Un territorio strategico nel mirino del moralismo
Introduzione
Dopo soli cento giorni al potere, il governo laburista ha deciso di cedere la sovranità sulle Isole Chagos, un territorio britannico d’oltremare (Bot in inglese), a Mauritius, segnalando un cambiamento significativo nella posizione geopolitica del Regno Unito. La mossa ha sollevato obiezioni cruciali sulle implicazioni di tali azioni per gli interessi strategici britannici sulla scena mondiale. Il mantenimento della sovranità sui Bot è un pilastro dell’interesse strategico a lungo termine del Regno Unito sin dalla fine della Seconda guerra mondiale, poiché tali territori svolgono un ruolo cruciale nel garantire rotte commerciali e risorse marittime di fondamentale importanza, preservando l’influenza geopolitica britannica in regioni chiave come l’Oceano Indiano, il Medio Oriente e l’Africa.
Come affermato più di recente nell’Integrated Review of Security, Defence, Development, and Foreign Policy (Integrated Review), pubblicata sotto il governo di Boris Johnson nel marzo 2021, il valore strategico, militare e diplomatico dei Bot rafforza la posizione del Regno Unito sulla scena internazionale. Secondo l’Integrated Review, questa rilevanza è rafforzata dalla necessità di contrastare l’espansionismo della Cina all’interno della sfera di influenza britannica, che rappresenta una minaccia significativa per l’architettura di sicurezza del Regno Unito.
Lungi dall’essere il risultato di un calcolo politico, la resa di un territorio strategico in tempo di pace riflette il desiderio dell’attuale governo di cancellare i legami storici con i resti dell’infrastruttura imperiale britannica, indipendentemente dalle implicazioni per la posizione internazionale della nazione. Palesemente, la posizione del premier Keir Starmer è in linea con un sentimento anti-Commonwealth che sta prendendo piede tra le ex colonie britanniche, in particolare nei Caraibi, dove le nazioni cercano sempre più di prendere le distanze dalle eredità coloniali. Con una mossa storica, Barbados è diventata una repubblica nel 2021, interrompendo il suo legame costituzionale con la monarchia britannica. La Giamaica ha annunciato piani per raggiungere la piena indipendenza dalla Corona entro il 2025, con il primo ministro giamaicano Andrew Holness che ha sottolineato il desiderio del Paese di autonomia costituzionale.
Tuttavia, questa decisione giunge in un momento di instabilità globale senza precedenti. La Cina ha notevolmente rafforzato la sua presenza in Africa e in importanti nazioni insulari come le Seychelles e le Maldive. Attraverso iniziative come la Belt and Road Initiative (Bri), Pechino ha finanziato progetti infrastrutturali chiave, come il porto di Mombasa in Kenya e i sistemi ferroviari dell’Etiopia consolidando le rotte commerciali e l’influenza economica. A Gibuti, la prima base militare cinese all’estero istituita nel 2017 garantisce un accesso fondamentale allo Stretto di Bab-el-Mandeb. Inoltre, porti come Gwadar in Pakistan e Hambantota in Sri Lanka fanno parte della strategia cinese “String of Pearls” (“Filo di Perle”), che garantisce posizioni marittime chiave per proteggere le sue rotte commerciali. La strategia di potere della Cina prevede prestiti a lungo termine, progetti infrastrutturali e partnership basate sulle risorse, spesso senza condizioni di governance in stile occidentale. Questo approccio attrae le nazioni che cercano investimenti e sostegno economico, creando dipendenze finanziarie che rafforzano l’influenza della Cina in queste regioni.
Nel frattempo, la guerra della Russia in Ucraina ha messo a dura prova le risorse militari e diplomatiche occidentali, e il conflitto in corso in Medio Oriente sta testando la resilienza delle alleanze internazionali.
In questo contesto instabile l’arcipelago delle Chagos rappresenta molto più di una questione legale o morale: è una roccaforte geografica britannica essenziale per mantenere la proiezione militare occidentale in molteplici teatri di conflitto.
