Allerta massima a Brasilia dopo che un lupo solitario ha fatto esplodere due ordigni nella piazza dei Tre poteri, dove si trovano la Corte suprema, il Parlamento e Palácio do Planalto, sede della presidenza.
Secondo le prime ricostruzioni, a breve distanza dalle due esplosioni davanti al tribunale, che hanno provocato la morte dell’attentatore, a circa cinquecento metri, è deflagrata un’auto carica di quelli che ad una prima analisi sembrano artefatti dinamitardi artigianali, parcheggiata tra il tribunale e il Congresso. Una terza bomba non è stata invece azionata.
Quanto accaduto accresce anche la preoccupazione in vista del vertice dei leader del G20 di lunedì e martedì a Rio de Janeiro. Una testimone ascoltata dal sito di notizie Metrópoles ha raccontato di avere visto passare l’uomo a piedi e lanciare i due ordigni a distanza di pochi secondi, senza dire niente. Nella seconda esplosione l’uomo è morto davanti agli occhi di Lauana Costa, una dipendente della Corte dei Conti brasiliana.
La piazza dei Tre poteri e la Spianata dei ministeri sono state isolate dalle forze di sicurezza, per il timore che possano esserci altri ordigni. I giudici della Corte suprema, che si trovavano riuniti, sono stati evacuati per sicurezza ed è stata sospesa la seduta in Parlamento. Sul posto sono intervenute numerose auto della polizia e mezzi dei vigili del fuoco per un’attenta bonifica dell’area.
Le autostrade N2 e S2 adiacenti alla Spianata sono state chiuse, mentre il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che aveva lasciato il Planalto prima delle esplosioni, ha seguito gli sviluppi dalla residenza dell’Alvorada.
Le autorità brasiliane hanno attivato l’Operazione scudo per la salvaguardia del palazzo della presidenza. Si tratta di un rinforzo della sicurezza nell’area esterna dell’edificio, che prevede anche l’attivazione dell’esercito.
Secondo le prime informazioni il proprietario dell’auto esplosa è un fabbro di 59 anni, Francisco Wanderley Luiz, che da mesi aveva lasciato la città di Rio do Sul, nello Stato di Santa Catarina (nel sud del Brasile), dopo liti familiari, perdendo ogni contatto con i suoi parenti. Il figlio adottivo, Guilherme Antônio, intervistato dal sito di notizie Metrópoles, ha affermato che l’uomo “aveva dei problemi personali” con la partner “ed era molto scosso dalla situazione. E per questo se n’era andato con l’intenzione di andare in Cile”.
Quale fosse l'obiettivo è tutto da chiarire, scrive l’Huffington Post, ma qualcosa in più è emerso con il passare delle ore sull’attentatore, Francisco Wanderley Luiz, noto sui social come Tiü França, 59 anni, di professione fabbro, di fede politica “bolsonarista” - fu sconfitto da candidato consigliere a Rio do Sul, nello Stato di Santa Catarina, per il Partito liberale di Jair Bolsonaro - con problemi familiari, che lo avevano scosso al tal punto da portarlo ad allontanarsi dalla città di Rio do Sul senza dare più sue notizie. Si pensava che fosse diretto in Cile, ma si è fermato a Brasilia, come dimostra l’affitto di un’abitazione nel quartiere Ceilândia, per l’ultimo atto della sua vita.
Aggiornato il 14 novembre 2024 alle ore 16:29