Domenica 27 ottobre i cittadini dell’Uzbekistan andranno alle urne per eleggere il nuovo Parlamento, un evento politico importante nel mondo centro asiatico di cui si è recentemente discusso anche nella tavola rotonda “Elezioni e riforme politiche in Uzbekistan – 2024”, svoltosi presso la Sioi di Roma. Con il Presidente Shavkat Mirziyoyev, in carica dal 2016 e rieletto nell’ottobre 2021, il Paese si è aperto agli investimenti stranieri, offrendo opportunità interessanti per le imprese europee anche per il basso costo della manodopera, secondo gli standard europei.
L’Uzbekistan, con questa nuova sfida elettorale, punta a confermare la visione strategica nazionale iniziata con la Strategia del governo per il 2017 – 2021, rilanciata con la Strategia di azioni per il 2022 – 2026 e la Strategia dell’Uzbekistan per il 2030. Le strategie sviluppate stanno tentando di allineare lo sviluppo dell’Uzbekistan agli standard internazionali, avvicinando il Paese ai meccanismi giuridici e commerciali dell’Occidente. Le riforme in corso in Uzbekistan puntano a riformulare un quadro geopolitico completo, interessante per gli investitori internazionali e per gli imprenditori. Tra le principali attività riformatrici ritroviamo l’indipendenza giudiziaria, la supervisione parlamentare delle attività politiche, la ristrutturazione e l’ammodernamento del sistema elettorale e il decentramento dei poteri del governo alle autorità locali. Attività che puntano a creare un ambiente politico inclusivo e partecipato, che consenta un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte politiche dello stato.
Le elezioni del 2024 sono fondamentali nel confermare la linea delle significative riforme costituzionali intraprese dalle istituzioni nazionali. Alcuni risultati sono già riscontrabili con l’aumento dell’interesse pubblico verso le attività parlamentari e sono numerosi i cittadini interessati a candidarsi nei consigli locali. L’introduzione di un sistema elettorale diversificato, aperto alla cittadinanza e al proporzionale ha consentito a numerosi partiti di presentarsi, alimentando ulteriormente la visione democratica del Paese. Uno sforzo importante per garantire nuove dinamiche legate allo stato di diritto e ai processi democratici e per costruire una società moderna. Per avvicinare ulteriormente la cittadinanza al mondo della politica e delle istituzioni nazionali, le riforme in corso consentono ai cittadini di presentare ricorso alla Corte Costituzionale, garantendo loro un accesso concreto ai servizi pubblici e una giustizia diffusa. Un grande lavoro che punta ad un radicale cambiamento del quadro giuridico interno e ad una nuova visione sociale per le pensioni e l’assistenza sanitaria. Il governo punta anche al diritto all’alloggio e all’introduzione un sostegno economico per i gruppi sociali più svantaggiati e per le aree economiche depresse. L’interesse ad attirare gli investitori internazionali ha rafforzato il ruolo della proprietà privata nel Paese e si stanno implementando nuove regole che difendono il ruolo dell’imprenditore, promuovono il libero mercato e affermano un distaccamento concreto dell’azione economica dalle attività dei partiti e della politica.
Il governo sta promuovendo anche un nuovo sistema educativo, riconoscendo il ruolo della scuola e degli insegnanti nella creazione della futura classe dirigente e una grande attenzione è dedicata anche alla sostenibilità dei processi produttivi attraverso le attuali sfide ecologiche che caratterizzano la regione del Lago d’Aral. Il Lago d’Aral veniva considerato uno dei quattro laghi più estesi del Pianeta, al confine tra Uzbekistan e Kazakistan: un lago salato di origine oceanica, che negli anni Sessanta aveva una superficie di 68.000 chilometri quadrati, mentre adesso la sua grandezza si è ridotta del 75 per cento a causa di un vero disastro ambientale provocato dalle attività umane. Le autorità del passato regime sovietico, durante la Guerra Fredda, misero a punto un progetto per deviare, con apposite canalizzazioni, le acque dei fiumi immissari del lago, Syr Darya e Amu Darya, con l’obiettivo di intensificare le irrigazioni delle piantagioni di cotone impiantate nella regione vicina. Canalizzazioni che risultarono poco efficienti poiché nel transito disperdevano una parte consistente della preziosa risorsa. L’esperimento generò un disastro naturale con la scomparsa di una grande superficie del Lago e la crescita di polveri inquinanti mescolate alla sabbia. Oggi, resta una distesa sterile di sabbia con una elevata evaporazione della poca acqua residua. Le tempeste di sabbia diffondono le polveri inquinanti a centinaia di chilometri di distanza, compromettendo anche il terreno su cui si depositano. Una sfida ecologica che il Paese sta tentando di affrontare anche un fondo d’investimento internazionale e nuove modalità di diversificazione agricola ed economica.
Aggiornato il 25 ottobre 2024 alle ore 10:42