François Bayrou è il nuovo premier francese

Emmanuel Macron ha finalmente scelto il primo ministro. Scontentando, letteralmente, a destra e sinistra, il presidente francese ha trovato in François Bayrou, sindaco di Pau e leader del Movimento democratico, il nuovo capo dell’Esecutivo transalpino. Una decisione arrivata al termine di una mattinata di colloqui serrati all’Eliseo, che ha visto il capo di Stato optare per una figura esperta e centrale nella sua coalizione. Con un’Assemblea nazionale frammentata e priva di maggioranza, la nomina di Bayrou è un tentativo di ridare stabilità a un governo in cerca di equilibrio.

Il primo cittadino di Pau, 73 anni, si è imposto su una rosa di candidati di peso. Tra gli altri, Roland Lescure, vicepresidente dell’Assemblea ed esponente di Renaissance, e Bernard Cazeneuve, ex premier socialista avevano raccolto consensi. E anche Sébastien Lecornu, ex ministro della Difesa, sembrava guadagnare terreno. Bayrou, convocato all’Eliseo di primo mattino, avrebbe però rifiutato l’offerta di un ruolo di secondo piano come vice primo ministro, avanzando invece il nome di Cazeneuve per Hôtel Matignon. Dopo un confronto acceso durato quasi due ore, Macron ha infine ceduto, affidandogli la guida del governo. Per Bayrou, veterano della politica francese, si tratta di un ritorno in prima linea. Figura centrale della coalizione centrista del presidente, è stato recentemente scagionato da un’inchiesta su presunti fondi illeciti europei. Il suo bagaglio di esperienza sarà essenziale per navigare un contesto parlamentare in cui la costruzione di maggioranze sarà una sfida quotidiana.

Ma le reazioni non si sono fatte attendere. Jordan Bardella, leader del Rassemblement National, ha criticato la scelta, definendola “priva di legittimità democratica”. Dall’altro lato, Fabien Roussel, segretario del Partito comunista, ha parlato di “una brutta notizia”, chiedendo un deciso cambio di rotta rispetto alle politiche passate. In un messaggio pubblicato su X, Roussel ha messo in chiaro la posizione dei suoi: niente “censure preventive”, ma il governo sarà giudicato “sui fatti e sulle prove”. Il segretario comunista ha poi sfidato Bayrou a rinunciare all’uso del 49-3, il controverso articolo costituzionale che permette di approvare leggi bypassando l’Assemblea. “Se non lo userà, potremo parlare,” ha dichiarato. Tuttavia, il leader comunista non ha nascosto il suo scetticismo, sostenendo che la scelta di Macron, tutta interna alla sua coalizione, manda “un segnale sbagliato”.

Con un Parlamento diviso e un’opposizione pronta a cogliere ogni passo falso, la sfida per Bayrou sarà costruire un dialogo credibile e puntare a compromessi solidi. Per ora, l’attenzione è rivolta alle prime mosse di un primo ministro che è appena arrivato, ma è già appeso a un filo.

Aggiornato il 13 dicembre 2024 alle ore 15:05