Le riforme radicali che ha promosso stanno rilanciando l’economia argentina, attirando consensi internazionali e dimostrando che la libertà di mercato è la chiave per un futuro prospero
Javier Milei continua a guidare una rivoluzione economica e sociale che sta trasformando il suo Paese. Sin dall’insediamento ha adottato una serie di riforme ambiziose, ispirate al sistema di principi del liberalismo, che hanno attirato un vasto consenso sia a livello nazionale che internazionale. Si tratta di iniziative che sono state accolte con entusiasmo da investitori e analisti economici, le quali mirano a ridurre drasticamente l’intervento statale, promuovere la libertà di mercato e rilanciare l’economia argentina, che da anni soffre di instabilità e stagnazione.
Una delle riforme più importanti riguarda la Banca centrale argentina (Bcra), per la quale ha avviato da subito una ristrutturazione radicale, riducendone il ruolo e impedendo al governo di finanziare il deficit attraverso l’emissione di moneta. Tale intervento, volto a combattere l’inflazione cronica, è stato accolto positivamente dai mercati finanziari e dagli investitori internazionali, che hanno subito percepito una maggiore stabilità economica. Anche la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale hanno elogiato la riforma, sottolineando il suo potenziale nel stabilizzare l’economia del Paese sudamericano. Parallelamente, il presidente argentino ha avviato il processo di dollarizzazione del’economia, un passo che mira a sostituire il peso con il dollaro statunitense come valuta ufficiale dallo Stato. La misura è stata progettata per eliminare la volatilità della moneta locale e attirare maggiori investimenti esteri. Gli accordi con istituzioni finanziarie internazionali, volti a garantire una riserva adeguata di dollari, hanno rafforzato ulteriormente la fiducia degli investitori. I responsabili del Fondo monetario internazionale hanno osservato che la dollarizzazione potrebbe essere la chiave per risolvere i problemi economici strutturali e promuovere una crescita sostenibile a lungo termine.
Nel settore energetico, Milei ha portato avanti la liberalizzazione del mercato, privatizzando diverse aziende statali e riducendo le regolamentazioni che limitavano la concorrenza. Siffatte iniziative hanno attirato ingenti investimenti esteri, migliorando l’efficienza del settore e aumentando la produzione energetica. Al riguardo, la Fundación libertad y progreso ha rilevato che queste riforme hanno portato a una significativa riduzione del deficit energetico del Paese e a una maggiore stabilità nei costi per i consumatori, rafforzando l’indipendenza energetica dell’Argentina.
Tra le riforme più applaudite, si deve citare necessariamente la liberalizzazione del mercato immobiliare e, in particolare degli affitti. Com’è noto, in precedenza detto mercato era fortemente regolamentato, con un controllo pervasivo, che ingessava la catallassi e imponeva clausole penalizzanti per i proprietari e canoni spesso mantenuti artificialmente bassi. Tutto ciò scoraggiava gli investimenti nel settore immobiliare e contribuiva a una cronica carenza di alloggi. Con la liberalizzazione, è stato permesso ai proprietari di stabilire liberamente durata, condizioni e canoni di affitto, stimolando nuovi investimenti nel settore. I benefici sono stati immediati, come rilevato dall’Instituto argentino de análisis fiscal (Iaraf), che ha riferito del boom delle costruzioni e di un deciso miglioramento della qualità degli alloggi, e di un mercato più competitivo e trasparente.
Le ultimissime iniziative del leader argentino comprendono le tariffe energetiche, con l’obiettivo di completare la liberalizzazione del settore e ridurre ulteriormente le sovvenzioni statali. I risultati sino sono già mostrati promettenti, con un aumento degli investimenti privati e una stabilizzazione dei costi per i consumatori. Ha inoltre recentemente introdotto cambiamenti significativi del sistema pensionistico, offrendo ai lavoratori maggiore flessibilità nella scelta tra il sistema pubblico tradizionale e piani pensionistici privati. La Banca mondiale ha accolto favorevolmente quest’ultima iniziativa, vedendo in essa un passo importante verso la sostenibilità a lungo termine dell’intero sistema pensionistico. Ha anche disposto incentivi fiscali significativi per le piccole e medie imprese, riducendo l’imposizione fiscale e incentivando l’assunzione di nuovi dipendenti e gli investimenti in innovazione. Essi hanno portato a un aumento degli investimenti delle Pmi, rafforzando il tessuto economico del Paese e stimolando la crescita economica complessiva. La Fundación libertad y progreso ne ha documentato l’impatto positivo, indicando che stanno contribuendo a creare un ambiente più dinamico e favorevole per l’imprenditoria.
Tutte le riforme di Milei hanno comunque ricevuto ampi consensi, con investitori nazionali e internazionali che stanno aumentando il loro impegno in Argentina. Diversi governi stranieri hanno elogiato il suo approccio liberale ma pragmatico, riconoscendo il potenziale delle sue politiche per rilanciare l’economia e servire da modello per altri Paesi in crisi. Anche per l’Italia, che dal confronto esce decisamente perdente. Infatti, mentre il Belpaese ha optato per un percorso di riforme graduali e spesso compromissorie, sovente disancorate da un progetto e anche frammentarie, cercando di mantenere un fragile equilibrio tra stabilità sociale e crescita economica, l’Argentina sotto la guida di Javier Milei ha scelto la via delle riforme radicali, riducendo drasticamente l’intervento statale e abbracciando pienamente il liberalismo. I risultati del resto parlano chiaro: un’economia in rapida ripresa, investimenti esteri in crescita e una maggiore fiducia nei mercati. Da noi, al contrario, si continua a lottare con una crescita anemica, un’eccessiva regolamentazione e una pesante burocrazia, cose queste che dimostrano come la prudenza e il gradualismo non sempre rappresentano la strada migliore per uscire da una crisi economica.
Le conclusioni che si possono trarre dall’esperienza argentina sono inequivocabili. La fiducia nel mercato e nella capacità degli individui di prendere decisioni economiche libere e informate rappresenta la chiave per un rilancio sostenibile. L’approccio deciso e coraggioso del presidente ha dimostrato che riforme rapide e profonde, anche se inizialmente difficili da attuare, possono portare a risultati significativi e duraturi. Il modello non solo ha rilanciato il suo Paese, ma ha anche messo in discussione l’efficacia delle politiche più caute adottate in tutti gli altri. Ha soprattutto dimostrato che il coraggio di cambiare, unito a una visione chiara e liberale, può trasformare una nazione in crisi in un esempio di prosperità e stabilità economica. “La libertà economica è la base per la prosperità”, ha dichiarato. “Senza di essa, non possiamo sperare di costruire una nazione forte e indipendente”. Tale visione, che ha guidato le sue politiche fin dal primo giorno del suo mandato, sta ora portando i suoi frutti, confermando che il liberalismo non è solo un ideale, ma una strada concreta per costruire un futuro migliore.
Aggiornato il 06 settembre 2024 alle ore 10:58