La preghiera del male

La Guida suprema ha guidato la preghiera a Teheran. L’ultimo sermone dell’Ayatollah Ali Khamenei si poteva far risalire al periodo del Covid. Oggi, davanti a una folla di fedeli, il leader spirituale – e non – dell’Iran ha parlato ai funerali dell’ex capo di Hezbollah Hassan Nasrallah, eliminato venerdì scorso dalle Forze di difesa israeliane a Beirut. L’asse del male è uscito allo scoperto, con la mente dietro le azioni dei terroristi che ha una volta per tutte enunciato a gran voce i suoi piani. Una mano che indica il cielo, l’altra poggiata sulla canna di un fucile. Quella dell’Ayatollah è stata, prima che a parole, una dichiarazione d’intenti iconografica e simbolica.

“Israele non otterrà mai la vittoria su Hamas e Hezbollah”, ha affermato Ali Khamenei nel suo discorso ai fedeli di stamattina. “La politica degli arroganti e dei tiranni si basa sulla semina di divisioni e conflitti tra i musulmani – ha aggiunto la Guida suprema – Il nemico della nazione islamica è uno solo, anche se i suoi metodi differiscono da un Paese all’altro. Dobbiamo allacciare le cinture di difesa della nazione islamica dall’Afghanistan allo Yemen e dall’Iran a Gaza e al Libano”. Per assurdo, si potrebbe pensare che Khamenei voglia ricucire, con queste parole, lo scisma islamico. O forse sta semplicemente reclutando più martiri possibile. “Ogni popolo ha il diritto di difendere la propria terra e la propria sovranità contro occupanti e usurpatori. Il popolo palestinese ha il pieno diritto di insorgere contro l’occupante che ha sprecato le loro vite. Nessuno ha il diritto di criticare i libanesi per aver sostenuto i loro fratelli palestinesi difendendo la loro terra”, ha aggiunto nella sua preghiera del male l’Ayatollah di Teheran.

L’asse della Resistenza “non si tirerà indietro, bisogna continuare fino all’eliminazione della vergognosa esistenza dei sionisti”, ha aggiunto nel sermone di venerdì Ali Khamenei, specificando che il nemico dell’Iran è lo stesso della “Palestina, del Libano, dell’Iraq, dell’Egitto, della Siria e dello Yemen”. E ancora: “Tutti i Paesi, compresi la Palestina e il Libano, hanno il diritto di difendersi, secondo le regole islamiche e internazionali, e nessun Paese o organizzazione internazionale può criticare i palestinesi o i libanesi per la loro resistenza contro il regime occupante sionista”. Teheran non esiterà né “ritarderà” azioni e attacchi contro Israele, uno Stato definito dalla Guida suprema “vampiro”. E con lui gli Stati Uniti, “un cane rabbioso” nella regione mediorientale. Se questa non è una dichiarazione di guerra, ci si avvicina non poco.

GLI ITALIANI DA BEIRUT ATTERRATI A FIUMICINO

Il volo charter organizzato dal Ministero degli Affari esteri, presieduto da Antonio Tajani, che ha riportato in patria 178 italiani che si trovavano in Libano è atterrato all’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino. Tra questi, anche cinque bambini e quattro individui con cittadinanza finlandese. “Abbiamo deciso ieri di venire in Italia dopo che l’ambasciata ci ha contattati dicendoci che era a disposizione questo charter”, ha spiegato un italo-libanese, arrivato con la moglie. “Il quadro è assai complicato in Libano ed a questo punto abbiamo valutato che era meglio essere al sicuro in Italia e vedere poi il da farsi, a seconda dall’evolversi della situazione. L’ambasciatore italiano a Beirut ha fatto un lavoro meraviglioso. Ora siamo felici di essere in Italia”, ha concluso. “Nessuno pensava che i bombardamenti arrivassero sino al centro di Beirut: alcuni missili sono caduti a due chilometri dalla mia abitazione che ha tremato tutta”, ha ammesso un’altra testimonianza.

Aggiornato il 04 ottobre 2024 alle ore 14:25