Mali-Russia: un sodalizio d’oro

Le strategie propagandiste di Mosca si allungano nel Continente africano formando giornalisti africani su “basi ideologiche” russe. Mali, Burkina Faso e Niger sono tre paesi governati da giunte golpiste filo-russe. Qui, la propaganda russa sta dando il meglio di sé. Soprattutto in Mali, dove da luglio è iniziata la formazione di circa 60 aspiranti giornalisti maliani per promuovere gli interessi di Mosca nel Continente. La scuola di giornalismo aperta dal Cremlino a Bamako, capitale maliana, è stata organizzata dall’African initiative, una singolare agenzia di stampa controllata dai servizi segreti russi. La selezione sugli studenti ha portato ad identificare alcuni corrispondenti che opereranno al servizio dell’agenzia di stampa russa in Mali. I corsi si sono svolti durante l’estate e tenuti da Mikhail Pozdniakov, responsabile dell’agenzia. Le lezioni, gratuite, sono state impartite su piattaforma on line, ma anche in aula, quindi in presenza a Bamako. Ricordo che il Mali dal 2020 è governato da una giunta golpista guidata dal generale Assimi Goïta, presidente maliano della transizione. L’Esecutivo è sostenuto da Mosca e dai mercenari russi Wagner che operano sia nell’ambito della sicurezza che nell’addestramento e supporto alle Forze armate.

In pratica i russi sono la spina dorsale che sostiene questo paese del Sahel. Quindi, in un quadro geostrategico dove l’influenza russa ha radicato la sua visione politica, che si manifesta con sostegno militare e propaganda, quello che viene identificato come “il fronte russo” in Africa, area Paesi del Sahel centro-occidentale, è diventato un trampolino da dove Mosca allunga i suoi tentacoli con il fine di creare un legame solido da sfruttare per la sua strategia globale, quindi oltre africana. Ora l’etere dove internet agisce, ha assunto la fisionomia di un campo di battaglia alternativo nel quale non parlano né le armi, né gli eserciti, ma giornalisti specializzati in propaganda, opinionisti e politici e tutti con il consueto scopo, più o meno palese, di manipolare la massa.

Questa strategia russa è fenomenale in quanto un conto è dare un aiuto alla parte militare del Paese, che può essere anche a tempo determinato o effimero, un conto è forgiare cittadini con ideologie che penetrano all’interno del tessuto sociale diventando proprie della comunità. Brevemente, va comunque considerato che generalmente gli Stati del Continente africano hanno una popolazione forgiata su culture tribali che antropologicamente hanno un “senso del sociale” fortemente predisposto verso l’idea del “capo”. Conseguentemente, in questi contesti le modalità di penetrazione russe all’interno della rete di comunicazione dove concetti come il decisionismo e la forza primeggiano, trovano facilmente consenso e fascino. Inoltre la formazione dei 60 giornalisti maliani è sicuramente proiettata oltre il Mali, verso l’area sub-sahariana e centrafricana, dove sono presenti stati particolarmente vicini alla Russia, come la Repubblica centroafricana ed il Sudan, da dove i corrispondenti locali filorussi, possono propagandare il loro “giornalismo orientato”.

Questa operazione può essere intesa come una ripresa della rete di propaganda costruita da Wagner? Sicuramente si, in quanto dopo la scomparsa – tutt’oggi dubbia, – del capo dei Wagner, Yevgeny Prigozhin, forse vittima di un incidente aereo nell’agosto del 2023, il Ministero della Difesa russo ha incaricato l’agenzia Iniziativa africana, di rilevare e sviluppare la rete di propaganda costruita da Wagner nel Continente africano. Da allora l’agenzia ha pubblicato articoli online che pubblicizzano quanto la Russia sta facendo in Africa. Questa agenzia ha ora uffici oltre che in Mali, anche in Burkina Faso e Niger, ed è mobilitata all’arruolamento di corrispondenti locali da inviare in altri Paesi africani. Attualmente l’agenda informativa del Continente africano ha penuria di corrispondenti locali che possono divulgare la propaganda russa in Africa, quindi l’African initiative, ricordo agenzia asservita ai servizi segreti moscoviti, sta risolvendo la questione della carenza di “inviati”, con la formazione di giornalisti maliani da mandare nelle aree dove c’è difficoltà a divulgare la propaganda di Mosca. Probabilmente questi neo giornalisti filorussi istruiranno, sotto la supervisione dell’ex Kgb, altri studenti in una rete con una potenzialità espansiva enorme.

Intanto, a inizio novembre il Gabinetto di presidenza del Mali ha annunciato che la società russa Yadran Group ha in programma di costruire una raffineria d’oro e una fabbrica per la lavorazione del cotone in Mali. L’annuncio è stato dato dopo un accordo firmato dal presidente maliano e il presidente del Consiglio di amministrazione del gruppo, Irek Salikhov. Il progetto oltre a prevedere una fabbrica per la lavorazione dell’oro, comprende la fornitura di prodotti petroliferi e la creazione di un impianto di lavorazione del cotone. L’Agence Ecofin, che si occupa di questioni africane, ha comunicato che Yadran Group opera nei settori dell’estrazione e della lavorazione dei prodotti petroliferi, gestione di progetti infrastrutturali industriali, costruzione e gestione dei rifiuti.

Già in questa occasione i media maliani, probabilmente il primo esordio dei neo giornalisti filorussi, hanno esaltato questo accordo che porterà grandi benefici economici al popolo del Mali. Una grande propaganda lanciata verso tutto il continente africano dalla Russia e “combattuta” con la micidiale arma della manipolazione mediatica.

Aggiornato il 29 novembre 2024 alle ore 10:19