Un edificio residenziale ad Aitou è stato pesantemente colpito. Il villaggio a maggioranza cristiana – che si trova in aree dove normalmente Israele non colpisce – è stato bombardato dalle Forze di difesa dello Stato ebraico, e almeno 21 persone sarebbero rimaste uccise e otto ferite. Il Ministero della Salute libanese che ha dato la notizia del raid lontano dalle basi di Hezbollah, è stato citato in mattinata dai media del Paese dei cedri. Nel palazzo colpito, abitava anche una famiglia che aveva evacuato la sua abitazione nel sud del Libano, come intimato dall’Idf. Ma l’offensiva israeliana non si è fermata qui. Nell’arco di 24 ore, sono stati colpiti dalle Forze di difesa 200 obiettivi di Hezbollah, che diventano 230 target totali considerando anche i bombardamenti israeliani su Gaza. Gli attacchi notturni nella Striscia avrebbero causato almeno 13 vittime e diversi feriti. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, un raid nel campo di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, ha colpito una casa dove sono morte quattro persone. L’attacco è avvenuto nei pressi della moschea Al Hindi, in una zona chiamata Al Faluga.
Oltre alla distruzione di lanciarazzi e postazioni anticarro, in Libano l’Idf avrebbe attaccato frontalmente i miliziani di Hezbollah, causando decine di morti. Invece nella parte settentrionale di Gaza, le forze israeliane hanno continuato a operare a Jabaliya, dove sono stati uccisi diversi terroristi, tra cui una cellula che ha sparato un missile anticarro contro le truppe. Sono in corso operazioni militari in tutta la Striscia, dove sono stati neutralizzati altri terroristi e infrastrutture terroristiche, come afferma l’Idf.
L’UNIFIL RESTA IN LIBANO
Ha parlato il capo dei caschi blu nel Paese dei cedri. Le forze di pace delle Nazioni unite manterranno le loro posizioni in Libano, nonostante i vari appelli arrivati dalla politica e dalla diplomazia israeliana a spostarsi in seguito all’intensificarsi dei combattimenti tra l’Idf ed Hezbollah. Cinque pacekeeper sono rimasti feriti sotto il fuoco amico di Israele, ma l’Unifil “rimarrà attualmente in tutte le sue posizioni nonostante gli appelli delle Forze di difesa israeliane a lasciare le posizioni che si trovano in prossimità della Linea blu”, ha dichiarato il capo del peacekeeping delle Nazioni unite Jean-Pierre Lacroix. “Voglio sottolineare che questa decisione rimane”, ha detto, aggiungendo che il piano è stato confermato dal Consiglio di sicurezza, che ha espresso “sostegno unanime all’Unifil”. Una dichiarazione “molto incoraggiante”, ha chiosato Lacroix.
Aggiornato il 15 ottobre 2024 alle ore 15:36