Si tratterebbe del terzo attentato alla vita del tycoon. Sabato scorso, a Coachella – nella contea di Riverside, in California – un uomo armato è stato fermato all’ingresso di un comizio di Donald Trump, impegnato negli atti finali della sua campagna elettorale che porterà alle Presidenziali del 5 novembre. I vice sceriffi avrebbero arrestato Vim Miller, un maschio di 49 anni, che si era presentato con un falso accredito per l’area vip e un pass giornalistico che, dopo ulteriori indagini, è risultato essere fasullo. Dopo altri controlli, è uscito fuori che il suv nero guidato da Miller non fosse registrato, e circolasse con una targa falsa. Dentro l’automobile, sono stati trovati un fucile e una pistola carichi, insieme a numerose munizioni, passaporti falsi e patenti false. “Se me lo chiedete ora, vi dico che sì, probabilmente i miei vice hanno evitato un terzo attentato”, ha spiegato Chad Bianco, lo sceriffo di Riverside, mentre spiegava le modalità dell’arresto ai giornalisti.
Miller è stato incriminato per porto illegale di armi, e rilasciato successivamente dopo il pagamento di una cauzione da 5.000 dollari. L’uomo dovrà comparire davanti a un giudice il 2 gennaio 2025. Secondo Bianco sarebbero “possibili nuove incriminazioni, ma io non sono in grado di aggiungere altro”, ha ammesso lo sceriffo. Intanto, il caso è stato preso in mano dai servizi segreti e dall’Fbi. L’opinione pubblica e i cittadini della contea sono sgomenti dal fatto che un potenziale attentatore, un individuo così pericoloso, sia stato rilasciato su cauzione. Chad Bianco, però, non ha commentato oltre. Ciò che è certo è che, sebbene quest’episodio sia molto diverso dai pregressi tentativi di assassinio a Trump, molto probabilmente le forze dell’ordine californiane hanno sventato il terzo attentato al tycoon in appena tre mesi. Il 13 luglio The Donald era rimasto ferito a Butler, Pennsylvania, dopo che il giovane Matthew Brooks aveva sparato dal tetto di un edificio con un fucile da guerra. L’assassino era poi stato neutralizzato da un cecchino del Secret service. Mentre il 15 settembre, un uomo è stato arrestato dopo essere stato visto armato di fucile ai bordi del golf club di Trump, a West Palm Beach, Florida, in attesa di colpire l’ex presidente, impegnato a giocare a golf.
L’episodio consumatosi a Coachella, dei tre, sembra il meno drammatico. “Non c’è stato nessun impatto sulla sicurezza di Trump”, ha commentato Chad Bianco. Miller, secondo l’intelligence, è un elettore repubblicano che apparterrebbe a dei gruppi di destra antigovernativi. Lui stesso si è definito un “cittadino sovrano”. Nel suo account LinkedIn dichiara di essere un giornalista investigativo e documentarista da più di 20 anni e di essere contro il “potere e la politica che hanno schiacciato le piccole attività e la classe media”.
HARRIS NON RIESCE A CONVINCERE I LATINOAMERICANI
Kamala Harris non riesce a fermare la sua emorragia elettorale. Dopo il town hall di Las Vegas trasmesso dal canale in lingua spagnola Univision – che avrebbe dovuto convincere i latinos indecisi – alcuni sondaggi del New York Times (redatti insieme al Siena College) hanno mostrato come la candidata democratica stia ottenendo risultati inferiori rispetto ai suoi predecessori alle Presidenziali nella popolazione latinoamericana. Stando ai numeri del quotidiano americano, Harris avrebbe “solo” il 56 per cento delle preferenze, contro il 37 per cento di Donald Trump. Un margine di appena 19 punti, quando quello Joe Biden nel 2020 era di 26 punti e quello di Hillary Clinton era di 39 punti nel 2016. Questo fenomeno, secondo il Nyt, può essere spiegato con il fatto che il 67 per cento degli intervistati ritiene che il tycoon non si riferisse a loro quando parlava di immigrati.
Una buona fetta dell’elettorato ispanico, infatti, sostiene le politiche sull’immigrazione di Donald Trump. Nello specifico, più di un terzo degli intervistati ha affermato di sostenere la costruzione del fatidico muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, nonché la deportazione degli immigrati privi di documenti. I risultati suggeriscono inoltre che Trump sta conquistando una parte piccola ma significativa degli elettori che nel 2020 avevano votato per Biden: il 9 per cento ha dichiarato che quest’anno voterebbe per il tycoon.
Aggiornato il 14 ottobre 2024 alle ore 16:12