Il lunedì blu dell’Austria potrebbe risolversi in un nulla di fatto. Il partito di destra Fpö, che ha trionfato alle Elezioni generali di domenica, ha aperto la settimana rivendicando la cancelleria del Paese forte del 29 per cento dei consensi. Tuttavia, le ambizioni di Herbert Kickl rischiano di infrangersi come onde sullo scoglio, anzi, sul muro creato dalle altre forze in campo che si rifiutano di collaborare con il Partito della Libertà d’Austria. Perfino i popolari – veri e propri sconfitti della tornata elettorale – sembrerebbero orientati verso una coalizione con i socialisti e i liberali di Neos. Fpö ha vinto, ma rischia di non far parte della maggioranza. Non servirà neanche quel più 13 per cento rispetto alle scorse elezioni a far prendere atto all’Austria e alla politica dei salotti del mutamento nell’elettorato del Paese.
Il cancelliere uscente Karl Nehammer e i socialdemocratici, che hanno fatto registrare una delle performance peggiori della loro storia, si sono fatti due conti e hanno capito che, insieme al partito viola, potrebbero ottenere la maggioranza per governare. Nel frattempo Kickl ha promesso ai suoi elettori che trasformerà il successo “in una realtà politica in questo Paese”, ma le negoziazioni per ottenere la maggioranza sembrano una missione impossibile. Soprattutto perché il presidente della Repubblica federale sembrerebbe voler optare per una soluzione ad hoc per isolare Fpö. Tradizionalmente, l’incarico di formare il governo va al leader del primo partito, ma Alexander van der Bellen ha già messo le mani avanti, puntualizzando che il nuovo esecutivo dovrà rispettare i “fondamenti della nostra democrazia liberale”.
Per questo motivo, il capo di Stato si rivolgerà probabilmente ai popolari di Nehammer. L’Övp si è già alleata con Fpö, nel 2000 e nel 2017, ma i vertici dei popolari considerano il nuovo leader, Kickl, troppo radicale. Secondo gli osservatori austriaci, l’unica “salvezza” per il leader del Partito della Libertà è quella di accettare un ruolo nell’Esecutivo rimanendo a capo di Fpö. Per il momento, comunque, l’ipotesi che sembra prendere più quota è quella di una coalizione a tre con popolari, socialdemocratici e liberali di Neos (gli unici a crescere insieme al Partito della Libertà). Tra i due partiti principali ci sono diversi nodi da sciogliere, a partire dall’ingombrante figura del presidente del Spö, Andreas Babler, con le sue richieste sulla riduzione dell’orario di lavoro e sull’introduzione di una tassa sui ricchi. Allo stesso tempo tra i socialdemocratici c’è un’importante componente che preme per un’intesa con i popolari, per riposizionare il partito al centro.
Aggiornato il 01 ottobre 2024 alle ore 15:20