Contesto storico e background
Lo status dell’arcipelago delle Chagos è stato occasionalmente al centro di dispute internazionali tra Londra e Mauritius. Quando Mauritius ottenne l’indipendenza dal Regno Unito nel 1968, accettò un precedente accordo che rinunciava esplicitamente a qualsiasi futura rivendicazione sulle isole Chagos (The Lancaster House Agreement of September 23, 1965). Il caso legale fu apparentemente chiuso, ma decenni dopo, la questione riemerse, con Mauritius che tentò di riesaminare le rivendicazioni storiche, sfruttando il crescente slancio nazionale per affermare la piena sovranità, in particolare quando le controversie dell’era coloniale ottennero una rinnovata attenzione globale.
Nel febbraio 2019, su richiesta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia emise un parere consultivo che dichiarava illegale l’amministrazione delle Isole Chagos da parte del Regno Unito, adducendo violazioni dei principi di decolonizzazione e di autodeterminazione. La Corte Internazionale di Giustizia ha evidenziato che la separazione delle isole da Mauritius nel 1965 violava il diritto internazionale. Sebbene il parere non fosse vincolante, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite successivamente adottò una risoluzione che accoglieva tale parere consultivo, esortando il Regno Unito a cedere la sovranità delle isole a Mauritius. Ciò ha segnato un momento cruciale nella disputa legale e diplomatica sull’arcipelago delle Chagos.
Nel maggio 2019, il Regno Unito respinse il parere consultivo della Corte, sostenendo che le isole erano vitali per scopi militari, in particolar modo a causa della presenza della base militare gestita congiuntamente da Stati Uniti e Regno Unito sull’isola di Diego Garcia. Diego Garcia funge da hub strategico per le forze statunitensi, principalmente la Marina e l’Aeronautica Usa, facilitando le operazioni in Medio Oriente e in Asia. Diego Garcia ha svolto un ruolo chiave nella “Operazione Enduring Freedom”, lanciata contro gli obiettivi di Talebani e al-Qaeda in Afghanistan dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre contro gli Stati Uniti.
Il Regno Unito ha sostenuto altresì che il parere consultivo non teneva conto del Lancaster House Agreement. Secondo Christopher Howarth, un ricercatore senior del Parlamento britannico, l’idea di far rispettare “i confini pre-indipendenza” è errata, poiché questo approccio ignora le storie distinte e i desideri di vari territori di rimanere sotto il governo britannico. Ad esempio, Anguilla si è separata da St. Kitts prima dell’indipendenza, avendo esplicitamente espresso il desiderio di non staccarsi dal Regno Unito. Allo stesso modo, le Isole Vergini britanniche sono state scorporate dai loro vicini all’interno delle Leeward Islands (Isole Sottovento) britanniche e le Isole Cayman si sono staccate dalla Giamaica. “La Corte Internazionale di Giustizia direbbe che è sbagliato e che St. Kitts può rivendicare l’intera unità coloniale? La Federazione Centrafricana è stata una creazione britannica di breve durata, si è sciolta quando lo Zambia ha ottenuto l’indipendenza. Lo Zimbabwe può rivendicarla?” si chiede Howarth.
Complessità giuridiche e controversie costituzionali
Da un punto di vista giuridico, la cessione della sovranità del territorio britannico d’oltremare delle Isole Chagos a Mauritius solleva significative sfide costituzionali e di sovranità. Al centro di tale questione c’è la tensione tra la prerogativa reale e la sovranità parlamentare. In base alla prerogativa reale, il Primo Ministro detiene l’autorità delegata al Governo dal monarca sugli affari esteri, comprese le questioni relative alla stipula di trattati e alle negoziazioni territoriali. Tuttavia, nei casi che coinvolgono il trasferimento della sovranità o la cessione di terreni della Corona, in particolare terreni considerati un bene strategico, il coinvolgimento parlamentare diventa essenziale. Questo principio è stato stabilito fin dal XIX secolo. Il dibattito in Parlamento del 24 marzo 1863 affrontò la questione se la Corona britannica potesse trasferire territori britannici senza il consenso del Parlamento. Il Procuratore Generale, Sir Roundell Palmer, chiarì che l’approvazione parlamentare era generalmente superflua a meno che non fossero state applicate le norme di common law, il sistema giuridico di matrice anglosassone, o il Parlamento non avesse legiferato per quei territori. Nei casi di colonie come le Isole Chagos, dove era stato stabilito il common law britannico, sarebbe stato richiesto il consenso del Parlamento.
