Thierry Breton si dimette e attacca Ursula von der Leyen. Il commissario Ue al Mercato interno, indicato Emmanuel Macron per un secondo mandato, lascia l’incarico alla Commissione europea attraverso una lettera polemica indirizzata alla presidente. L’annuncio è arrivato su X dopo alcuni contrasti con von der Leyen. A questo punto, rende noto l’Eliseo, il presidente francese propone Stéphane Séjourné come commissario europeo. La designazione del nuovo commissario francese a Bruxelles, dopo le dimissioni di Thierry Breton, si farà “di concerto” tra il neopremier Michel Barnier e il presidente Emmanuel Macron, come anche tra la Francia e la Commissione europea: è quanto riferiscono fonti vicine allo stesso Barnier, attualmente incaricato di formare un nuovo Governo. Barnier, aggiungono le fonti, ha “fiducia nel prossimo commissario francese affinché possa attivamente lavorare all’azione e al successo del prossimo collegio europeo, nell’interesse generale dell’Unione europea”.
“La presidente” Ursula von der Leyen “prende atto e accetta” le dimissioni del commissario francese Thierry Breton “e lo ringrazia per il lavoro svolto durante tutto il mandato, in particolare per” l’approvazione “del Digital services act, del Digital markets act” e delle altre regolamentazioni relative alla sfera digitale. Lo ha detto una portavoce della Commissione europea nel corso del briefing quotidiano con la stampa. Von der Leyen, spera ancora “di essere nella posizione di presentare il nuovo collegio domani, ma ventiquattro ore in politica possono essere lunghe”. Lo ha detto una portavoce della Commissione europea nel corso del briefing quotidiano con la stampa. L’annuncio del collegio da parte di von der Leyen domani è dunque soggetto ancora a “conferma”, ha sottolineato.
Ma quali sono le accuse che Breton muove nei confronti della von der Leyen? Lo spiega lo stesso ex commissario: aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che “testimoniano ulteriormente una governance dubbia” e che lo hanno portato alle dimissioni. “Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome – per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente – e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato”, si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen. Le dimissioni di Breton, che rischiano di stravolgere all’ultimo miglio gli scenari per von der Leyen e l’intera Ue, hanno effetto immediato. “Negli ultimi cinque anni, mi sono battuto con tutte le mie forze per difendere e promuovere il bene comune europeo, mettendo da parte gli interessi nazionali e di parte. È stato un onore. Tuttavia, alla luce degli ultimi sviluppi – che evidenziano ancora una volta una gestione discutibile – devo riconoscere che non posso più adempiere al mio incarico all’interno del collegio”, ha scritto il commissario francese in una lettera infuocata pubblicata su X e accompagnata da un’immagine provocatoria: un ritratto vuoto del futuro collegio dei commissari Ue.
I rapporti tra Breton e von der Leyen sono ridotti ai minimi termini ormai da tempo. Nel pieno della campagna elettorale, il francese aveva criticato apertamente lo stile di leadership della presidente dell’Esecutivo Ue, mettendone in dubbio il sostegno anche da parte del suo Ppe. Nei mesi precedenti, il commissario Ue fedelissimo di Macron aveva contestato duramente la mancanza di trasparenza da parte di von der Leyen per la nomina – poi ritirata – del tedesco Markus Piper come inviato per le piccole e medie imprese, posizione ben retribuita all’interno della Commissione. A incrinare ulteriormente il quadro, in agosto, era arrivato il monito preventivo antifake news rivolto dal francese a Elon Musk prima del dibattito con Donald Trump. Un’iniziativa “personale” e “non concordata né coordinata” con la presidente, si era difesa Bruxelles, facendo trapelare il proprio disappunto.
“Ursula von der Leyen non sarà triste per le dimissioni di Thierry Breton da commissario”. Lo scrive su X il co-presidente del gruppo dei Verdi Ue, Bas Eickhout, commentando le dimissioni annunciate dal commissario per l’industria e il mercato interno. “La Francia deve ora agire molto rapidamente se si vuole mantenere intatta” l’idea di “presentare la squadra” della nuova Commissione europea domani alla conferenza dei presidenti a Strasburgo, aggiunge Eickhout. “Se Breton finirà nel Governo Barnier questa settimana, scopriremo il vero motivo per cui se n’è andato. In ogni caso, è piuttosto ridicolo affossare il processo di formazione del collegio” della Commissione europea “in questo modo per meschini rancori personali”. Lo scrive su X l’eurodeputato del Ppe Dirk Gotink, esponente del partito olandese del Nuovo contratto sociale (Nsc), in passato a lungo portavoce del presidente del Ppe, Manfred Weber.
“Non ero d’accordo con tutte le azioni e i piani del commissario Breton, ma il suo impegno nel perseguire una maggiore sovranità condivisa a livello europeo e i suoi sforzi per un ambiente digitale più sano meritavano di essere sostenuti”. Lo scrive l’eurodeputato del Pd, Brando Benifei, ricordando il lavoro svolto insieme per l’approvazione delle nuove norme Ue sull’Intelligenza artificiale (Ai Act). “Con le sue dimissioni dalla Commissione europea, spero che il suo successore non esiti a occuparsi della responsabilità delle grandi aziende tecnologiche, nell’interesse dei nostri cittadini e delle nostre democrazie”, aggiunge Benifei, sottolineando che le audizioni dei nuovi commissari designati serviranno a “verificare questi impegni”.
Aggiornato il 16 settembre 2024 alle ore 16:00