La sconsiderata decisione del 17 novembre 2024 del presidente americano uscente Joe Biden di autorizzare l’Ucraina a utilizzare missili statunitensi a lungo raggio contro la Russia, richiede un approfondimento. Biden ha preso questa decisione nonostante l’esplicito avvertimento del presidente russo Vladimir Putin che avrebbe considerato la Russia in guerra con gli Stati Uniti e la Nato nel caso gli attacchi dell’Ucraina avessero comportato il loro coinvolgimento diretto. Nel prendere questa decisione, Biden ha inoltre ignorato la volontà del nuovo presidente eletto Donald Trump ma non ancora operativo, di negoziare un accordo con Putin per porre fine alla guerra in Ucraina. Tutto questo prova, senz’ombra di dubbio, l’intenzione di “un colpo di stato” dell’amministrazione in carica per intensificare la guerra in Ucraina al fine di non permettere a Donald Trump di arrivare a un accordo di pace con la Russia. Non si spiega altrimenti il fatto che Biden (in realtà la squadra politica neocon che lo manovra) nei suoi ultimi giorni da presidente, stia adottando misure che potrebbero condurre gli Stati Uniti verso una terza guerra mondiale termonucleare.
Il fatto è che l’autorizzazione di Biden all’Ucraina a impiegare missili a lungo raggio, è stato un atto senza precedenti da parte di uno stato profondo disperato, determinato a sfuggire alle indagini, all’azione penale e alla corte marziale nei confronti di vari generali, agenti dei servizi segreti, funzionari del Dipartimento di Giustizia e agenti dell’Fbi, tra gli altri. Infatti in un video pubblicato su X il 7 novembre 2024, due giorni dopo le elezioni, Trump ha spiegato che avrebbe adottato una serie di misure per “distruggere il “Deep State” commettendo quindi lo stesso errore di John Fitzgerald Kennedy nel 1961 quando disse che avrebbe smantellato la Cia dopo il fiasco della Baia dei porci. Annunciando la sua intenzione, Jfk firmava la sua condanna a morte. Ora lo stato profondo, avvisato in anticipo che il primo ordine del giorno del nuovo presidente Trump sarà di indagarlo, non può permettersi che diventi presidente il 20 gennaio 2025 senza pagarne un alto prezzo. Le aree su cui Trump ha promesso indagini sono tre:
1) I due tentativi di assassinio alla sua vita, con l’accusa che alcuni membri del Secret Service e del Department of Homeland Security abbiano dimostrato negligenza criminale, costringendo quegli individui a collaborare con il procuratore speciale.
2) Il coinvolgimento del Dipartimento di Giustizia (Doj), dell’Fbi e di alcune agenzie di intelligence contro le sue campagne del 2016 e del 2024 e a partire dal 2015, sulla “bufala della collusione con la Russia” creata da Hillary Clinton che portò all’indagine del procuratore Robert Mueller su Trump e alla sua incriminazione.
3) I brogli elettorali delle presidenziali del 2020 riguardanti la scoperta di algoritmi crittografici segreti incorporati nei file di registrazione degli elettori della Commissione elettorale statale per facilitare la creazione del voto di “elettori” inesistenti e la frode riguardante le irregolarità delle schede elettorali per corrispondenza.
La minaccia più grande per le agenzie di intelligence è l’incrollabile determinazione di Trump a declassificare i documenti che metterebbero a repentaglio la loro esistenza. I documenti rivelerebbero molte delle loro cospirazioni tra cui quella di nascondere la storia del laptop del figlio di Joe Biden, Hunter, da cui sono emerse, tra l’altro, le collusioni affaristiche della famiglia Biden con l’Ucraina. Portare alla luce le malefatte e i fallimenti delle agenzie di intelligence sarebbe raccapricciante per decine di alti funzionari delle agenzie di intelligence, così come per gli alti funzionari dell’Amministrazione Obama e Biden. Si spiega pertanto il proposito del Deep State di intensificare la guerra con la Russia prima che Trump prenda il potere per intrappolarlo in una crisi da cui non possa uscire o in ogni caso escogitare un piano per assicurarsi che il suo secondo mandato presidenziale non abbia successo.
Ma se il nuovo presidente eletto Trump non riuscirà a comunicare con Putin per promuovere la pace, la catastrofe sarà inevitabile. Qualche giorno fa, autorizzando il lancio del nuovo missile difficile da intercettare, l’Oreshnik, che vola a dieci volte la velocità del suono e che, a solo scopo dimostrativo, ha colpito Dnipro nell’Ucraina centrale, Putin ha avvertito il mondo di ciò che è in gioco. L’Oreshnik potrebbe raggiungere obiettivi in tutta Europa ed essere dotato di testate nucleari senza che i sistemi di difesa aerea statunitensi e europei siano in grado di fermarlo. In altre parole, la Nato sarebbe diventata ipso facto obsoleta. In un contesto del genere è semplicemente sbalorditivo che l’amministrazione uscente statunitense detenga ancora il potere di intensificare una guerra con implicazioni termonucleari.
Aggiornato il 27 novembre 2024 alle ore 16:30