilibri globali:
1) per la Russia, costituisce uno strumento per resistere alle pressioni occidentali e mantenere un ruolo centrale nel mercato energetico globale;
2) per l’India, rappresenta un’opportunità per consolidare la propria sicurezza energetica e rafforzare il suo status di potenza autonoma.
In un mondo sempre più frammentato, l’energia diventa una leva d’influenza politica e diplomatica e la suesposta alleanza non si limita al petrolio, ma evidenzia l’inconfutabile segnale di un sistema internazionale in trasformazione, in cui vecchie alleanze lasciano spazio a un ordine mondiale multipolare e sempre più complesso.
Aggiornato il 02 gennaio 2025 alle ore 12:20