Neutralizzato un altro comandante di Hezbollah

Un’altra testa è caduta. Le Forze di difesa israeliane hanno neutralizzato nella giornata di ieri Suhail Hussein Husseini, uno dei vertici di Hezbollah. Il dirigente dei miliziani filo-iraniani si occupava del budget e della gestione logistica dei progetti più importanti del corpo paramilitare, tra cui i piani di guerra e altre operazioni speciali, come il coordinamento degli attacchi terroristici contro lo Stato di Israele dal Libano e dalla Siria. Lo ha reso noto direttamente l’Idf, specificando che è stato un “attacco mirato” dell’aeronautica di Tel Aviv ad eliminare Husseini. È stata colpito il quartier generale di Hezbollah che “supervisiona la logistica all’interno dell’organizzazione ed è responsabile del bilancio e della gestione delle sue varie unità”, ha spiegato l’esercito israeliano sul suo canale Telegram. “La sede, inoltre, include l’unità di ricerca e sviluppo di Hezbollah, responsabile della produzione di missili a guida di precisione e della gestione dello stoccaggio e del trasporto delle armi in Libano”, ha concluso la nota.

Nel frattempo un raid notturno sarebbe costato la vita a 25 palestinesi, tra cui cinque bambini e due donne, a Gaza. Due i bombardamenti che hanno colpito le case nel campo profughi di Bureij. Ci sono anche circa una dozzina di feriti, tra cui diversi bambini, e i soccorritori temono che ci siano altre persone sotto le macerie. Sul fronte settentrionale, invece, le Forze di difesa sono ufficialmente entrate in Libano marciando verso ovest. Un’operazionelimitata, localizzata e mirata”, ha fatto sapere l’esercito dello Stato ebraico, che vuole annichilire una volta per tutte le forze di Hezbollah presenti su tutto il territorio meridionale del Paese. L’operazione terrestre israeliana nel Libano meridionale è iniziata in realtà il 30 settembre, ma finora si era limitata al lato orientale del confine. L’Idf afferma inoltre che è la prima volta che una divisione di riserva dell’esercito viene utilizzata in operazioni di combattimento nel Libano meridionale, che si unisce alle altre tre divisioni coinvolte nell’offensiva terrestre. La Turchia, vista la situazione, ha comunicato che da domani comincerà ad evacuare i suoi cittadini dal Paese. Sono pronte due navi che porteranno in salvo circa duemila persone ciascuna. In cambio, i battelli di Ankara sbarcheranno aiuti umanitari in Libano.

Stando agli ultimi sviluppi, non è da escludere un’allargamento del conflitto da parte del Gabinetto di Benjamin Netanyahu. In questo caso, contro l’Iran, che comunque si è detto “pronto a qualsiasi scenario”, e le sue forze armate “sono completamente preparate”. A confermarlo è stato il ministro degli Esteri di Teheran, Abbas Araghchi, aggiungendo che la Repubblica islamica ha “individuato tutti gli obiettivi necessari”, mentre tenta di “fermare i conflitti e raggiungere un accordo accettabile per il cessate il fuoco”. Secondo quanto riferisce l’agenzia iraniana Isna, il titolare degli Esteri si recherà oggi in Arabia Saudita – e successivamente in altri Paesi della regione – per consultazioni sugli ultimi sviluppi regionali e per “cercare di fermare i crimini del regime sionista in Libano e Gaza”. Infine, se Israele muoverà guerra contro l’Iran, Teheran mostrerà al mondo intero una nuova arma. Lo ha annunciato il vicepresidente del Parlamento, Ali Nikzad.

TROUPE DEL TG3 AGGREDITA IN LIBANO
L’autista, un uomo del luogo, è successivamente morto di infarto. La notizia è stata data in diretta nel Tg3 delle 12, quando l’inviata Lucia Goracci ha raccontato di star lavorando “senza problemi” in un’area controllata da Hezbollah. Nell’arco di pochi minutiè spuntato un uomo, è andato verso Marco Nicois (l’operatore, ndr.) tentando di strappargli la telecamera. Siamo tornati in auto pronti ad allontanarci in fretta, ma sono arrivati altri uomini che hanno preso a spintonare noi e l’auto. L’uomo di prima ha provato a tirarci una grossa pietra. C’era chi lo tratteneva e chi lo aizzava. Siamo andati via veloci, in auto, sembrava che ci stessero inseguendo”, ha spiegato la giornalista italiana. “Quando Ahmad (l’autista) si è fermato a un distributore ormai fuori da Ghazieh, l’uomo ci è venuto addosso, ha strappato le chiavi ad Ahmad, ha tentato di rompere la telecamera di Marco entrando dai finestrini aperti, mentre nessuno ci veniva in aiuto. Quando Ahmad ha cercato di tranquillizzarlo uscendo dall’auto – prosegue il racconto di Goracci – è allora che si è accasciato a terra. Abbiamo subito chiamato i soccorsi, è arrivata l’ambulanza, l’abbiamo seguita. Purtroppo quando l’abbiamo raggiunta ci hanno detto che era morto dopo lunghi tentativi di rianimarlo”, ha concluso la giornalista del Tg3, che operava con tutti i permessi in regola delle autorità locali.

Aggiornato il 08 ottobre 2024 alle ore 17:24