Itamar Ben Gvir ha convinto Benjamin Netanyahu che è tempo di cambiare al vertice del dicastero della Difesa. Yoav Gallant verrà licenziato dal suo ruolo di ministro, al suo posto è pronto Gideon Sa’ar. E il Forum dei familiari degli ostaggi ha esortato il leader di New Hope a non unirsi a “questo governo che abbandona gli ostaggi”. “Dobbiamo fermare questa mossa sconsiderata e pericolosa prima che sia troppo tardi per i 101 rapiti rimasti”, aggiunge l’organizzazione, esortando a protestare. È contento invece il ministro della Sicurezza nazionale, che spinge per rispondere al fuoco di Hezbollah in Libano. “Da molti mesi ho chiesto al primo ministro Netanyahu di licenziare Gallant ed è giunto il momento di farlo, immediatamente. Abbiamo bisogno di prendere una decisione a nord e Gallant non è l’uomo giusto per guidarla”, ha spiegato Ben Gvir.
Gli Stati Uniti, senza alzare un polverone, hanno protestato della rimozione di Gallant dall’importante dicastero. Con lui se ne va la possibilità di un cessate il fuoco, qualcuno ha detto. Funzionari americani hanno trasmesso il messaggio alla stampa israeliana che sostituire un ministro della Difesa come Gallant nel pieno della guerra a Gaza e in vista di un allargamento del conflitto al Libano sarebbe “una follia”. Delle fonti Usa avrebbero esaltato l’esperienza del quasi ex ministro nel suo ruolo attuale, millantando che le ragioni dietro il suo potenziale licenziamento siano politiche.
Nonostante ciò, l’ufficio di Bibi ha annunciato che il Gabinetto di sicurezza ha aggiornato gli obbiettivi ufficiali della guerra contro Hamas, includendo il ritorno di circa 60mila israeliani a casa, evacuati dalle loro dimore nel Nord del Paese. Al confine con il Libano. “Israele continuerà a prendere misure attive per realizzare questo obiettivo”, ha affermato lo staff del primo ministro in una dichiarazione. La decisione, è stata approvata durante una riunione notturna del gabinetto di sicurezza, ha affermato l’ufficio di Netanyahu.
C’è già chi nelle Forze di difesa israeliane sarebbe pronto ad aprire il fronte settentrionale. Il maggiore generale Ori Gordin, a capo del Comando nord delle Idf, chiede all’Esecutivo di lanciare un’incursione in Libano per creare una zona cuscinetto. L’offensiva via terra, secondo l’alto rango militare, sarebbe l’unica iniziativa che consentirebbe di far arretrare le milizie di Hezbollah, che al momento stanno mettendo a repentaglio le case di diversi israeliani. L’apertura del nuovo fronte in Libano consentirebbe la fine degli 11 mesi di bombardamenti subiti dagli abitanti della Galilea, e si consentirebbe a decine di migliaia di sfollati di tornare nelle loro case.
E proprio contro questa ipotesi che si è schierato il ministro della Difesa, Yoav Gallant. E soprattutto per questa sua presa di posizione, il capo del dicastero è stato messo in discussione nelle ultime ore da Netanyahu. Gallant, dal canto suo, ritiene che questo non è il momento per aprire un altro fronte del conflitto contro Hamas e i suoi alleati, favorendo invece gli sforzi per raggiungere una soluzione diplomatica nel Nord e un accordo di cessate il fuoco e di presa degli ostaggi a Gaza.
Aggiornato il 17 settembre 2024 alle ore 13:50