Libano: l’Idf elimina il successore di Nasrallah

Le Forze israeliane avrebbero neutralizzato Hachem Safieddine. Il successore di Hassan Narsallah, ex capo (defunto) di Hezbollah, sarebbe morto in un attacco dell’Idf in Libano. Il quotidiano Haaretz ha precisato che il leader in pectore delle milizie filo-iraniane sarebbe stato eliminato in un raid aereo dell’esercito israeliano su Dahiyeh, un quartiere della periferia sud di Beirut. La morte di Safieddine sarebbe avvenuta tre settimane fa. In un post su X, l’esercito israeliano dice di aver ucciso, insieme al leader dei paramilitari anche “Hossein Ali Al-Zima, capo del quartier generale dell’intelligence di Hezbollah”, in un attacco nel quartiere di “Dahiyeh a Beirut, insieme ad altri comandanti di Hezbollah”. Le milizie sciite, tramite il giornale l'Orient Le Jour hanno confermato la notizia data dall'esercito israeliano, con una fonte di Al Jazeera che ha ricordato come la sicurezza libanese avrebbe confermato che Hezbollah all’inizio di ottobre aveva perso tutti i contatti con Safieddine. In qualità di presidente del Consiglio esecutivo del gruppo armato, il miliziano era un membro di alto rango dell’organizzazione, peraltro cugino proprio di Nasrallah.

E i raid israeliani continuano a colpire le postazioni di Hezbollah non solo nel sud del Libano, ma anche in altre città del Paese. Secondo alcuni media nazionali, gli aerei delle Forze di difesa avrebbero effettuato sei attacchi aerei contro un complesso residenziale nella città di Tiro. “L’attività di Hezbollah costringe l’Idf ad agire nell’area in cui vi trovate. L’Idf non vuole nuocervi”, ha esordito su X Avichay Adraee, portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane, accanto a una mappa delle aree che saranno prese di mira. “Dovete immediatamente allontanarvi dall’area segnata in rosso e dirigervi a nord verso il fiume Awali. Chiunque si trovi vicino a personale, strutture e armi di Hezbollah mette in pericolo la propria vita”, ha aggiunto il militare nel suo comunicato.

BLINKEN: BENE I SUCCESSI DI ISRAELE, ORA FOCUS SUGLI OSTAGGI

Lo Stato ebraico, dal 7 ottobre scorso, ha raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi. Ora è tempo di trasformare queste vittorie “in un successo duraturo e strategico”, ha detto il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken, durante il suo viaggio in Medio Oriente che ormai è al giro di boa. Il capo della diplomazia statunitense ha sottolineato che Tel Aviv dovrebbe evitare una maggiore escalation nella sua risposta all’attacco missilistico di Teheran del primo ottobre. “È anche molto importante che Israele risponda in modo da non creare una maggiore escalation”, ha detto Blinken prima di partire per l’Arabia Saudita, la prossima tappa del suo tour nelle zone di guerra. Ma prima di salire sull’aereo, ha confermato che la preoccupazione degli Usa ricade in gran parte sui prigionieri di Hamas. “Ieri sera ho incontrato di nuovo le famiglie degli ostaggi, comprese le famiglie dei sette americani rimasti a Gaza. E questo rafforza ancora una volta per me e per tutti noi l’urgenza, l’imperativo di riportarli a casa, riportarli tutti a casa. Abbiamo parlato dell’importanza di determinare se Hamas è pronta ad andare avanti, e gli egiziani e i qatarioti stanno facendo proprio questo. Ma credo che con la scomparsa di Yahya Sinwar, che è stato il principale ostacolo alla realizzazione dell’accordo sugli ostaggi, ci sia una reale opportunità di riportarli a casa e di raggiungere l’obiettivo”. Queste le parole di Antony Blinken.

Aggiornato il 23 ottobre 2024 alle ore 16:54