Il Marocco, gli scambi commerciali emergenti e la sostenibilità energetica

Le analisi economiche sul secondo semestre del Regno del Marocco risultano davvero interessanti per l’economia del Mediterraneo. La crescita del Marocco è stata generata sia dall’aumento del traffico nazionale che è stato di 60,8 milioni di tonnellate (+13,0 per cento), incluse 37,5 milioni di tonnellate di carichi allo sbarco (+15,9 per cento), 18,9 milioni di tonnellate all’imbarco (+13,2 per cento) e 3,4 milioni di tonnellate di traffico di cabotaggio (-10,9 per cento), sia dal rialzo del traffico di transhipment attestatosi a 55,6 milioni di tonnellate (+17,8 per cento). Il trend di crescita del traffico delle merci negli scali portuali della nazione della sponda sud del Mediterraneo si è accentuato nel secondo trimestre del 2024 quando sono state movimentate oltre 61 milioni di tonnellate rispetto a circa 52 milioni nello stesso periodo del 2023. L’aumento del traffico merci nei porti del Marocco è stato del +18 per cento nel secondo semestre, mentre nel primo semestre è cresciuto del +15,3 per cento, essendo ammontato a 1.16,4 milioni di tonnellate rispetto alle quasi 101,3 milioni di tonnellate registrate nello stesso periodo del 2023.

Il Marocco sta sfruttando sorprendentemente la sua fortunata posizione strategica nel Mediterraneo. Una progettualità economica e geopolitica che non è passata inosservata agli operatori finanziari e agli analisti economici. Dal 2007 Tanger Med è diventato un hub logistico all’avanguardia, che per numero di container movimentati è tra i primi porti del continente africano, davanti a Durban in Sudafrica e Port Said in Egitto. Tanger Med è anche un ponte verso l’Europa, un hub essenziale per la politica di sviluppo marocchina. Non solo hub logistico, ma anche polo industriale. Approfittando della vicinanza al continente europeo e del basso costo della forza lavoro, il Marocco ha istituito alcune zone di libero scambio a pochi chilometri dal porto e collegate ad esso da una moderna rete ferroviaria. Vi producono, principalmente per l’esportazione, quasi mille società, metà delle quali europee.

Quello automobilistico è sicuramente il settore più importante ma si registrano dati importanti anche per i comparti dell’aeronautica, del tessile, dell’elettronica e dell’agroindustria. Una rivoluzione industriale in corso che sta attirando numerosi investimenti anche in ambito energetico e infrastrutturale. Secondo un rapporto elaborato dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), dall’Agenzia internazionale per l’energia rinnovabile (Irena), dalla Banca mondiale e dalla Divisione statistica delle Nazioni Unite (Unsd), il Regno del Marocco è al nono posto della classifica dei Paesi che attraggano maggiori investimenti esteri, con un totale di 5,6 miliardi di dollari raccolti tra il 2010 e il 2022. La maggior parte dei finanziamenti interessa progetti di energia solare, seguiti da progetti per il rilancio dell’energia eolica.

Gli analisti economici e gli esperti energetici evidenziano che il Regno risulta il secondo maggiore beneficiario di fondi per le energie rinnovabili nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa, dopo l’Egitto, che ha ricevuto 5,7 miliardi di dollari. Una visione economica e geopolitica che riguarda anche il continente africano in quanto il Governo marocchino ha recentemente espresso il proprio favore alle riforme economiche nell’Africa occidentale per creare un’area regionale di libero scambio nel quadro della Comunità degli Stati del Sahel-Sahara (Cen-Sad), preludio per un’intensificazione degli sforzi da parte della monarchia nordafricana nello sviluppo infrastrutturale dell’Africa occidentale.

Aggiornato il 04 settembre 2024 alle ore 12:24