The Donald show: torna il sogno americano

Rendere New York repubblicana? Dicono sia impossibile, ma Donald Trump ci crede eccome. Il tycoon è tornato protagonista con un evento carico di aspettative al Madison Square Garden della Grande Mela, città dalla quale è stato tradito in passato con processi e incriminazioni. La folla di sostenitori accorsi da tutto il Paese ha riempito l’arena e, per chi non è riuscito ad entrare, la 5th Avenue si è trasformata in un mare di cappelli Maga. “Il re di New York è tornato per riprendersi ciò che ha costruito”, ha proclamato dal palco Donald Trump Jr, annunciando il padre che in passato ha aiutato a costruire la metropoli americana. La moglie di Eric Trump, Lara, ha aggiunto: “New York ha creato Donald Trump, e Trump ha ridisegnato New York.” Sottolineando il legame storico tra il tycoon e la città, Lara Trump ricorda i comizi tenuti da Ronald Reagan nel Bronx, che portarono la città tradizionalmente democratica verso una transizione repubblicana.

Introdotto dall’ex first lady Melania, The Donald ha preso parola con un messaggio di speranza: “Con il vostro voto metterò fine all’inflazione e farò tornare il sogno americano”. Il candidato del Grand old party ha ribadito la sua promessa elettorale, denunciando la vicepresidente – e concorrente alla Casa BiancaKamala Harris come responsabile della “distruzione del Paese, importando criminali” da altre nazioni. “Ora siamo un Paese occupato – dichiara Trump – ma fra nove giorni sarà la liberazione”. Durante il comizio, uno dei più grandi endorser del presidente, Elon Musk, lo speaker della Camera Mike Johnson e Robert F. Kennedy Jr. Hanno rafforzato l’auspicio di cambiamento portato dal tycoon in campagna elettorale. Il patron di Tesla, ha ricordato al pubblico la cosa più importante: “Questa è una battaglia: andate a votare”, ha dichiarato alla folla. Per il multimiliardario, un’eventuale amministrazione Trump ridurrà la spesa federale di 2.000 miliardi. Altro che gli sprechi avvenuti durante il governo di Joe Biden e Kamala Harris.

Kennedy Junior, anch’egli accolto calorosamente, ha criticato il partito Democratico. “Non è più quello di Martin Luther King o di mio zio”, ha osservato al Madison Square Garden, mentre Mike Johnson, ha ribadito che “in nove giorni rafforzeremo la Camera, conquisteremo il Senato e riporteremo Donald Trump alla Casa Bianca. Non possiamo permetterci altri quattro anni di Kamala Harris”, ha chiosato lo speaker repubblicano. A New York, il partito “della Cia, della guerra, di Wall Street”, potrebbe avere sempre meno spazio.

Aggiornato il 28 ottobre 2024 alle ore 13:45