Sono aumentate le attività militari di Pechino. Dopo che la Cina ha testato – per la prima volta in quasi 45 anni – un missile balistico intercontinentale (Ibcm) sull’Oceano pacifico, il Dragone ha fatto insistentemente capolino nello Stretto di Taiwan. Il ministero della Difesa di Taipei ha riferito di aver rilevato 43 aerei da guerra e otto navi cinesi operativi intorno all’Isola nell’arco di 24 ore, fino alle 6 locali (mezzanotte in Italia). Le forze armate di Taiwan hanno preso atto del passaggio di quasi tre dozzine di caccia cinesi sulla linea mediana dello Stretto, con l’esercito dell’Isola che ha “monitorato la situazione e risposto di conseguenza”.
Ieri, una nave da guerra giapponese ha navigato per la prima volta attraverso lo Stretto di Taiwan rivendicando la sua libertà di navigazione in quelle acque, secondo alcuni media locali. Da sempre Pechino considera l’Isola una provincia ribelle, rivendicando la giurisdizione sullo stretto che separa il continente da Taiwan, mentre il mondo occidentale considera il bacino idrico di Taipei come internazionale. Per questo motivo, secondo i resoconti della Difesa cinese e dell’Isola, anche le marine degli Stati Uniti ed europee hanno attraversato la linea mediana di Taiwan nella giornata di ieri. Washington e i suoi alleati hanno recentemente aumentato i loro attraversamenti dei 180 chilometri dello Stretto di Taiwan per affermare la natura internazionale del bacino, facendo arrabbiare Pechino.
Per il momento, l’esercito giapponese non ha ancora confermato il passaggio della sua nave nel mare dell’Isola. Ma il quotidiano nipponico Yomiuri Shimbun ha affermato che l’ordine di navigare vicino a Taiwan sarebbe arrivato direttamente dal premier Fumio Kishida. L’operazione, più dimostrativa che altro, sarebbe servita per contrastare l’assertività della Cina e provocare il direttivo del Partito comunista. All’inizio di questo mese, una portaerei cinese aveva navigato per la prima volta tra due isole giapponesi vicino a Taiwan, e Tokyo aveva criticato l’incidente come “totalmente inaccettabile”, mentre la Cina ha affermato di aver rispettato il diritto internazionale.
Aggiornato il 26 settembre 2024 alle ore 11:03