In contrasto con questo principio, Starmer ha annunciato la sua decisione durante una pausa parlamentare, ossia una sospensione dei lavori parlamentari. Questa tempistica protegge efficacemente il Gabinetto da controlli e interrogazioni parlamentari, consentendo al passaggio di consegne di svolgersi con una responsabilità minima.
Diritti e identità dei chagossiani in gioco
Poiché l’arcipelago non è mai stato sotto la sovranità di Mauritius, l’insediamento delle isole rappresenta un caso unico. Furono separate dalla colonia dell’Oceano Indiano che includeva Mauritius prima che quest’ultimo ottenesse l’indipendenza nel 1968, il che significa che le isole non sono mai state parte integrante dello Stato di Mauritius.
I chagossiani, la popolazione autoctona, i quali vennero forzatamente dislocati dalle loro isole tra il 1965 e il 1973 per far posto alla base militare di Diego Garcia, per decenni hanno dovuto far fronte a impegnative sfide giuridiche e sociali. In risposta, il governo del Regno Unito ha concesso diritti di residenza in Gran Bretagna ai sensi del British Overseas Territories Act 2002, riconoscendo le ingiustizie della loro rimozione forzata. Successivamente, nel 2016, l’Immigration Act ha consentito a coloro che sono nati nelle isole o ai loro discendenti diretti di acquisire la cittadinanza britannica, rafforzando così i loro legami con il Regno Unito e fornendo a molti un percorso per rivendicare i propri diritti di cittadini britannici.
Di conseguenza, la cessione della sovranità delle Isole Chagos a Mautitius solleva non solo preoccupazioni per la comunità chagossiana, che rischia di perdere i suoi legami consolidati con la cittadinanza britannica, ma anche effetti giuridici indesiderati. Ad esempio, il governo del Regno Unito è alle prese con la situazione dei richiedenti asilo dello Sri Lanka bloccati sulle isole. A causa delle potenziali implicazioni giuridiche legate al loro trasferimento sotto il governo mauriziano, Downing Street sta ora valutando di consentire loro di trasferirsi direttamente nel Regno Unito. Inizialmente, Starmer aveva proposto di estradare questi migranti a Sant’Elena, ma le palesi proteste hanno costretto a riconsiderare questa linea politica.
Un conflitto con gli interessi strategici americani
Diego Garcia è di fondamentale importanza per proiettare il potere attraverso l’Oceano Indiano, il Medio Oriente e l’Africa. La politica ufficiale degli Stati Uniti sul mantenimento delle basi militari all’estero evidenzia il ruolo degli Usa nella deterrenza, nella stabilità regionale e nella conferma dell’alleanza. Secondo la Global Defense Posture del Pentagono, sono considerate vitali per rispondere alle nuove minacce e migliorare la prontezza militare. Il governo statunitense ha costantemente respinto le rivendicazioni di Mauritius sulla sovranità sull’arcipelago delle Chagos, sostenendo che la questione dovrebbe essere affrontata esclusivamente con il Regno Unito, che detiene la sovranità dal 1816. Nonostante i molteplici sforzi di Mauritius per coinvolgere gli Stati Uniti nei suoi negoziati con il Regno Unito, Washington mantiene questa posizione da più di 50 anni.
