Pyongyang contro la riunificazione, Kim invia soldati a Putin

Il Sud è un Paesestraniero e apparentemente ostile”. Così ha esordito il presidente  della Corea del Nord Kim Jong-un durante l’ispezione di ieri al quartier generale del Secondo corpo dell’Esercito popolare coreano. Due giorni dopo che Pyongyang ha fatto saltare in aria strade e ferrovie di collegamento con Seul, il supremo leader ha avvertito che “sarà usata la forza qualora la sovranità del Nord fosse violata”. “Il nostro esercito dovrebbe tenere a mente ancora una volta il fatto netto che la Repubblica di Corea è un Paese straniero e un Paese apparentemente ostile”, ha riferito l’agenzia ufficiale del regime Kcna. Questa nuova e aggressiva terminologia del capo di Stato arriva grazie a una modifica costituzionale – operazioni all’ordine del giorno in questo tipo di dittature – apportata per definire il Sud come ostile, gettando nel secchio definitivamente parole come “partner, riconciliazione e riunificazione”. Il leader, secondo i media nazionali (o meglio, il media nazionale), ha aggiunto che quando la sovranità del del Nord è violata dal “Paese ostile, le sue forze fisiche saranno utilizzate senza esitazione, senza più attenersi alle condizioni” valide precedentemente.

Insomma, il supremo leader Kim ha voluto sradicare una volta per tutte “l’irragionevole” idea di riunificazione, eventualmente sancendo la fine del rapporto “malvagio” con Seul, e la chiusura fisica dei suoi legami con il Paese confinante. Durante l’ispezione al quartier generale dei militari nordcoreani, il capo di Stato ha citato più e più volte l’importanza di rafforzare la capacità di combattere la guerra e di difendere la sicurezza del Paese, attraverso la permanente e schiacciante prontezza al combattimento. Deterrenza nucleare inclusa. Inoltre, l’intesa sempre più stretta tra la Corea del Sud e Washington è solo un motivo in più per puntare sul programma di Pyongyang di difesa nucleare. Le foto pubblicate dalla Kcna hanno mostrato Kim che indica una grande mappa su un tavolo, per lo più sfocata, ma che rivela Seul. Alcune teorie prevederebbero un piano di attacco mirato alla capitale sudcoreana, che riguarderebbe proprio il Secondo corpo dell’Esercito popolare. Il supremo leader è stato accompagnato nella sua ispezione da Pak Jong-chon, il vicepresidente della Commissione militare centrale, e da No Kwang-chol, il titolare della Difesa.

12MILA SOLDATI PER PUTIN

Un sostegno per la Russia nella sua guerra contro Kiev. La Corea del Nord avrebbe deciso di inviare quattro brigate – un totale di 12mila soldati – alla corte di Vladimir Putin, per aiutarlo nella sua invasione su larga scala dell’Ucraina. La notizia, è stata data dall’agenzia di Seul Yonhap, e poi riportata da diversi media internazionali. Il crescente sostegno di Pyongyang alla guerra di Mosca è andato “oltre il trasferimento di forniture militari e l’effettivo dispiegamento di truppe”, ha commentato l’ufficio del presidente del Sud, Yoon Suk-yeol. L’ultima impresa della Corea del Nord rappresenta “una significativa minaccia alla sicurezza non solo per il nostro Paese ma anche per la comunità internazionale”, ha chiosato l’ufficio del capo di Stato.

Aggiornato il 18 ottobre 2024 alle ore 13:08