Il blocco di Taiwan da parte della Cina: un irrefrenabile impulso alla guerra

Il 22 ottobre, la Cina ha condotto esercitazioni a fuoco vivo nello Stretto di Taiwan. La mossa bellicosa fa seguito a un blocco simulato di Taiwan di 13 ore, andato in scena il 14 e 15 ottobre. L’Esercito Popolare di Liberazione, nell’esercitazione interforze denominata Sword-2024B, ha impiegato 153 aerei e 26 navi, tra cui la Liaoning, una delle tre portaerei del Paese.

Anche la Guardia costiera cinese ha preso parte all’imponente esercitazione, effettuando, come ha rilevato l’Economist, un pattugliamento “senza precedenti” attorno all’isola principale di Taiwan. L’esercitazione, secondo la Guardia costiera cinese, è stata “un’azione pratica per controllare l’isola di Taiwan in conformità con la legge basata sul principio della Cina unica”.

Le zone di esercitazione annunciate per la Joint Sword-2024B si trovano a sole 24 miglia nautiche dalla costa taiwanesi, più vicine rispetto alle zone delle esercitazioni precedenti. Gli osservatori hanno ipotizzato che la presenza di imbarcazioni della Guardia Costiera, dedite alle attività di contrasto alla criminalità interna, segnalasse che la Cina sta rafforzando la sua rivendicazione secondo cui Taiwan è territorio cinese.

Pechino sostiene che l’isola è una parte “inalienabile” della Cina da tempo immemorabile. La Repubblica Popolare non ha mai esercitato il controllo su Taiwan. Di fatto, nessun regime cinese ha mai detenuto una sovranità indiscutibile su di essa. Chiang Kai-shek, il primo leader politico e militare cinese a esercitare il controllo sull’intera isola, arrivò a Taiwan nel 1949.

I funzionari taiwanesi hanno dichiarato agli stranieri in visita che si aspettano che Pechino imponga nei prossimi mesi una quarantena alla repubblica insulare.

“Con l’esercitazione Joint Sword, il Partito Comunista cinese sta sviluppando e finalizzando il suo concetto di quarantena per Taiwan”, ha detto al Gatestone John Mills, un colonnello in pensione dell’esercito americano. “Sanno che un blocco è un atto di guerra, quindi giocano al gioco della quarantena, sul modello di ciò che il presidente Kennedy fece nel 1963 per Cuba”.

“Quando i cinesi inizieranno la quarantena, prenderanno di mira le navi che trasportano carichi di armi, come quella che di recente ha trasportato missili Harpoon”, ha affermato Mills, già a capo della divisione Cybersecurity Policy, Strategy, and International Affairs presso l’Office of the Secretary of Defense. “Prenderanno di mira anche gli aerei civili con a bordo personalità che vogliono consegnare al controllo cinese. Probabilmente verranno tagliati anche i cavi sottomarini”.

Quando accadrà? C’è ampio disaccordo a questo riguardo. Mills ritiene che i cinesi potrebbero dichiarare la loro quarantena entro quest’anno o subito dopo.

La quarantena è una manovra astuta in un momento in cui la Cina non è preparata per una guerra su vasta scala e non è pronta a scatenare le ostilità lanciando un’invasione dell’isola principale di Taiwan. Non è preparata? Xi Jinping non si fida dell’esercito cinese, una guerra a Taiwan sarebbe estremamente impopolare presso la popolazione cinese e il regime cinese è assai contrario alle perdite”.

Xi, quindi, sta cercando di intimidire tutti per sottometterli. “Gli scopi delle esercitazioni sono minacciare la sicurezza di Taiwan al punto che la popolazione di Taiwan perda fiducia nel proprio governo e cambi lo status quo di una Taiwan separata dalla Cina”, ha detto a Fox News Digital Elizabeth Freund Larus dell’Atlantic Council Global China Hub.

“Hanno utilizzato una strategia cinese molto vecchia, la cosiddetta ‘strategia dell’anaconda finalizzata ad accerchiare il territorio e fiaccare le resistenze’”, ha detto Chang Ching della Roc Society for Strategic Studies, che ha esaminato la rotta delle navi russe e cinesi prima dell’esercitazione Joint Sword-2024B. “Il vero obiettivo sono gli Stati Uniti”, ha affermato l’analista di Taiwan a Fox. “Stanno studiando modi per tendere un’imboscata alla Marina militare statunitense se si dirigesse verso una Taiwan già tenuta in ostaggio”.

Xi potrebbe pensare di poter conquistare Taiwan con una semplice quarantena, che non è un atto di guerra, ma il rischio per lui è quello di dover passare a un blocco totale, qualora la mossa fallisse, e in tal caso si tratterebbe di un atto di guerra. L’esercito cinese ha annunciato che la Joint Sword-2024B pratica un “blocco dei porti chiave”. Una quarantena, quindi, potrebbe avviare una catena di eventi che porta al conflitto.

Perché un blocco abbia successo, dovrà quasi certamente includere il territorio sovrano giapponese, in particolare l’isola di Yonaguni, il territorio abitato più a ovest del Giappone. Le montagne di Taiwan sono visibili da questa piccola isola a sud di Taipei. Gli Stati Uniti hanno firmato un trattato di mutua difesa con il Giappone, il che significa che una volta che la Cina dichiarerà un blocco, la risultante guerra coinvolgerà gli Stati Uniti.

Se la quarantena di Xi fallisce, il leader cinese non potrà fare marcia indietro. Al momento, solo le risposte più bellicose sono considerate accettabili nelle sfere più alte del Partito comunista. L’estrema ostilità lascia intendere che qualcosa non va nella capitale cinese, quindi il mondo dovrebbe essere pronto a tutto, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.

La Cina è capace di cose inimmaginabili. Il 19 ottobre, il regime ha avviato un’intensa campagna propagandistica che mette in mostra la potenza militare della Cina, appena due giorni dopo che Xi, che è anche presidente della Commissione militare centrale del partitoaveva ispezionato una brigata della Forza missilistica dell’Esercito Popolare di Liberazione. Xi ha esortato le forze missilistiche, tra le altre cose, ad affinare le “capacità di combattimento”.

La Rocket Force delle forze armate cinesi, che il 25 settembre ha effettuato un lancio di prova di un missile balistico intercontinentale in direzione delle Hawaii, gestisce gran parte dell’arsenale nucleare del Paese.

Le minacce implicite di Xi di usare questo tipo di armi sono particolarmente inquietanti. Dobbiamo chiederci: quando nella storia un regime militante si è impegnato in atti belligeranti e ha costantemente minacciato di andare in guerra, ma non lo ha fatto davvero?

Niente è inevitabile, ma ora c’è un impulso quasi irrefrenabile alla guerra.

(*) Tratto dal Gatestone Institute

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada

Aggiornato il 05 novembre 2024 alle ore 11:01