Accettando le richieste di Mauritius, Starmer rischia di cedere influenza geopolitica in una regione sempre più contesa dalla Cina. Mauritius ha coltivato profondi legami con Pechino. Più di recente, l’accordo di libero scambio (Fta) sottoscritto tra Mauritius e Cina, entrato in vigore il 1° gennaio 2021, mira a migliorare la cooperazione economica e liberalizzare il commercio e gli investimenti tra le due nazioni. L’intesa riguarda vari settori, in particolare il terziario, rimuovendo le restrizioni in oltre un centinaio di settori dei servizi, tra cui quelli finanziari e le telecomunicazioni. L’accordo di libero scambio è stato concepito per creare un ambiente favorevole alle imprese mauriziane, fornendo loro un trattamento garantito e l’accesso al dinamico mercato cinese.
La preoccupazione americana è che Mauritius potrebbe ora sfruttare questa conquista territoriale per espandere la presenza cinese nell’Oceano Indiano. Sebbene il Regno Unito abbia mantenuto un contratto di locazione su Diego Garcia per un periodo iniziale di 99 anni, ciò non impedisce a Mauritius di autorizzare una base militare cinese nelle vicinanze per contrastare la presenza del Regno Unito e degli Stati Uniti nell’arcipelago, una prospettiva che sposterebbe l’equilibrio di potere regionale, minando sia gli interessi britannici che americani. Questo potenziale scenario sta allarmando la prossima amministrazione repubblicana degli Stati Uniti. Il presidente eletto Donald Trump avrebbe incaricato il team di transizione presidenziale di ottenere una consulenza legale sulla questione, mentre gli alleati più stretti hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche. Il senatore della Florida Marco Rubio, nominato dal Presidente eletto come segretario di Stato, ha dichiarato che il trasferimento è “preoccupante perché offrirebbe alla Cina l’opportunità di ottenere informazioni preziose sulla nostra struttura di supporto navale a Mauritius”. Inoltre, il senatore dell’Idaho James Risch, che fa parte del Comitato per le Relazioni estere del Senato, ha accusato il governo laburista di aver ceduto alla “guerra giuridica cinese” e di aver “ceduto alle pressioni di istituzioni internazionali non responsabili come la Corte Internazionale di Giustizia a spese degli interessi strategici e militari di Stati Uniti e Regno Unito”. Anche Mike Waltz, scelto da Trump come consigliere per la Sicurezza nazionale, è stato molto critico nei confronti dell’accordo. Di recente, Waltz ha affermato: “Se il Regno Unito dovesse cedere il controllo delle Chagos a Mauritius, non ho dubbi che la Cina approfitterà del vuoto che ne deriverà”.
Giuridicamente, la base di Diego Garcia rimane una questione di accordo bilaterale tra Regno Unito e Stati Uniti ai sensi del trattato di difesa del 1966, e Trump potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di porre il veto alla cessione di sovranità, in quanto essa metterebbe in pericolo l’utilizzo della base come installazione militare statunitense di fondamentale importanza.
Conclusione
La cessione delle isole Chagos a Mauritius riflette un preoccupante errore di calcolo nel bilanciare la responsabilità storica con la necessità geopolitica. Nel cedere questo territorio vitale, il Regno Unito rischia di diminuire la sua influenza strategica nell’Oceano Indiano, lasciando un fianco cruciale della difesa occidentale vulnerabile alle pressioni esterne, in particolare da parte della Cina.
Diego Garcia, una pietra miliare della cooperazione militare tra Regno Unito e Stati Uniti, sottolinea l’importanza permanente dell’arcipelago. Tuttavia, questa decisione privilegia i risarcimenti simbolici rispetto al pragmatismo statale, sollevando interrogativi sull’impatto a lungo termine sulla stabilità regionale e sui diritti della comunità chagossiana.
In un momento di incertezza globale, una mossa del genere indica un allarmante allontanamento dall’approccio tradizionalmente misurato del Regno Unito nei confronti dei suoi asset strategici. La cessione delle Chagos, lungi dal risolvere le controversie storiche, indebolisce il ruolo del Regno Unito sulla scena mondiale e rende diffidenti i suoi alleati.
(*) Tratto da The Fletcher Forum of World Affairs
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
Aggiornato il 17 dicembre 2024 alle ore 09:37