Mentre Tajani visita Gerusalemme, si parla timidamente di pace

Il titolare della Farnesina ha incontrato il suo omologo Israel Katz. A Gerusalemme, Antonio Tajani ha parlato con il collega israeliano, durante il viaggio che lo porterà a visitare anche il primo ministro Benjamin Netanyahu. “Al mio collega ho confermato la solidarietà e il sostegno del governo italiano sul tema del rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas”, ha detto il ministro secondo quanto si apprende da fonti della Farnesina. “Dopo la scomparsa di Yahya Sinwar a Gaza riteniamo però che sia arrivato il momento di riaprire la strada alla politica e alla diplomazia: ho chiesto al governo di Israele di accelerare e agevolare l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. Ho ringraziato Israele per aver deciso di collaborare con l'iniziativa italiana Food for Gaza assieme all’Autorità nazionale palestinese, ma adesso cibo e medicine devono entrare più velocemente a Gaza”, ha continuato Tajani.

Il titolare degli Esteri italiano ha anche anticipato i messaggi che Giorgia Meloni ha riportato dalla sua missione in Giordania e Libano. “Noi crediamo che in Libano bisogna pianificare un’azione politica che rafforzi il governo ufficiale, per evitare il collasso definitivo del Paese: anche in Libano come a Gaza bisogna andare verso un cessate il fuoco, non verso un’intensificazione dei combattimenti”, ha spiegato il vicepremier. Per Tajani, “la scomparsa di Sinwar rappresenta un possibile punto di svolta, dobbiamo rilanciare l’azione politica e diplomatica sostenuta dagli Stati Uniti e da tutti gli Stati arabi della regione”. A Katz il ministro Tajani ha confermato che il governo italiano sarà sempre impegnato contro ogni delegittimazione dello Stato di Israele, alle Nazioni unite e in particolare all’Assemblea generale Onu.

Visti gli ultimi colpi di scena, con le Forze di difesa israeliane che hanno fortemente indebolito sia Hamas che Hezbollah, l’Occidente ha timidamente ricominciato a parlare di pace. Primo fra tutti, il segretario di Stato americano Antony Blinken. Il titolare degli Esteri Usa è partito oggi per una missione in Israele e nei Paesi arabi coinvolti nel dialogo per un cessate il fuoco, per promuovere un tentativo di tregua a Gaza. Blinken, in viaggio fino a venerdì, “discuterà dell’importanza di porre fine alla guerra a Gaza, di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e di alleviare le sofferenze del popolo palestinese”, ha dichiarato il dipartimento di Stato in un comunicato.

Inoltre, l’inviato speciale degli Stati Uniti per la guerra, Amos Hochstein, si trova al momento a Beirut, dove ha insistito sul fatto che il semplice impegno dei due Paesi (Israele e Libano) a rispettare la risoluzione 1701 delle Nazioni unite non è sufficiente. Gli Usa stanno attivamente lavorando per cercare una nuova formula per porre fine al conflitto, una volta per tutte. Hochstein ha affermato che Washington vuole porre fine al conflitto tra Hezbollah e Israele “il prima possibile”. Non è nell’interesse del Paese dei cedri, alla mercé delle milizie filo-iraniane, legare il suo destino a un’altro conflitto. Infatti, il primo ministro del Libano Najib Mikati, ha ammesso che potrebbero essere raggiunte “nuove intese” per implementare l’imprescindibile risoluzione dell’Onu. Lo ha riportato Haaretz.

Aggiornato il 21 ottobre 2024 alle ore 16:00